Il superamento delle barriere architettoniche, cognitive e sensoriali ha rappresentato negli ultimi anni uno degli interventi di maggiore spessore messi a frutto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, anche attraverso l’istituzione di una Commissione Ministeriale che nel 2008 ha pubblicato le Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale.
Nel 2018 sono state pubblicate con circolare interna le Linee guida per la redazione del Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A) nei musei, complessi museali, aree e parchi archeologici.
L’accessibilità fisica, sensoriale e culturale sono requisiti imprescindibili per rendere pienamente fruibili i luoghi della cultura a tutti i visitatori del patrimonio italiano.
Per riconoscere e superare le cosiddette “barriere percettive” non basta conoscere e applicare alla lettera i regolamenti tecnici, come per la maggior parte delle barriere architettoniche, ma bisogna aver compreso davvero il problema sapendosi mettere dalla parte di chi affronta l’ambiente costruito in situazione di minorazione visiva.
Parlando di “barriere percettive” ci si concentra di solito sugli accorgimenti multisensoriali che forniscono informazioni a chi non vede (percorsi tattili, informazioni acustiche, etichette in Braille, mappe a rilievo) mentre scarsa attenzione è riservata alla qualità della comunicazione visiva, nonostante sia questa la modalità di accesso preferita dalla stragrande maggioranza delle persone che vedono poco o male, siano esse ufficialmente ipovedenti, anziani o semplicemente con qualche difficoltà visiva. Analogamente, si può osservare, quando si parla di “barriere architettoniche” si tende spesso a limitare l’attenzione all’accessibilità per la disabilità motoria, dimenticando quella sensoriale.
Il tema di fondo è in sostanza quello della “leggibilità ambientale”, ossia dell’efficacia per tutti della comunicazione visiva che in modo esplicito (un segnale, un cartello, il numero dell’autobus…) o implicito (un gradino, una maniglia, un pulsante da premere…) ci consente di muoversi negli ambienti, soprattutto quelli pubblici o meno familiari, evitando i pericoli e indicandoci dove dobbiamo andare o cosa dobbiamo fare.
Caratteristica pressoché comune di tutti questi problemi è che queste barriere non hanno nessuna giustificazione economica: costruire un ambiente più comunicativo e “leggibile” per tutti richiede solo una maggiore attenzione in fase di progettazione, ma nella realizzazione non comporta nessun costo aggiuntivo
Hai notato le pavimentazioni in rilievo in corrispondenza degli attraversamenti pedonali o nelle fermate della metropolitana? Sono percorsi che facilitano l’orientamento delle persone con disabilità visiva, che utilizzano la percezione tattile e uditiva per muoversi, spesso con l’ausilio di un bastone. Per rispettare le loro esigenze, chi progetta deve prevedere l’installazione di questi accorgimenti. Le barriere sensoriali sono più difficili da riconoscere rispetto a quelle fisiche, in quanto si manifestano con un’assenza. In altre parole, sono ostacoli anche la mancanza di una mappa tattile, di un percorso loges, di segnali acustici o di indicazioni scritte.
Gli elementi fondamentali
Non possiamo introdurre un argomento così ampio e complesso senza partire dalla descrizione di alcuni elementi fondamentali:
guide naturali: conformazione dei luoghi tale da garantire l’orientamento, come ad esempio il muro di un edificio o le pareti di un corridoio;
segnale tattile: indicazione realizzata con pavimentazione a rilievo che può essere utilizzata per segnalare un punto d’interesse o un pericolo;
pista tattile: percorso realizzato con pavimentazione a rilievo che individua una direzione sicura;
mappa tattile: tavola con indicazioni grafiche a rilievo di un ambiente, arricchita da scritte anch’esse rilevabili al tatto.
Ognuno di questi elementi deve essere utilizzato in modo da evitare di fornire indicazioni errate o confondere con un’eccessiva quantità di informazioni. Non dimenticare, però, che lo scopo di una progettazione accessibile e inclusiva deve essere il comfort per tutti e tutte. Il rilievo dei segnali tattili, quindi, non deve costituire un ostacolo per chi si muove su sedia a ruote o ha difficoltà motorie.
Esistono sei tipi di segnali tattili, ognuno dei quali rappresenta un codice riconoscibile grazie al disegno del suo rilievo.
L’accessibilità nei luoghi della cultura è un impegno che la Direzione del Parco Archeologico di Ostia Antica ha fatto proprio, sviluppando una serie di progetti volti al superamento delle barriere architettoniche.
Per la Direzione del Parco gli interventi, per una piena o parziale accessibilità, si sono concentrati soprattutto nell’area degli Scavi di Ostia Antica attraverso la creazione di percorsi pensati per chi presenta difficoltà di deambulazione o deve ricorrere alla sedia rotelle.
Area Archeologica di Ostia Antica
Dalla biglietteria la strada carrabile è interamente percorribile con la sedia a rotelle, fino al Museo ostiense. Lungo la strada, prima di raggiungere il Museo (dotato di rampa d’accesso) è possibile, altresì, visitare il Piazzale delle Corporazioni, prospicente il Teatro.
Ai visitatori con difficoltà motoria è consentito accedere con la propria auto, se dotata di specifico contrassegno, fino al parcheggio interno dell’Area.
Dal Parcheggio interno parte un circuito che costeggiando il fiume Tevere, entra in via dei Misuratori del Grano e giunge fino al Capitolium, lato Casa di Diana.
Sono presenti idonei servizi igienici.
Tel.: 06 56358044
La comunicazione e le persone non vedenti
Accesso facilitato per persone con disabilità
Area Archeologica di Ostia Antica
Il Parco archeologico di Ostia antica in LIS - Lingua dei Segni Italiana
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Simonetta Pizzuti