EN  |  PTIT

Tensione superficiale nell'architettura digitale


di Alicia Imperiale

La natura della società (le relazioni tra le persone e le strutture politiche ed economiche) è significativamente alterata dall'impatto delle nuove tecnologie, e in una certa misura la vita delle persone viene cambiata per servire la tecnologia. L'architettura non è diversa.


«Recentemente, in architettura si è assistito a uno spostamento dell'attenzione verso l'articolazione delle superfici topologiche nelle forme di rappresentazione del design. (...)

Mark Taylor, nel suo libro "Hiding", afferma che tutto si riduce a pelle e ossa. La pelle non è semplicemente una superficie che copre il nostro organismo interno. Al contrario, la pelle è un organo a sé stante, composto da diversi strati intrecciati tra loro. (...)

in effetti, bisogna essere abbastanza attenti e critici da riuscire a separare il livello concettuale da un lato e il livello formale derivante dall'uso di certi strumenti operativi dall'altro quando si legge il funzionamento del progetto.»

- Alicia Imperiale


In quest'epoca in cui tutti desiderano l'ultima tecnologia. Siamo passati da facciate che hanno raggiunto il loro apice attraverso la materialità e l'ornamento a moderni grattacieli rivestiti di vetro e al desiderio di creare qualcosa di dinamico che si distacchi dalla staticità del passato.

Questa tecnologia all'avanguardia è diventata semplicemente un mezzo per realizzare qualcosa di mai pensato prima. La possibilità di sviluppare un'architettura che rispondesse agli stimoli ambientali combinata con il meglio del design. Nascono così le Kinetic Facades, che cambiano dinamicamente, trasformando gli edifici da monoliti statici a superfici in movimento.

In un'architettura che privilegia la funzionalità, queste facciate hanno contribuito a risolvere l'eterno problema della sostenibilità, essendo più ecologiche ed efficienti dal punto di vista energetico. Quale altro scopo ha l'architettura se non quello di rispondere ai problemi che le vengono imposti, siano essi di comfort, spazialità, funzionalità o sostenibilità?

Tra i vari esempi, come il Kiefer Technic Showroom di Ernst Giselbrecht + Partner, il Brisbane Domestic Terminal Carpark e il Pixel Building di Melbourne, spiccano le Al Bahar Towers di Aedas Architects ad Abu Dhabi.

In un Paese in cui le temperature possono raggiungere i 45ºC, hanno creato due torri che mirano a ridurre al minimo questo problema attraverso la tecnologia. Le facciate di questi edifici si regolano automaticamente in base alla luce del sole, in un'ottica di biomimetica. Gli architetti si sono ispirati alla natura, a come i fiori rispondono al sole e a come le nostre pupille si adattano alla luce. Hanno anche guardato al passato, rispettando il patrimonio culturale, e hanno realizzato queste facciate a somiglianza del tradizionale reticolo intagliato utilizzato nell'architettura islamica, che favorisce la circolazione dell'aria e mantiene la temperatura più fresca. I pannelli a forma di ombrello di questa facciata reagiscono al movimento del sole in una combinazione di design e tecnologia ispirata agli origami, proteggendo gli utenti dal calore e dall'abbagliamento, riducendo la necessità di aria condizionata del 50% e di luce artificiale, rendendo l'edificio efficiente dal punto di vista energetico.