Maradona nasce a Villa Fiorito una baraccopoli a sud della città di Buenos Aires il 30 ottobre del 1960, da una famiglia povera e con molti fratelli. Già da piccolo si vedeva il talento calcistico. Famosa è l’intervista che gli fece un giornalista all'età di circa 10 anni il quale gli chiedeva qual era il suo sogno e gli rispose che il primo era di giocare il mondiale di calcio e l’altro sogno era di vincerlo.
La prima squadra in cui ha giocato Maradona si chiama Argentinos Juniors, già da lì si vedevano gol e dribbling pazzeschi e cose fuori dal normale. La seconda squadra è stata il Boca Juniors e anche lì si vedevano cose pazzesche con la palla.
Dopo qualche anno si è trasferito in Europa, prima al Barcellona e poi al Napoli. Ma ci soffermiamo sui 7 anni di Maradona al Napoli, iniziamo con la presentazione nello stadio San Paolo di Napoli, davanti a 80000 persone il 5 luglio 1984: una presentazione mai vista prima.
Nei suoi 7 anni, riesce con una squadra forte, ma non fortissima a vincere contro l’egemonia di altre squadre più titolate, da ricordare lo storico primo scudetto del 1987 del Napoli. In quegli anni grazie alle sue abilità la squadra di calcio del Napoli vinse altri numerosi trofei.
Ci furono tantissime vittorie storiche nello stadio San Paolo di Napoli, come la vittoria contro la Juventus, con un gol balisticamente impossibile effettuato su un calcio di punizione. Stadio che io considero bellissimo, stadio dove con la mia famiglia sono stato due volte, stadio che era il tempio di Maradona, il quale cambierà il nome in stadio Diego Armando Maradona, tutto in suo onore.
Altro storico trofeo è la coppa del mondo vinta con la sua Argentina, con la vittoria contro l’Inghilterra, la quale era in guerra con l’Argentina, con i suoi gol diede la rivalsa al popolo argentino, specialmente con un gol, definito il gol del secolo, il quale tuttora è definito il gol più bello mai visto prima, in cui Maradona partì dalla sua difesa, scartando tutta la squadra avversaria e andò in gol. Altro gol contro l’Inghilterra, fu il contestatissimo gol di mano, definito dalla stampa "La manos de Dios".
Nel 1991 iniziò la sua parabola discendente, con altri momenti in cui però si poteva ammirare il talento.
Nel calcio, non c’e compagno di squadra o avversario che non parlasse bene del suo comportamento, sempre rispettoso di tutti, ma al contempo aveva una vita non regolare, con tanti tipi di abusi, che non sono da prendere come esempio.
Invece è da prendere come esempio la sua voglia di migliorare ed arrivare a degli obiettivi e il rispetto per gli avversari. La sua vita non regolare l’ha portato alla morte a soli 60 anni, grande peccato, in quanto poteva ancora insegnare calcio, la miglior cosa che sapeva fare.