Approccio Montessori adattato agli anziani Fragili con disturbi cognitivi
La demenza
La demenza è una sindrome caratterizzata da declino cognitivo e progressivo deterioramento delle funzioni della vita quotidiana, spesso associato a disturbi comportamentali.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la demenza è una priorità della Sanità Pubblica [1], l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha stimato la prevalenza della demenza e ha trovato che l’Italia è al primo posto al mondo nel 2015 e che sarà seconda solo al Giappone nel 2035 [2] .
Le persone con demenza da tutto il mondo stanno combattendo contro gli stereotipi negativi e dicono:
“Sì, abbiamo la demenza, ma siamo anche molto umani, siamo persone, abbiamo gli stessi bisogni di qualsiasi altro essere umano. Vogliamo contribuire, vogliamo vivere nel miglior modo possibile e vorremmo la vostra assistenza, invece della vostra resistenza. Vogliamo essere inclusi per le decisioni che ci riguardano. Vogliamo essere trattati con uguaglianza, dignità e rispetto."
E quindi possiamo incoraggiare una persona che ha questa diagnosi e la sua famiglia a connettersi con quel tipo di organizzazione. Si tratta di usare questa diagnosi come un'opportunità per aiutare gli altri, e respingere lo stigma e gli stereotipi, respingere le persone che porterebbero togliere i diritti umani ad un individuo solo a causa di una diagnosi.”
Cameron Camp
La fragilità
La fragilità è uno stato di maggiore vulnerabilità derivante dall'invecchiamento,
malattie croniche e / o altri fattori sanitari e socioeconomici.
Il progressivo invecchiamento della popolazione determina l’incremento di coloro che hanno difficoltà nella cura della persona, nel mantenere l’autonomia, l’indipendenza e lo svolgimento delle attività quotidiane.
Secondo l’ISTAT tra gli ultrasettantacinquenni in Italia il 19% dei soggetti è non autosufficiente contro una media dell’Unione Europea del 14,9%.
La transizione epidemiologica è passata dall’età della pestilenza e della carestie (dove predominavano le malattie infettive), all’età delle malattie del benessere e provocate dall'uomo (predominanza delle malattie degenerative): ora si entra nell’era dell’invecchiamento e della fragilità con diseguaglianze crescenti. La stessa definizione di salute si è modificata nel corso degli ultimi decenni: è passata da semplice assenza di malattia, a “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”[3]; ora la salute è definita come “abilità di adattamento e di auto gestione, rispetto ai cambiamenti sociali, fisici ed emozionali”[4]. Per mantenerla bisogna tener conto delle caratteristiche dinamiche della robustezza e della resilienza delle persone anziane[5], ovvero della capacità di reagire, mantenere e ripristinare la propria integrità, equilibrio e il senso di benessere, come ha insegnato Maria Montessori per i bambini svantaggiati.
"Aiutami a fare da solo"
(Maria Montessori)
Montessori era laureata in medicina in 1896 in psichiatria. In seguito ha studiato antropologia e pedagogia, sviluppando una pedagogia scientifica basato sull'osservazione. Si basa sulle capacità sensoriale, fisiche e intellettuali della persona per consentire lo sviluppo delle sue potenzialità.
Cameron Camp
I concetti di Maria Montessori sono stati adattati negli Stati Uniti dal prof. Cameron Camp (il pioniere dell'applicazione dei principi di Maria Montessori alle persone anziane) e arricchiti con le conoscenze fornite dalle neuroscienze negli ultimi vent'anni. Nelle persone con demenza di Alzheimer, possiamo osservare che:
- se il cervello razionale è compromesso, il cervello emozionale funziona;
- se la memoria dichiarativa è corrotta, la memoria procedurale funziona.
L'ambiente delle persone può essere ripensato in modo da supportarne i comportamenti e l'autonomia. Così, oltre i deficit e facendo affidamento sulle abilità conservate, le persone con disabilità cognitiva possono imparare a conoscere i gesti della vita di tutti i giorni, è allora che il nostro sguardo sulla disabilità cambia.
Effetti e conseguenze del metodo Montessori applicato alla fragilità documentate:
- riattivazione della capacità di mantenere le relazioni sociali;
- creare il desiderio di appartenere a una comunità;
- partecipazione alle attività della vita quotidiana;
- rivalorizzazione e pacificazione delle famiglie;
- riappropriazione e umanizzazione dell'ambiente;
- cambio di prospettiva radicale sulla comprensione della malattia e della persona.