Lucio Coco
Scoprendo Benedetto XVI
Anno 61 - n. 4,5 - 2007
Edizioni OCD
Tutte le risposte che non giungono fino a Dio sono troppo corte.
Benedetto XVI
Premessa
Più volte papa Benedetto XVI ha insistito sulla necessità di una nuova evangelizzazione che, vista la distanza dalla fede tipica del modo di vivere e della mentalità occidentali, in molti casi si traduce in una vera e propria prima evangelizzazione (Discorso , 21.8.05).
Per corrispondere a questa esigenza di formazione, compresa e spesso disattesa nella nostra modernità, papa Benedetto ha riproposto a più riprese nei suoi interventi, come se parlasse ad orecchi che lo intendono per la prima volta, la questione di Dio, della sua rivelazione in Gesù, riflettendo sulla natura della relazione che intercorre tra Dio e l'uomo, tra Gesù e l'uomo. I nuclei tematici a cui danno luogo queste sue considerazioni trovano sistemazione nelle tre sezioni del lavoro che presento - Dio, Gesù, Uomo - in cui concretamente si sviluppano, seguendo la prospettiva offerta dai pensieri del Santo Padre, gli interrogativi più incalzanti e pressanti della fede nel nostro tempo: il primato di Dio, il rapporto fede-ragione, la rivelazione e le questioni "pratiche" che nelle parole del papa sui grandi temi della verità, della libertà e della felicità dell'uomo danno un importante quadro di riferimento per avvicinarci alla profondità e alla attualità delle risposte che il cristianesimo riesce a dare all'uomo di oggi .
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La ricerca di Dio
Dio parla in diversissimi modi con noi. Parla per mezzo di altre persone, attraverso amici, i genitori, il parroco, i sacerdoti. Parla per mezzo degli avvenimenti della nostra vita, nei quali possiamo discernere un gesto di Dio ( Risposte, 17.2.07).
Questo papa tratta di Dio non con i filosofi e con i teologi, anzi agli specialisti di Dio non si stanca mai di ricordare l'umiltà di chi sa che il Dio vero e vivo. oltrepassa infinitamente le capacità umane ( Discorso , 1.12.05), ma preferisce parlare di Dio con i semplici e con i piccoli .
E ad essi, attingendo alla propria esperienza di uomo, egli vuole dare delle dritte per riconoscerne i segni nella vita e vuole trasmettere la sua pace che è quella di chi ha riconosciuto Dio nella sua esistenza; egli vuole indicare come trovare Dio, come conoscere Dio. In greco, aggiungo io, conoscere Dio è sempre epígnosis, cioè un riconoscere, un vedere attraverso (epí) qualcos'altro, questo qualcos'altro sono dei segni, ma è anche la nostra attenzione, il nostro farci caso; ed è anche interessante osservare, sempre etimologicamente parlando, che in greco disperare e disperazione, sentimenti peculiari della modernità in cui siamo compresi, è apógnosis, cioè un separarsi da questa attività di conoscenza, un rinunciare a Dio e alla sua intelligenza. Perciò, in questo che è un passaggio importante per imparare a credere, con i giovani papa Benedetto non vuole fermarsi solo all'enunciazione teorica ma pratica di Dio. Credere è diventato più difficile - afferma in una intervista - perché gli uomini si sono ricostruiti il mondo loro stessi, e trovare Lui dietro a questo mondo è diventato più difficile ( Intervista , 5.8.06). Allora parla della sua vita e riferisce la sua esperienza personale in questa ricerca. Si tratta di riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita, di riconoscere per non disperare. Il passaggio è molto delicato, ed egli lo affronta accennandolo soltanto, mostrandocelo, come è giusto che sia, solo in trasparenza. Perciò quasi sottovoce può dire: Tornando alla domanda penso sia importante essere attenti ai gesti del Signore nel nostro cammino. Egli ci parla tramite avvenimenti, tramite persone, tramite incontri: occorre essere attenti a tutto questo (Risposte , 6.4.06). In questo momento egli sta descrivendo un'esperienza comune e frequente nella nostra esistenza quando scopriamo, troviamo tracce di Dio nella nostra vita e, per far ricorso al suo linguaggio figurato, della sua invisibile presenza. Lo strumento che egli ci indica è lo stare attenti, l'attenzione, quell'epí greco, che è un vedere attraverso, che è un riconoscere, che è anche uno scorgere, un intus-legere, un leggere dentro la propria storia, e perciò anche un intelligere, cioè un capire.
Credere
Nelle difficoltà della vita è soprattutto la qualità della fede di ciascuno ad essere saggiata e verificata: la sua solidità, la sua purezza, la sua coerenza con la vita ( Omelia , 3.4.06).
La fede, insegna papa Benedetto, è sentire questa vicinanza di Dio, questa prossimità di Dio. La fede è scoprire Dio giorno per giorno e scorgerne le tracce negli accadimenti della propria vita.
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[Estratto dell'articolo]