LOMBARDIA EXTREME
LA SUPER RANDONNEE LOMBARDA
La randonnèe parte dal negozio di biciclette Brunelli Sport, che si trova a San Lorenzo di Parabiago (Mi), sulla strada statale del Sempione. E’ il primo di 16 controlli.
E’ possibile lasciare l’auto nei parcheggi adiacenti al cimitero di San Lorenzo a 300/400 metri dalla partenza.
I primi 30 km sono sostanzialmente pianeggianti, prima di entrare nella zona collinare della Brianza, dove i ciclisti incontreranno un percorso misto.
Con la prima salita di Sirtori, si entra nel circuito che i professionisti affrontano nella Coppa Agostoni, una classica del panorama agonistico italiano; seguendo tale percorso si affronterà la prima vera asperità di questa randonnée: il Colle Brianza dal versante di Castello (lunghezza 4 km). Arrivati in cima, tuttavia, la fatica non è finita perché i randonneur (al contrario dei professionisti), dopo 2,5 km di pianura, devono arrampicarsi sulle ultime rampe (altri 2,5 km, ma con pendenze a 2 cifre) per raggiungere Consonno, la città fantasma. Per ulteriori informazioni su questo luogo dalla storia incredibile, consiglio di documentarvi in internet: capirete perché si tratta di una città abbandonata e vi farete un’idea di cosa troverete in cima. A Consonno è posto il secondo Controllo e il ciclista dovrà fotografare la bicicletta e la targhetta delle Super Randonnèe di fronte al minareto di Consonno (la costruzione strana con una guglia).
La discesa porterà sul Laghetto di Garlate, a sud di Lecco, prima di affrontare la lunga e dura salita della Valcava. Si tratta di una salita che, considerando le prime rampe di Calolziocorte, è lunga quasi 20 km; la salita vera e propria inizia a Torre dei Busi ed è abbastanza regolare per 7 km; gli ultimi 4 km sono invece molto duri, con pendenze che toccano il 18%.
La storia del ciclismo racconta di una terribile crisi che colpì lo scalatore francese Laurant Fignon, che fu costretto a mettere il piede a terra nel Giro di Lombardia del 1988.
La foto del terzo controllo dovrà essere scattata al cartello del passo, vicino alle inconfondibili antenne.
La discesa attraverso Valsecca porta i randagi a Ponte Giurino dove inizia la salita al quarto Controllo, posto a Berbenno. La salita non è tra le più dure ed è lunga circa 6 km.
Scesi in Val Brembilla, si prosegue verso la Val Brembana entrando di fatto nel comprensorio delle Alpi Orobiche.
Ad Ambria inizia una salita di 23 km che porta al Passo Zambla, sotto il cartello del quale verrà conquistato il quinto Controllo.
Passando per Clusone e Bratto si arriva al Controllo successivo, il sesto, in cima al Passo della Presolana, scesi dal quale si scalerà il Passo del Vivione, sede del settimo Controllo.
A questo punto, i randonneur raggiungeranno il punto più lontano dalla partenza in linea d’aria, ossia la cittadina di Edolo.
La strada ricomincia a salire verso Aprica affrontando una salita non particolarmente severa, ma resa celebre da Marco Pantani che conseguì in questo luogo una delle sue più belle vittorie: la tappa al Giro d’Italia in cui si lasciò alle spalle Berzin e Indurain. L’ottavo Controllo è nel centro abitato di Aprica.
La discesa apre le porte alla Valtellina, ma i nostri avventurieri si troveranno a scalare immediatamente le rampe che portano a Teglio, paese importante per avere dato il nome alla valle e soprattutto per aver dato i natali ai pizzoccheri, uno dei piatti più golosi di tutto il Nord Italia. A Teglio il nono Controllo.
Dopo la salita, ci sarà poca soddisfazione per le gambe perché si proseguirà sulla strada panoramica che resta in quota negando alle gambe una vera e propria discesa riposante. In compenso, si potrà godere della bellezza della Valtellina da un punto di vista ben diverso dal consueto fondovalle.
Solo dopo Poggiridenti si potrà scendere a valle e attraversare la città di Sondrio. La traccia messa a disposizione dei dispositivi gps, porterà su strade secondarie rispetto alla statale, ma si consiglia vivamente di percorrere la ciclabile dell’Adda fino a Morbegno.
Girando a sinistra, si punterà la salita più alta dell’intero giro, la nostra Cima Coppi: il Passo San Marco. E’ una salita di 26 km, molto costante e quasi priva di interruzioni. Controllo numero 10 sotto il cartello del passo.
Scollinato il passo, si percorre in discesa la Val Brembana, questa volta in direzione sud, fino a San Giovanni Bianco, dove si gira a destra e ci si trova su una delle strade più suggestive delle nostre Alpi: la Val Taleggio, con le sue curve incastonate nelle rocce.
La strada diventa sempre più ostica fino a Vedeseta e al Culmine San Pietro, dove sarà collocato l’undicesimo Controllo. Si scende a questo punto fino al Colle Balisio, fino a Ballabio e infine fino a Lecco.
Il tracciato si inoltra nel cosiddetto Triangolo Lariano, costeggiando le coste di “quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno”, in direzione Bellagio. A chi non avrà problemi di orario, si consiglia di fare una piccola deviazione nel centro di Bellagio (che la traccia gpx non prevede), un autentico gioiello del Lago di Como.
La salita successiva non ha bisogno di presentazioni: la Madonna del Ghisallo è un simbolo del ciclismo, un punto fisso nella classica monumento del Giro di Lombardia. La cima è sormontata dalla chiesetta omonima, protettrice dei ciclisti, in cui sono custoditi innumerevoli cimeli della storia del ciclismo: biciclette, maglie, fotografie, statue dei grandi campioni del pedale. Chi ama il ciclismo, qui si emoziona. Il dodicesimo Controllo è un tuffo nella storia.
E per non farsi mancare niente, dopo una breve discesa (purtroppo fin troppo breve!!), si gira a destra e si comincia a salire verso Sormano. Fino al paese di Sormano, la salita non è cattiva; il vero problema arriva dopo, quando il vostro dispositivo gps vi farà abbandonare la strada maestra per affrontare il Muro per eccellenza. 1,7 km con pendenze oltre il 20% sono il biglietto da visita del Muro di Sormano, una salita leggendaria temuta da qualunque ciclista. Sullo stretto asfalto viene riportata l’impressionante progressione dei metri di dislivello, intervallata dai tempi dei pionieri del ciclismo, che affrontarono queste erte negli anni 60, su sterrato, con biciclette dell’epoca e rapporti impossibili. Molti raggiunsero la cima a piedi. Si possono ancora leggere i commenti dei protagonisti, come Gino Bartali, che parlano di quella salita come un vero inferno. Il tredicesimo Controllo è di sicuro uno dei più sudati.
La discesa dai Piani del Tivano è tecnica e molto stimolante; con la successiva strada costiera del Lago di Como, è stata teatro di grandi azioni nei recenti Giri di Lombardia. Come dimenticare il Giro di Lombardia vinto da Philippe Gilbert dopo un feroce duello con Michele Scarponi. Nella discesa Gilbert prese vantaggio sugli avversari, ma sui saliscendi della costa Scarponi annullò il distacco. Infine si giocarono la corsa sul San Fermo e prevalse il belga. Ricordi da pelle d’oca.
Versione originale:
La salitella di Morbio Superiore è una passeggiata; degna di nota solo per il fatto che si trova in terra elvetica. Si sconfina, infatti, in Svizzera per raggiungere il quattordicesimo Controllo, posto nei pressi della chiesa rosa in centro al paese.
La discesa permette di raggiungere Mendrisio e le coste del bellissimo Lago di Lugano.
Versione modificata per restare integralmente su territorio lombardo:
La salita di San Fermo di Battaglia è famosa per essere l'ultimo ostacolo nel Giro di Lombardia, anche se questo è un versante inedito e conosciuto da pochi. Dopo la salita c'è una zona collinare con diversi su e giù, prima di raggiungere il Lago di Lugano.
Porto Ceresio anticipa la penultima salita, a sua volta divisa in due parti: la prima parte da Brusimpiano e dopo 4 km abbastanza facili raggiunge Ardena. La seconda, invece, ha pendenze più arcigne; sale a gradoni intervallando tratti duri a tratti pedalabili. Dopo il paese di Marzio si guadagna il quindicesimo Controllo.
Scesi in Val Ganna, il percorso prevede il passaggio sulla ciclabile del Lago di Ghirla, prima di arrivare a Brinzio e alla gobbetta della Motta Rossa. La discesa verso Varese è piuttosto veloce, ma prima di arrivare nel pieno della città, si svolta a destra e si affronta l’ultima prova.
Si sale in direzione Sacro Monte di Varese, già sede della cronoscalata che valse il Giro d’Italia 1990 a Gianni Bugno; si intravedono le 15 cappellette del pellegrinaggio dei fedeli. Dopo 4 km e prima di giungere al luogo sacro, tuttavia, si prende a sinistra dove la salita continua ancora per 5 km, fino a raggiungere il belvedere del Campo dei Fiori, poco sotto l’osservatorio astronomico. Da qui si gode un panorama eccezionale sul Varesotto, che ripaga dello sforzo per la salita.
La cosa più importante, però, per i nostri randonneur, è che il Campo dei Fiori è il punto di arrivo di questa straordinaria avventura sulle strade lombarde. Il tempo finale viene preso qui; se il ciclista sarà giunto fin qui in 60 ore (o meno), avrà vinto la sfida. Il sedicesimo Controllo pone fine al percorso.
A questo punto la randonnée è finita.
E’ possibile che i randagi debbano tornare al punto di partenza a recuperare l’auto e consegnare la carta di viaggio, ma gli ultimi 40 km, in pianura o discesa, non rientrano nel conteggio del tempo impiegato. In questo modo, i ciclisti possono tornare con tutta calma, senza l’assillo del tempo e senza prendere ulteriori rischi. La carta di viaggio deve essere consegnata al negozio Brunelli Sport di San Lorenzo di Parabiago, pena la non omologazione della rando.
Mettiamo a disposizione una traccia gpx per il rientro da Campo dei Fiori a Parabiago.
Eventualmente, è possibile anche tornare in treno: la linea ferroviaria Varese – Milano ferma alla stazione di Parabiago, rendendo il rientro assai comodo, se non si vuole tornare pedalando.
Un'avventura di queste dimensioni non è solo un tracciato o una delle tante manifestazioni ciclistiche. E' un sogno che prende forma. E' l'immagine della sfida con se stessi che si concretizza in una sequenza di luoghi e strade che hanno fatto parte della mie esperienze.