Anna Maria Civico: voce
Amedeo Fera: lira
1. Supplica alla madre - A la surfarara
2. Canto a Medea - Lu vennari di marzo
3. Ballata delle madri - Ave stella Maris
4. Io so, io non posso parlare
5. Agni parthene
6. Deserto è il lago - Kassiani ' Vangelo secondo Matteo
7. O mamma Ca' m'ammazzu
8. Lamento funebre di Martano LE
Repertori
I brani a cui ci siamo ispirati appartengono a tradizioni musicali apparentemente molto diverse tra loro ma che in realtà condividono una stessa matrice musicale. I repertori da cui abbiamo tratto le melodie sono infatti di tre tipi: la tradizione orale di regioni meridionali italiane (Calabria, Puglia, Sicilia), il canto gregoriano e la monodia bizantina. Tutte queste tradizioni condividono lo stesso modo di elaborare le melodie. Durante le esecuzioni sentirete come la pronuncia della linea melodica sia caratterizzata da numerosi abbellimenti e melismi, elementi che caratterizzano questi modi di cantare. I testi sono tratti dalla raccolta Poesia in forma di rosa di PPP. Abbiamo giustapposto le parole di Pasolini alle melodie tradizionali a volte anche accostandole ai testi originali, dei canti agro-pastorali, che mostrano sorprendenti assonanze con i temi del poeta friulano.
I brani
Surfarara è un brano registrato negli anni'50 da Alan Lomax, un musicologo americano che ha svolto una ricerca sul campo in Italia, registrando canti di tradizione orale in tutta la penisola. Questo è il canto dei minatori di Zolfo di Sommatino, vicino Caltanissetta.
Lu vennari di Marzu è un canto paraliturgico registrato negli anni '90 da Antonello Ricci a Sartano in provincia di Cosenza. Si tratta originariamente di un canto polivocale (canto in cui la medesima linea melodica è eseguita contemporaneamente da più voci).
Ave Maris Stella è un inno gregoriano che risale almeno al IX secolo d. C. . Si tratta di una melodia che è stata in seguito utilizzata da vari compositori che l'anno rielaborata in chiave polifonica (esecuzione di più parti melodiche contemporaneamente).
io so io non posso parlare è una frase che rimanda/risponde ad alcune affermazioni di PPP pubblicate nel '74 *. Ne abbiamo qui creato una sorta di litania.
Agni Parthene è un inno di Nettario di Egina, vescovo ortodosso greco della fine del XIX secolo. E' un canto che secondo noi, è evidentemente ispirato vista la bellezza di questa melodia. Non è un inno liturgico ma viene cantato per l'edificazione spirituale dei credenti.
Deserto è il lago si ispira alla forma dell'Idiomelon, una composizione liturgica che ha una melodia associata ad un testo specifico. L'autrice di questo brano è Kassianì o Kassia. Monaca e innografa bizantina del IX secolo. Si tratta dell'unica donna le cui composizioni sono tuttora utilizzate nella chiesa ortodossa.
O mamma cà m'ammazzu è un canto registrato a Palazzolo Acreide da Antonino Uccello. Lo stile di canto è quello antico, caratterizzato da numerosi abbellimenti della melodia.
Il lamento funebre di Martano (LE) è un canto in griko (il greco salentino) che veniva intonato da lamentatrici professioniste in occasione del decesso di una persona. L'andamento della melodia ha delle assonanze con le ninne-nanne della stessa area, quasi a voler sottolineare lo stretto legame tra sonno e morte, che troviamo anche negli autori dell'antichità classica.