Domande e risposte

 

Da dove viene il nome «leuto»?

Leuto è un nome inventato, tratto liberamente dal greco antico ἐλεύθερος eleútheros 'libero'.

Si pronuncia lèuto /lɛ̍uto/.

Il termine è regolarmente variabile: aggettivi leuti, grammatica leuta, parole leute.

In leuto, il leuto si chiama lewθa.

Parlando e scrivendo in altre lingue, il nome andrebbe adattato nelle forme di ciascuna: in spagnolo leuto, in inglese Leuth, in esperanto Leŭto, eccetera.

Di che si tratta?

Il leuto è una LAI, ovvero una «lingua ausiliaria internazionale»

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Il leuto vuole sostituire le altre lingue?

Assolutamente no; anzi xx

Il leuto è facile da imparare?

Sì. È molto più facile di qualsiasi lingua nazionale.

Stimare in modo preciso e assoluto la «facilità o difficoltà» di una lingua non è cosa facile, dipendendo da molti elementi intricati. Tuttavia, con alcune osservazioni di massima possiamo farci un'idea approssimativa ma sufficiente riguardo alla difficoltà del leuto.

La difficoltà di una lingua dipende principalmente da due fattori: la sua complessità intrinseca (regole, eccezioni, variazioni, numero di elementi da memorizzare) e la sua somiglianza con la madrelingua di chi la vuole imparare. Per esempio, per un italiano lo spagnolo è facile non tanto perché sia intrinsecamente semplice, ma soprattutto perché la sua grammatica e il suo lessico sono molto simili a quelli dell'italiano.

A noi qui interessa conoscere la difficoltà del leuto non specificamente per gl'italofoni ma in generale per chiunque: cerchiamo quindi di valutarne le strutture "in sé".

Tra le maggiori lingue europee, l'inglese è generalmente considerato la più facile: facciamo dunque un confronto veloce fra le strutture del leuto e quelle dell'inglese, per vedere quante informazioni bisogna memorizzare e padroneggiare per usare l'una e l'altra lingua.

Scrittura e pronuncia

Inglese. L'inglese ha il sistema di scrittura più difficile fra le maggiori lingue europee. È un sistema etimologico, che non rappresenta la pronuncia delle parole. La parola scritta è una sorta di «etichetta» più o meno arbitraria: la pronuncia non è ricavabile dalla scrittura, e dev'essere conosciuta come informazione indipendente; e idem la scrittura dalla pronuncia. Uno stesso suono si può trovare trascritto in decine di modi diversi; uno stesso gruppo di lettere si può trovare pronunciato in decine di modi diversi. Benché l'inglese usi il nostro alfabeto latino, il suo sistema ha una logica che lo avvicina a scritture opache come gl'ideogrammi cinesi. Lo sforzo di memorizzazione e interpretazione richiesto, puramente nozionistico, è grande e impegnativo. La cosa è problematica persino per i parlanti nativi: fra i bambini inglesi, la dislessia è molto più diffusa che negli altri paesi europei. E se è così difficile per i nativi, immaginiamo per gli stranieri...

La pronuncia stessa dell'inglese, a prescindere dalla sua relazione con la scrittura, presenta un'altissima variabilità: come scrive Canepari,

le vocali inglesi hanno un enorme spazio d’oscillazione, che sembrerebbe persino impossibile —se non assurdo— in altre lingue. Infatti, in aggiunta a un numero assai considerevole di fonemi e diafonemi (e tassofoni!) vocalici, che è già qualcosa di “sovrabbondante” di per sé, i parlanti nativi danno libero corso, ognora, alle proprie ampie possibilità.

      Naturalmente, anche tra i parlanti nativi, incertezze e ambiguità comunicative sono certamente possibili. Tuttavia, per i parlanti stranieri capire esattamente ciò che si sente è indubbiamente più difficile.

Leuto. Il sistema di scrittura del leuto è estremamente semplice, con una corrispondenza pressoché perfetta tra singoli suoni e singole lettere. Si può imparare tutta l'ortografia della lingua (e quindi anche tutta la pronuncia) in una sola rapida sessione di studio.

Di primo acchito, alcuni suoni del leuto possono risultare un po' difficili da pronunciare, a seconda di qual è la propria lingua madre; ma grazie alla grafia logica e al loro valore preciso, è possibile individuarli con esattezza e impararli velocemente.

Plurali

Inglese. In inglese certe parole hanno plurali irregolari, per varie ragioni: mouse e mice, foot e feet, ox e oxen, man e men... Vanno semplicemente memorizzati.

Leuto. In leuto tutti i plurali sono regolari.

Verbi

Inglese. In inglese ci sono circa 200 verbi irregolari, di cui bisogna memorizzare le forme specifiche.

Leuto. In leuto c'è un'unica forma verbale irregolare. Rispetto alla regola generale, bisogna in pratica memorizzare solo un monosillabo in più.

Trasparenza della frase

Inglese. In inglese una stessa parola, senza cambiare esteriormente, può avere funzioni grammaticali diverse: aggettivo, sostantivo, verbo, avverbio... La posizione nella frase chiarisce; ma in frasi complesse o con molti elementi la cosa può diventare difficile, e richiedere un certo sforzo interpretativo.

Leuto. In leuto, invece, le desinenze rendono immediatamente visibile il valore grammaticale delle parole, rendendo più facile l'interpretazione.

Espressioni idiomatiche

Inglese. Una delle difficoltà rilevanti dell'inglese, per gli stranieri, è il suo gran numero di espressioni idiomatiche.

Un'«espressione idiomatica» è una combinazione di parole il cui significato complessivo non è dato dalle singole parole componenti, per cui deve conosciuto indipendentemente. In inglese sono idiomatiche molte locuzioni verbali: get over, put up with, give up, give in...

Leuto. Le espressioni idiomatiche esistono in tutte le lingue, e anche in leuto. Tuttavia, in leuto il loro numero è molto minore che in inglese, rendendo la comunicazione più immediata e trasparente.

In che relazione è il leuto con l'esperanto?

Il leuto è un esperàntide, ovvero una delle tante lingue artificiali derivate dall'esperanto.

L’esperanto è sotto molti aspetti un capolavoro d’ingegneria linguistica, e nelle vicende del mondo è stato un piccolo grande successo. Tuttavia, molte persone che condividono la logica e gl'ideali del progetto esperantista sono insoddisfatte da certi elementi concreti dell’esperanto come lingua in sé. In particolare, gran parte del pubblico trova l'esperanto «freddo», «meccanico», «artificiale»: insomma poco gradevole. Ciò può essere un problema:

Il progetto del leuto è nato dunque con l'intenzione di offrire spunti di miglioramento.

Il leuto non si discosta troppo dall'esperanto: le strutture grammaticali e il lessico presentano chiare somiglianze. Chi parla esperanto può imparare il leuto con poco sforzo.

Sinteticamente, rispetto all'esperanto il leuto:

Per approfondire, vedi xx

Un confronto pratico con l'esperanto?

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Il leuto ha una bandiera?

È comune e quasi tradizionale, per le LAI, avere una bandiera. Si può discutere della sensatezza d'una cosa simile (le lingue non sono stati), ma c'è comunque una certa utilità pragmatica (per esempio, se dobbiamo ridurre una lista di lingue a icone da cliccare).

Il leuto al momento non ha una bandiera «ufficiale». In modo semiufficiale, al momento mi piace l'idea di usare la bandiera della Terra disegnata da Oskar Pernefeldt, magari con qualche lieve aggiustamento.

Il leuto si ispira ad altre lingue artificiali?

Le ispirazioni per il leuto sono state molte, come sempre accade per progetti di questa vastità. Si lavora e riflette per anni, e ogni fatto della vita, ogni studio e scoperta interessante, può "ispirarci".

Fra le lingue artificiali, oltre ovviamente all'esperanto (e all'ido, il suo discendente più famoso), di cui il leuto è esplicitamente «figlio», spunti interessanti mi sono venuti da: globasa, pandunia, romániço. Come si potrà vedere facendo un confronto, alcuni elementi di queste lingue sono stati ripresi da vicino.

Per approfondire, leggi xx