La Chiesa è una per la sua origine: « Il supremo modello e il principio di questo mistero è l'unità nella Trinità delle Persone di un solo Dio Padre e Figlio nello Spirito Santo ». La Chiesa è una per il suo Fondatore: « Il Figlio incarnato, infatti, per mezzo della sua croce ha riconciliato tutti gli uomini con Dio, ristabilendo l'unità di tutti i popoli in un solo popolo e in un solo corpo ». La Chiesa è una per la sua «anima»: « Lo Spirito Santo, che abita nei credenti e tutta riempie e regge la Chiesa, produce quella meravigliosa comunione dei fedeli e tanto intimamente tutti unisce in Cristo, da essere il principio dell'unità della Chiesa ».
L'unità, tuttavia, non va intesa come somma di individui, ma come intreccio di relazioni partecipate. In essa ritroviamo l'unica fede, l'unico Dio, l'unico Cristo. In tale ambito la diversità non è mai contraria all'unità, ma essa trova la sua piena maturità proprio nell'unità che la trasforma in ricchezza. L'unità, pertanto, è valorizzazione delle singole diversità.
La Chiesa, pertanto, è ontologicamente " unità " e non è costituita o basata sulla volontà umana che, invece, è chiamata a realizzare anche sacramentalmente quella unità già presente ontologicamente. In altri termini, la Chiesa è comunque unita anche nelle divisioni dei suoi membri che, proprio perché divisi, tradiscono la loro vocazione all'unità che è germinalmente in loro in virtù del battesimo. Infatti, Paolo nella sua lettera ai Galati afferma: " Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più Giudeo né Greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù " (Gal 4,27-28). Se da una lato, l'espressione di Paolo porta a pensare come le divisioni deturpino il volto della Chiesa, dall'altro evidenzia come principio e sorgente di unità, attorno a cui ruotano tutte le chiese, è Cristo.