Nella ricerca artistica condotta da Leonard Sherifi possiamo rintracciare due elementi fondamentali con i quali l’artista sente un legame particolare: uno è quello umano e l’altro è quello naturale. Nelle sue opere il soggetto umano pare perdere la sua tipica centralità compositiva a favore di una maggiore unità col paesaggio circostante. Spesso l’elemento umano si confonde con quello naturale e viene collocato in secondo piano, ponendo invece in primo piano gli alberi e gli arbusti. Da un punto di vista cromatico molte opere sono caratterizzate dall’uso di colori inconsueti per dei contesti naturali, le foglie diventano magenta e i cieli si fanno verde acqua. L’aria perde la sua trasparenza e viene attraversata da pennellate vibranti e variopinte. Da un quadro all’altro le forme vengono via via sempre più semplificate fino a divenire delle sagome eloquenti del soggetto di partenza che si vanno a combinare con lo sfondo dipinto.
Osservando attentamente il linguaggio pittorico di Leonard Sherifi si possono rintracciare vari elementi che rimandano al disegno infantile: da un lato notiamo un uso del colore fortemente connotato in termini immaginifici, dall’altro la mancanza di chiaroscuro e la frequente visione frontale implicano un maggiore sviluppo bidimensionale dell’immagine. Al tempo stesso la semplificazione formale apportata agli oggetti li svincola dal loro contesto geografico e li investe di un significato più generico. Così come un bambino assegna un valore simbolico ai suoi disegni, nei suoi quadri non è semplicemente dipinta un’abitazione col giardino, si tratta piuttosto di rappresentare i due concetti chiave di “casa” e di “albero”, che a loro volta ci fanno riflettere sulla relazione che intercorre tra uomo e natura.
Nell’ambito di questa indagine relazionale Sherifi decide di mettere da parte le questioni conflittuali e ambientaliste, e ci offre delle immagini serene nelle quali l’uomo e la natura convivono in sintonia. Che siano delle abitazioni, una barca o un ragazzo che passeggia, gli elementi umani sono immersi nel loro ambiente naturale, ne fanno parte e lo abitano in maniera spontanea. La figura dell’uomo può trovare allora correlazione con quella di un organismo che vive all’interno del suo habitat. A livello pittorico questa corrispondenza viene espressa trattando i soggetti umani allo stesso modo di quelli naturali, ovvero mediante l’uso di colori simili, stendendoli con pennellate asciutte e con l’intento di realizzare una campitura per macchie.
Tali macchie compaiono spesso nel lavoro dell’artista, in molte opere precedenti esse ricordano dell’entità unicellulari che vagano nell’ambiente rappresentato ravvivandolo. Possono essere viste come delle unità biologiche di base che contribuiscono ad alimentare il normale ciclo della natura. Si veda a tal proposito la serie “Tree Pulses” del 2014 o l’installazione “The way our biological world works” del 2012. Nell’opera di Sherifi questo fattore biologico viene ulteriormente enfatizzato dall’uso frequente di colori acidi che rimandano all’ambiente di un laboratorio chimico. Questo richiamo al mondo cellulare intende far riflettere l’osservatore sul funzionamento della macchina naturale, basata su un continuo scambio e ricambio di materia e che porta ad avere una connessione intima con ciò che si ha intorno. Per l’artista questo aspetto è fondamentale; nella relazione tra uomo e natura entrambi sono sullo stesso piano, entrambi fanno parte dello stesso mondo e sono fatti della stessa sostanza, per questa ragione la sua ricerca giunge a conciliarli.
Giacomo Saccomanno
2023
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