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DI GIANNI VARANI Per qualche ora s’era sparsa la voce che una giovane pellegrina francese in arrivo a Bologna si chiamasse nientemeno che Giovanna D’Arco, Jeanne D’Arc. Come la straordinaria patrona di Francia. Un nome impegnativo e che suonava appropriato per una ragazza impegnata in un pellegrinaggio religioso di migliaia di chilometri. Il cognome in realtà era uno scherzo, amicale, da parte di una famiglia che l’aveva ospitata a Fidenza, insieme ad altre due ragazze francesi – Martha e Anne-Claire, di 23 anni – nel cammino a piedi verso Gerusalemme. A Fidenza le tre giovani, con zaini e bastoni, hanno semplicemente chiesto aiuto per trovare un alloggio per la notte a una persona casuale, nei pressi dell’antico Duomo romanico, sulla via Francigena. Spesso chi le ospita mette in moto un tam tam solidale, per avvisare amici in città più avanti nel percorso e aiutarle. E’ successo così da Fidenza a Bologna: qui il passaparola ha portato a trovare per loro Resart, in via Riva di Reno, il luogo di ospitalità associato all’arte della Collezione Lercaro, che riserva gratuitamente una stanza ai pellegrini come queste ragazze. Jeanne e le due amiche hanno adottato ovunque la stessa modalità di semplice richiesta d’aiuto. Qualche volta han dovuto dormire in luoghi precari. Hanno con sé i sacchi a pelo. In qualche altra occasione chi le ha incrociate ha pensato fossero venditrici ambulanti e, senza lasciarle parlare, si è subito allontanato frettoloso dicendo: «Non ho bisogno di nulla». Martha – che annota tutto in un diario - ride, raccontando l’episodio: «Siamo noi ad aver bisogno!». Dopo la tappa bolognese, a Castel San Pietro hanno bussato e trovato ospitalità in una famiglia, al terzo tentativo. Credono fermamente sia il segno della Provvidenza. La sera prima, accolte a cena da una famiglia numerosa e generosa, i Lappi, hanno trovato la pizza fatta in casa. Anne-Claire ha confessato che sognava dalla mattina una pizza. Anche questa è Provvidenza. Non hanno denaro a sufficienza, per questo chiedono, fiduciose, alloggio e cibo. Vogliono arrivare a Gerusalemme entro Pasqua 2022. Lo fanno per motivi di fede, per accrescere la loro fiducia in Dio. Lo dicono con assoluta semplicità e naturalezza. E con la stessa naturalezza propongono a chi le ospita di fare con loro un pezzo di cammino. Jeanne, francese residente in Svizzera, ha 26 anni ed ha studiato sette anni fa a Bologna. Per questo parla italiano. È la portavoce del gruppo ed è partita da Ginevra per incrociare a Santhià Anne-Claire e Martha, in cammino da Parigi. Ora sono tra la Romagna e le Marche. Puntano alla Puglia dove traghetteranno verso la Grecia, per passare poi in Turchia e da lì a Cipro e quindi in Israele, evitando la Siria perché inattraversabile oggi. Appena si è sparsa la voce del loro pellegrinaggio, una riccionese ha informato i suoi amici italiani a Instanbul, per aiutarle quando arriveranno. E si scopre così che proprio in questi giorni sono passati, nella metropoli turca, altri due giovani pellegrini francesi. L’antico pellegrinaggio dall’Europa verso i Luoghi Santi non è mai cessato nei secoli e sembra stia tornando in auge. C’è chi sfida i tempi bui con la fede e la speranza.