Gli agricoltori attualmente riconosciuti che coltivano la cipolla di Drubiaglio e ne custodiscono la semente sono soltanto nove, e di piccolissima scala. In questi ultimi anni, però, si è risvegliato un interesse diffuso per la sua salvaguardia, anche grazie al Comune di Avigliana, che nel 2016 ha istituito un marchio De.C.O. e nel 2022 ha sostenuto la creazione del Presidio Slow Food.
La cipolla Bionda Piatta di Drubiaglio rappresenta davvero un’esperienza per il palato.
Le principali caratteristiche morfologiche e organolettiche delle tre tipologie di prodotto, sono le seguenti:
Cipollotto (ovvero cipolla raccolta immatura, nel momento in cui il bulbo ha appena iniziato a crescere e il suo sapore è ancora molto delicato): colore bianco-giallo paglierino, sapore dolce e delicato, consistenza tenera.
Cipolla da consumo fresco. Colore esterno giallo paglierino, interno bianca all’interno, sapore dolce e delicato, consistenza tenera.
Cipolla “da serbo” colore: giallo paglierino sapore dolce e aromatico, consistenza tenera.
Eccellenze assolute che valgono bene qualche lacrima.
TRADIZIONI
Maria Scalzo: quando la cipolla diventa protagonista.
In un libro la storia agricola di Avigliana:
la bionda piatta di Drubiaglio raccontata dai custodi di un’epoca
Uomini e cipolle.
Sono gli argomenti di “Più mani e una zappa (tra la cipolla bionda di Drubiaglio)”
libro di Maria Scalzo, classe ‘57, edito da ArabaFenice (12 euro)
"Luminosa cipolla, le cose tristi mi hanno sempre fatto piangere, ma tu mi fai versare lacrime di gioia! Per questo io ti celebrerò come solo un poeta può fare. Con un'ode!".
Pablo NERUDA oltre ad essere un grandissimo poeta era anche un amante della buona tavola. Viveva in una grande casa assieme alla compagna di vita Matilde Urruita che si occupava del grande giardino mentre lui lavorava alla sua scrivania scrivendo di cose importanti ed impegnate, ma anche delle cose semplici, di tutti i giorni, proprio come una cipolla.
Il poeta scopre assieme alla sua amata che anche una cipolla può essere bella e che perfino nelle cose più semplici ci può essere la felicità. Questa è la lezione che apprende Pablo Neruda e noi lettori con lui. La poesia delle piccole cose, dei frutti della natura, di quei speciali momenti quotidiani che viviamo con chi amiamo. Tutto può essere poesia, tutto è poesia, sta a noi saper raccogliere.
che ci ricorda che dobbiamo guardare al mondo con occhi diversi e farci sorprendere dalla meraviglia che è intorno a noi.
Cipolla, anfora di luce,
petalo a petalo
si formò la tua bellezza,
squame di cristallo ti crebbero
e nel segreto della scura terra
s’arrotondò il tuo ventre di rugiada.
Sotto la terra
fu miracolo
e quando apparve
il tuo grezzo stelo verde,
e nacquero
le tue foglie nell’orto quali spade,
la terra accumulò il suo potere
rivelando la tua nuda trasparenza,
e come in Afrodite il mar antico
duplicò la magnolia
innalzando i suoi seni,
così ti fece,
cipolla,
chiara come un pianeta,
e fatta per
brillare,
costellazione costante,
rotonda rosa d’acqua,
sopra
la tavola
della povera gente.
Generosa
disfi
la tua sfera di freschezza
nella consumazione
furente della pentola,
e la parete di cristallo
al calor dell’olio
si trasforma in riccioli di penna d’oro.
Anche ricorderò come feconda
la tua forza l’amor dell’insalata,
e sembra che il cielo contribuisca
dandoti fine foggia di grandine
a celebrare la tua trasparenza sminuzzata
sugli emisferi di un pomodoro.
Ma alla portata delle mani del popolo,
innaffiata d’olio,
spolverata
con un po’ di sale,
uccidi la fame
dell’operaio nella dura strada.
Stella dei poveri,
fata madrina
avvolta
in delicata
foglia, esci dal suolo,
eterna, intatta, pura
come semenza d’astri,
e nel tagliarti
il coltello in cucina
sale l’unica lacrima
senza pena.
Ci hai fatto piangere senza dolore.
Io ho cantato quanto esiste, cipolla,
ma per me tu sei
più bella di un uccello
dalle penne luminose,
sei per i miei occhi
globo celeste, di platino coppa,
ferma danza
di candido anemone,
e vive la fragranza della terra
nella tua natura di cristallo.