31 agosto 2021

Nuova eternità

Scrivendo l’introduzione alla quarantaduesima edizione di questa Enciclopedia si ha l’impressione di scrivere un prologo alla soluzione definitiva di un lungo dramma. Ma non semplicemente per quel processo intellettuale descritto dal filosofo antico Michel Foucault, il quale sosteneva che quando si scrive si cerca sempre di scrivere le ultime parole, quelle definitive. Invero questa enciclopedia, ma soprattutto ciò che contiene, dà ben più che la semplice impressione di avere tra le mani la chiave ultima: il lavoro che segue è la rivisitazione di tutta l’Enciclopedia Panlogistica rivisitata alla luce della teoria ormai più che affermata della nuova eternità, e quindi come è noto non può che essere la stesura finale. Il lettore probabilmente a questo punto resterà perplesso dato che questa dottrina è uscita alla ribalta da parecchio tempo. La cosa si spiega facilmente, il celebre libello Organa aeternitatis uscì proprio nel periodo in cui andava in stampa la precedente versione dell’Enciclopedia; in questi lunghissimi anni ci siamo arrovellati il più possibile per riscrivere l’immenso lavoro che andava totalmente ripensato dopo quelle poche pagine che fecero la storia. Consapevoli che questi fatti sono più che risaputi ci scusiamo se la trattazione risulterà pedante, ma per amor di verità e completezza converrà ricordare almeno certi fatti che appunto imposero una così radicale revisione dell’opera seguente.

Non si hanno molte notizia intorno all’anonimo scrittore del già citato Organa aeternitatis, tutte le fonti a nostra disposizione si rifanno ad uno scritto ritenuto quasi interamente apocrifo di più di mezzo secolo fa, ma che ormai è entrato nella narrativa comune intorno all’argomento. Si può affermare con abbastanza certezza che l’Anonimo compì i suoi studi nell’Alto centro di Logica dell’Elechon presentando una brillante tesi sulle fonti storiche ed occulte di Niccolò Cusano (filosofo e teologo di quel antichissimo periodo che gli storici della tarda modernità chiamano Rinascimento), la prima e forse unica stampa di questo breve lavoro, è andata perduto insieme al documento originale. Questo non ferma alcune sette eretiche dal dichiarare, una in opposizione all’altra, chi di possederla e venerarla come reliquia, chi di contemplarne il mistico contenuto, chi, come nell’antica leggenda del Sacro Graal, di andarne in cerca senza tregua e senza successo. Del poco che sappiamo su questo primo scritto è certo che l’Anonimo dimostrò che Cusano oltre a rifarsi alle fonti note come Proclo e Dionigi, segretamente egli si ispirava agli eretici della tarda cristianità detti I Cerchiati, una setta inglese di cui le cronache narrano che sostituivano al crocifisso dei manufatti di forma circolare. Costoro asserivano, come in seguito farà il filosofo di Kunes, che la geometria era la porta per la mistica. In particolare il cerchio era simbolo Dio e della vita umana, perché quest’ultima era in verità circolare, se fossimo vissuti abbastanza a lungo saremmo rinati e ogni volta la circonferenza si sarebbe fatta più ampia. Costoro identificavano Dio con l’essere che nell’infinità del tempo aveva reso la propria circonferenza eterna, coincidente con la retta.

Dopo la laurea segue una lunga pausa di silenzio e riflessione che porterà alla stesura del libello Organa aeternitatis. Dapprima fu consultato e recensito da quelli che furono considerati una manica di esaltati. Poi le tesi, nella loro incontrovertibile verità, furono accolte da tutti gli intellettuali di riguardo; solo infine vennero divulgate alle masse popolari che le accolsero in maniera alquanto scomposta e contraddittoria.

Per spiegare sommariamente (non vorrei risultare eccessivamente pedante) queste celebri teorie (le dimostrazioni originali vengono recitate ogni giorno con devozione da chiunque abbia un po’ di amor proprio) mi farò alla metafora della corsa, esposta come appendice nella prima versione del libello.

Questa asserisce che la vita non è infinita solo accidentalmente. Attualmente la nostra esistenza è stata come un correre contro un muro: prima o poi la corsa finisce. Ciò che il nostro autore riuscì ad intuire (cosa resa possibile anche dall’avanzamento senza pari della nostra epoca) e genialmente dimostrare è che la nostra corsa non è lineare ma curva. Questo vorrebbe dire che una volta spostato “il muro” quel tanto per “curvare” (e quindi non dovendosi schiantare) avremmo libera la corsa, così potenzialmente si potrebbe vivere eternamente. Grazie al grande progresso tecnico e scientifico del nostro tempo che hanno allungato la corsa come mai prima, già si comincia a notare la curvatura di questa corsa, restiamo però completamente all’oscuro di cosa esattamente questo voglia dire.

Come dopo ogni grande verità sono venute a creare nuove forme di superstizioni. Ciarlatani e furfanti di ogni specie cominciarono a corrompere la Dottrina. Se si considera tra l’altro che pochi ai nostri giorni consultano le fonti originali ne segue facilmente che moltissime sono le falsità e le falsificazioni nate intorno a queste facili ma rivoluzionarie idee. In verità la stessa promessa di vita eterna, a cui allude il nome, non è che una supposizione, seppur non assurda. Infatti l’Anonimo dimostrò solo che la corsa non era lineare, di che natura sia la cura non è ancora stato dimostrato. Pochi sono i dotti che sostengono la circolarità dell'esistenza (per lo più è credenza popolare molto radicata), i più credono in un movimento parabolico, che vorrebbe dire regredire fino alla fanciullezza per svanire nel pre-vita. Non sono mancati gli scettici logaritmici che sosterrebbero quindi una fine comunque inevitabile, solo indefinitamente protratta nel tempo. Ci sono stati rari periodici, in gran parte mentecatti e esaltati della prima ora, che sostengono in varie forme curve periodiche di tipo trigonometriche.

Ancore molte generazioni ci separano dal poter anche solo intuire la natura reale della curva, seppur già si è incominciata ad intravedere la non-linearità della corsa. A noi non resta che lasciare nelle mani dei posteri i frutti di questa grande epoca. Sicuri che questa Enciclopedia ne sarà degna compendio.


M. G.

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