28 gennaio 2020

Luce riflessa, ombra proiettata

Correlazioni tra genialità e pazzia


23 dicembre 1888.

Il fiato si fece corto, singhiozzi di incosciente follia eruttarono dalla bocca deformata da un’angoscia lacerante. Si guardò allo specchio in preda al delirio. Poi silenzio, pace? Confuso portò la mente altrove, per poco immaginò una notte stellata con montagne a riposo sotto quel cielo. Ma ecco che i monti e i colli si trasformarono in onde burrascose di giorni di pioggia. Ancora angoscia e quel viso pallido allo specchio. Fu un attimo, prese il rasoio e recise una simmetria troppo osannata. Una conchiglia sinistra di sangue cadde a terra.

Anni, secoli, si sono portati addosso uno dei più eclatanti esempi di teoria ingenua mai stata tramandata: la correlazione tra genialità e pazzia. È difficile negare che questo rapporto possa essere solo frutto di casualità per via del numero consistente di esempi che la storia ha fornito. Molti dei più grandi, i cosiddetti geni, soffrirono nella loro vita di forti depressioni o altri tipi di disturbi mentali, quali bipolarità o schizofrenia. Alcuni esempi maggiormente noti, come i disturbi che portarono Van Gogh a tagli così estremi come quello dell’orecchio e in seguito della vita, sbalzi emotivi come quelli di Pëtr Il'ič Čajkovskij o la scrittrice Virginia Woolf, il cui bipolarismo influenzò arte e vita. Genialità e pazzia, ma c’è una verità di fondo ai numerosi casi della storia?

La creatività, l’arte, l’intuizione geniale implicano, come già accennato nell’articolo dello scorso mese, una profondità fuori dal comune. Quello che il genio è in grado di visualizzare è unico. Una visione del mondo che è davvero in grado di distaccarsi dalla percezione della realtà sottoscritta dal senso comune. Una luce che sembra illuminare le menti dei suoi successori, un insight, intuizione forse che sconvolgerà, a portate più o meno grandi, il mondo. Ma ciò su cui ci si interroga da sempre è quello che succede nel mondo interiore del genio, dell’artista. “Chi lotta con i mostri deve guardarsi dal non diventare con ciò un mostro. E se guarderai a lungo in un abisso, anche l’abisso guarderà in te.” Sembra una predizione del proprio futuro quella di Friedrich Nietzsche nel passo di Al di là del bene e del male, l’interrogarsi a lungo sul senso della vita e del mondo, sull’essere e la ricerca delle risposte alle più grandi domande della vita possono portare alla fine del senno, la caduta nel vuoto di un’assenza razionale di risposte, la visione troppo personale e solitaria di un mondo che è vissuto però da miliardi di uomini, la solitudine di un’idea per quanto possa brillare esternamente può anche proiettare un’ombra di portata enorme.

Che tutta questa luce riflessa non sia altro che il tentativo di scacciare quest’ombra permanente e fredda? Le speculazioni al riguardo possono essere infinite, l’interrogarsi su ogni particolarità del sé e del mondo può portare alla presa di un tunnel. Capitò a molti dei più grandi della storia, come allo stesso Nietzsche che non risalì mai più dal baratro che per troppo a lungo si soffermò ad osservare. Ma al di là delle considerazioni personali corrette o meno che siano, negli ultimi anni, il rapporto tra creatività e intelligenza e disturbi mentali è stato indagato a livello scientifico.

In particolar modo uno studio ha portato a delle interessanti evidenze di correlazioni tra la scarsa densità dei recettori dopaminergici sia nelle menti di soggetti considerati creativi, che di soggetti affetti da schizofrenia e bipolarismo. La dopamina è un neurotrasmettitore che svolge diverse funzioni all’interno di aree del cervello ed è conosciuta per l’effetto di mediazione del piacere legato anche alle dipendenze. Il sistema recettoriale dopaminergico D2, presente nel talamo, secondo lo studio “Thinking Outside a Less Intact Box” di Manzano et al. condotto nel 2010, sembra essere strettamente legato al pensiero divergente e quindi alla creatività. Il pensiero divergente si identifica nella capacità di trovare soluzioni originali e utili per la risoluzione di problemi o la creazione di nuove idee, in poche parole potrebbe definirsi il grado di originalità di un individuo. Lo studio ha portato all’evidenza di risultati simili di un test di pensiero divergente in persone creative e in pazienti schizofrenici e bipolari, entrambe le categorie caratterizzate da una scarsa densità di recettori D2. Inoltre, è emerso che nelle famiglie dei soggetti creativi, quindi con un pensiero divergente maggiore rispetto alla norma, è più facile individuare persone soggette a psicosi.

Questo non implica che un creativo sia per forza affetto da una malattia mentale o che un paziente schizofrenico sia creativo, ma la predisposizione per una psicosi sembra essere alta in molti soggetti capaci di una visione “fuori dagli schemi”. Un risultato simile non può essere sufficiente, oltre a non porsi nemmeno come obiettivo questo risultato, a definire la categoria generale di creativi come borderline, ma può fornire forse una parziale spiegazione ai numerosi casi della storia che hanno dato vita alla correlazione tra genialità e pazzia.

“Sono pochi quelli che vedono coi propri occhi e provano sentimenti coi propri cuori” affermò il grande Albert Einstein. Il pensiero divergente è caratteristico di pochi, ma lo si può allenare, spronare, incoraggiare a una visione personale delle cose, la presa di posizione che va al di là di quella comune, la voce che, anche pacatamente, espone il proprio pensiero per scollarsi da una massa che sta stretta all'individuo. Così, anche senza essere "geni" o "pazzi", anche senza una scarsa densità di recettori dopaminergici, la creatività , germoglio di un pensiero unico e originale, potrà portare al mondo delle soluzioni interessanti che il pensiero convergente non è in grado di far emergere.


Letizia Chesini




FONTI:

Thinking Outside a Less Intact Box: Thalamic Dopamine D2 Receptor Densities Are Negatively Related to Psychometric Creativity in Healthy Individuals https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0010670

Schizofrenia https://www.ipsico.it/sintomi-cura/schizofrenia/

Disturbo bipolare https://www.ipsico.it/sintomi-cura/disturbo-bipolare-bipolarismo/

Pensiero divergente https://lamenteemeravigliosa.it/pensiero-divergente-cose/

Articolo di dicembre 2019

Arte è solo ciò che è esteticamente gradevole? No, l'arte è anche tutto ciò che va oltre la percezione sensoriale.