28 febbraio 2020

Tutto ciò che non esiste


-So già cosa succede. Cosa c’è che può interessarmi?

+Descrivimelo tu.

-Niente, il buio.

+Che altro?

-Niente. Vuoto, un foglio tinto di nero. Ma lo sai già, anche tu puoi chiudere gli occhi e vedere la stessa cosa.

+Riesci a vedere i suoi margini, i suoi vertici? Riprova.

-Mah…non ne ha, è come stare nel mezzo di qualcosa, guardando su e giù lo spazio che vedo è tutto uguale.

+Bene. Pensi di sapere cos’è?

-Credo sia un foglio….

+Dimmi di più.

-Non succede assolutamente nulla, è una specie di piano di lavoro, vuoto….

+Esatto.

-E il suo scopo sarebbe…?

+ Quello di un foglio, essere riempito. E puoi riempirlo solo tu, sei tu l’unico a poterlo controllare, ciò che accade al suo interno non fa parte del mondo e nemmeno discende unicamente dagli stimoli che da esso provengono. Ciò che può crescere lì, può esistere lì e solo lì.

“E all’improvviso, d’un tratto, ecco un’idea”, vorrei che qualcuno leggesse, guardando le scie dei miei pensieri, e invece niente. Assolutamente niente. E questa volta ci ho provato mi ripeto, ho provato di tutto, ho riflettuto in qualsiasi luogo, qualsiasi posizione, qualsiasi condizione. Ah, in questo momento mi manca lei. Ed è un problema, perché mi mancava anche ieri, e l’altro ieri, fino alla settimana prima e quella prima del nove dicembre dell’anno scorso. E non ho idea di come farla tornare, di come invitarla, di come interagire o di cosa discutere semmai tornasse, perché lei è imprevedibile. Va così spesso fuori tema, non segue una linea logica, va via da sola, non aspetta mai, non aspetta durante il suo percorso, né aspetta alla fine. Immaginazione è così. E quell’idea... non può nascere dal nulla, semmai appare all’improvviso, alla fine di un lungo percorso, dopo un’aggrovigliata creazione di nessi tra cose. Perché per “creare” devi necessariamente prendere spunto da qualcosa, al cui qualcosa assocerai qualcos’altro e poi qualcos’altro ancora, poi avvertirai qualcosa che si accende lì a sinistra (dovrebbe essere il tuo cuore), e cercherai di capire cos’è. A momenti ti sembrerà, forse, di cadere nel temuto fuori tema, ma per la verità non stai cambiando nulla, il soggetto scelto è sempre lo stesso, lo stai solamente rifinendo poco a poco, lo intagli lentamente e “all’improvviso, d’un tratto, ecco un’idea”.

E’ Immaginazione che ci permette di trovarla quest’idea, colmando le distanze fra cose lontane, scorgendo possibili collegamenti, creando nuove entità, siano esse concrete come un animale (in questo caso sarebbe “fantastico”) o un albero, o astratte come un sentimento o una qualità. Immaginazione, pur essendo libera di evadere dalla realtà, trae “nutrimento” proprio da tutto ciò che osserviamo e scopriamo. E mentre impariamo immaginare è la chiave. Mentre studiamo qualcosa, lei ci aiuta a fare nostro quel qualcosa, ad adattarlo a noi, a interiorizzarlo. Senza di lei, forse assorbiremmo tutte le informazioni senza andare oltre, senza riflettere e il riflettere stesso è immaginare. Da bambini pensiamo che l’immaginazione sia l’unica cosa che abbiamo. Cerchiamo di metterla in mostra, senza volerlo cerchiamo di ampliarla, grazie alla curiosità indaghiamo su ogni piccola cosa e ci riempiamo di tutto ciò che ci dicono per capire che succede qui e come funziona tutto. E più si imparano cose nuove più si immaginano cose nuove. Per questo imparare è fondamentale. E dato che non c’è teoricamente un limite, potrebbe essere così anche per la capacità di immaginare… che attinge alla realtà, la conosce minuziosamente solo per poter trovare una via d’uscita. E anche se l’immaginazione attinge ad una realtà “finita”, non significa che sia finita anch’essa, per nulla, solo si lega per crescere e poi si separa per creare.

Solo che, in effetti un po’ tutto ciò che immaginiamo può essere contenuto in un limite più o meno simile alla realtà. E quindi in fondo è tutto solo una combinazione di tantissime cose che abbiamo visto, toccato o di cui abbiamo almeno sentito parlare. È tutto meravigliosamente ricombinato, ma forse una vera via d’uscita non c’è. Comunque più impariamo, scopriamo e capiamo, più quei collegamenti si possono instaurare fra cose più numerose e più dettagliate, e più idee hanno la possibilità di essere notate, più che trovate, forse. Idee che altro non sono che quel collegamento, quel nesso tra cose. Idee che sono andate oltre ciò che si conosceva (secoli fa, decenni fa, due anni fa e ieri). Idee che nascono da una capacità che attinge inconsapevolmente a tutto ciò che sappiamo, non solo a due o tre cose simili ad essa, perché ogni cosa ne influenza un’altra e un’altra ancora. Ciò che contiene, sembra parecchio sconfinato ed eterogeneo… ma è grazie a questo che l’immaginazione si sviluppa in modi così strani e diversi. Diversi per ogni momento e per ogni mente, creati da ciò che si sceglie, da ciò che accade e da ciò che si desidera.


Ilaria Berlanda


Articolo di dicembre 2019

Cos'è l'infinito? Non è forse possibile contenerlo nell'attimo in cui osserviamo una notte stellata?

ilaria.berlanda.ilcardellino@gmail.com