Storia
La giostra era il classico “torneo” di origine medievale in cui due cavalieri in armatura e lancia si scontravano cercando di disarcionarsi, e quella cesenate – per antichità, continuità e durata – spicca nel panorama italiano senza temere paragoni.
Lo attesta la copiosa documentazione conservata presso l’Archivio di Stato e la Biblioteca Malatestiana di Cesena: Bolle papali, Capitoli (cioè il regolamento), cronache, documenti amministrativi, stampe, poemi.
Un patrimonio di circa 2000 documenti che certifica la continuità quasi anno per anno e che ci ha tramandato dettagli incredibili: i nomi dei giostranti, gli scudieri, i vincitori, i padrini, la cerimonia della premiazione, la composizione del corteo ecc.
La Giostra cesenate fu tenuta in modo sostanzialmente ininterrotto dal 1465 (allorché Papa Polo II° la concesse alla città in privilegio perpetuo) al 1838, probabilmente ultima al mondo in continuità dal Rinascimento.
Si teneva in piazza Maggiore (oggi del Popolo) preceduta da un corteo storico o allegorico, e al vincitore spettavano il Palio (cioè una pezza dipinta di tessuto pregiato) e un premio di 25 fiorini d’oro zecchino pagati dalla Camera Apostolica.
La città la considerava come una sua speciale prerogativa, un tratto distintivo, tanto da offrirla in omaggio agli ospiti di riguardo: legati papali, ambasciatori, principi, duchi o regine.
Con il passare del tempo le giostre persero la loro natura originaria: nate come vero e proprio esercizio militare e come strumento di affermazione personale, l’evoluzione della tecnica bellica, le nuove armi e le trasformazioni della società le avevano rese anacronistiche, uno spettacolo suggestivo ma superato.
A Cesena la giostra proseguì fino al 1838, più a lungo che in qualunque altra località, quando la morte di un giostrante ne causò la sospensione.