Filo spinato
Su un acceso rosso tramonto,
sotto gl’ippocastani fioriti,
sul piazzale giallo di sabbia,
i giorni sono tutti uguali,
belli come gli alberi fioriti.
È il mondo che sorride
e io vorrei volare. Ma dove?
Un filo spinato impedisce
che qui dentro sboccino i fiori.
Non posso volare.
Non voglio morire.
Questa poesia la scrisse Peter, uno dei tanti ragazzi rinchiusi a Terezin, un campo di concentramento a 60Km da Praga, nel quale venne registrato il più alto numero di internati bambini. Molti di loro, come Peter, ci hanno lasciato delle poesie.
Il binario che conduceva al campo di Auschwitz
Giunti a destinazione, le famiglie venivano divise, donne e bambini da una parte, uomini dall’altra e sotto gli occhi del "personale medico" delle SS, avveniva la prima selezione: mediamente solo il 25% dei deportati era dichiarato abile al lavoro, il restante 75% (donne, bambini, anziani, madri con figli) era automaticamente condannato a morte.
Filo spinato elettrificato
“Questo nostro lager – scrisse Primo Levi in Se questo è un uomo - è un quadrato di circa seicento metri di lato, circondato da due reticolati di filo spinato, il più interno dei quali è percorso da corrente ad alta tensione”. L’alta tensione si aggira intorno ai 60 e i 150 Kilovolt.