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A Taranto i bambini che vivono più lontano dall'ILVA hanno un Quoziente di Intelligenza più alto
Quoziente di Intelligenza, test di iperattività, disturbi dell’attenzione e del comportamento sociale: i bambini che vivono vicino all'ILVA presentano maggiori problemi. In particolare una ricerca dell'IIS presentata oggi a Roma riscontra difficoltà di apprendimento e di attenzione più elevate rispetto agli altri bambini che vivono più lontano dall'ILVA.
In particolare: riduzione del Quoziente di Intelligenza rilevata con la batteria WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children) nelle aree di Tamburi e Paolo VI, rispetto alle aree a maggiore distanza dalle sorgenti di emissione. Nonostante i metalli pesanti non presentino valori elevati nei bambini (questo affermano i ricercatori che oggi presentano a Roma i dati della ricerca condotta a Taranto) si constata un aumento di iperattività e tratti psicopatologici (ansia e depressione), riduzione dell’attenzione e alterazione del comportamento sociale, rilevati con le batterie CANTAB (Cambridge Neuropsychological Test Automated Battery), CBCL (Child Behavior Checklist) e SRS (Social Responsiveness Scale), nelle aree di Tamburi, Paolo VI, Statte rispetto alle aree a maggiore distanza dalle sorgenti di emissione.
Fonte: Taranto Sociale (7/12/2016)
Bambina morta di leucemia
«Ambra aveva sette anni e ancora qualche regalo da aprire prima di lasciare qui il suo corpo privo di respiro. Era figlia di disoccupati. Era figlia di Taranto, la città che ogni maledetto giorno, da cinquanta anni a questa parte, piange la scomparsa di cittadini, senza distinzione di sesso, età e ceto sociale, per interessi di pochi». Inizia così una lettera inviata dal gruppo dei “Genitori Tarantini” al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al governo, al presidente della Regione Puglia e al sindaco di Taranto, all'indomani della morte di una bambina di 7 anni che ha combattuto per due anni contro la leucemia. Una morte che i Genitori tarantini mettono in relazione all'inquinamento della grande industria con in testa l'Ilva. «Dovreste essere voi, signori - aggiungono gli autori della missiva - con le più alte cariche che la democrazia prevede, a chinare il capo, oppressi da quel senso di vergogna che martella il cervello senza tregua. Voi che, pur di non decidere, decidete che un'industria altamente inquinante debba essere venduta. Voi che, pur di venderla, stendete tappeti rossi - osservano riferendosi all'Ilva - cosparsi di petali di immunità penale ai piedi dei nuovi acquirenti, ancora più violenti e menefreghisti dei precedenti». Alle più alte cariche dello Stato, i Genitori Tarantini dicono: «Avreste potuto cambiare il corso della storia e non avete voluto farlo, chiediamo se avete una coscienza, sicuri che mentirete ancora rispondendo sì. Ambra aveva sette anni e ancora tanti regali da aprire».
Quotidiano di Taranto, 2 giugno 2017
Un serpentone di passeggini vuoti si è snodato nella città vecchia di Taranto "come testimonianza dei bambini non nati a causa dell'infertilità maschile e femminile e dei piccoli tarantini morti per l'elevato tasso di inquinamento sofferto dalla città". Il flashmob per la vita è stato organizzato dal gruppo Genitori tarantini (che aveva fatto affiggere nei giorni scorsi manifesti con i fumi dell'Ilva e la scritta 'I bambini di Taranto vogliono vivere').
Repubblica, 29 maggio 2017
Abbiamo incontrato il Sindaco di Taranto
Eravamo là, con tanti buoni propositi e il timore di dire parole sbagliate. Immaginavamo, certo, che chi dovevamo incontrare conosceva già i nostri sogni e le nostre aspettative, ma noi non conoscevamo i loro. Con chi avremmo parlato della salute dei bambini, di quanto questo popolo ha pianto e quanto, ancora, piangerà? Si, certo, il Sindaco. Ma come aveva fatto ad arrivare fino a quella carica non piaceva a nessuno di noi, gettava ombre lunghe e sospette, e certo non erano pregiudizi. Chi lo ha sostenuto, le persone legate a quel partito, non hanno voluto bene ai nostri figli, non li hanno difesi, non ne hanno chiesto il rispetto. È tutto scritto, nero su bianco. E così ci siamo seduti intorno a quel tavolo. Su una poltrona poco distante da noi, un signore della Digos con gli occhiali da sole garantiva la sicurezza. Così, quando la dott.ssa Parisi ha iniziato a parlare dei suoi piccoli pazienti (quelli che non ci sono più, per intenderci, e quelli che ancora soffrono) e si è alzata in piedi in loro onore, chiedendo al sindaco di non dormire la notte, come non dorme lei, il signore della Digos è uscito; forse vergognandosi un po’. Sono state tre ore di pena, di lacrime, ma anche di grande consapevolezza. A cominciare dai nostri tecnici, preparati, intelligenti, comunicativi, passando da Alessandra, Sabrina, Stefania, per arrivare al Sindaco che ci è parso d’accordo su quanto dicevamo. Finalmente non abbiamo dovuto combattere per dimostrare quello che per noi tutti è una realtà che si vive ogni giorno, in tutte le case. A Taranto stiamo morendo innanzitutto per colpa dell’inquinamento prodotto dalle grandi industrie. Punto. Eravamo tutti d’accordo, le mamme, i papà, le pediatre, il tecnico, il Sindaco ed il Vice Sindaco. E forse anche il signore con gli occhiali della Digos. Adesso, noi Genitori tarantini vogliamo sperare, senza abbassare di un solo millimetro la guardia, orgogliosi che i nostri cuori, all’unisono, abbiano ancora voglia di battere per il bene di Taranto e di tutti i suoi figli.
Genitori Tarantini
31/8/2017
Conferenza stampa sabato
18 novembre 2017 ore 10
Biblioteca comunale di Taranto
I Genitori tarantini sono sempre stati per l'inclusione. L'idea di riunire per raggiungere lo stesso obiettivo il più grande numero di Associazioni della provincia sta per realizzarsi. Questo è il video di presentazione della Conferenza stampa unitaria in programma per sabato 18 novembre. E' un invito esteso ai cittadini che volessero partecipare. Un ringraziamento infinito alle altre 25 Associazioni che hanno aderito alla nostra iniziativa. E un particolare ringraziamento per il video di Angelo Murianni, un giovane tarantino di cui essere orgogliosi.
LETTERA D LUIGI DI MAIO
Signor Luigi Di Maio,
“anche il più misero tra gli uomini ha qualcosa di prezioso, qualcosa che non può essere ceduto, messo in vendita, macchiato. E’ il nome che il proprio padre e prima ancora il nonno e le generazioni precedenti gli hanno regalato. E’, questo, un valore non negoziabile, un impegno a vivere con la schiena dritta. Perduto questo valore, si cessa di essere Uomini.”
Questo le dicemmo, durante l’incontro da lei voluto, a Roma, con le associazioni tarantine, aggiungendo, in quel pomeriggio del 19 giugno 2018, che l’interesse pubblico non può prescindere da quelli che sono i diritti “fondamentali” dell’individuo (salute e salubrità dell’ambiente). Giusto quello che l’Avvocatura di Stato, da lei interpellata a riguardo, le rispose nelle proprie conclusioni, il 5 settembre dello stesso anno.
Lei è andato avanti per la sua strada, calpestando i dettami costituzionali e le sue stesse promesse e macchiando il suo nome come i melanomi macchiano, aggredendola, la pelle.
Nell’affannosa rincorsa al consenso, lei ha colpevolmente perso di vista, tra le altre cose, la necessità (che è un “dovere” della Repubblica italiana, art. 32 della Costituzione) di tutelare la salute e la salubrità dell’ambiente. Il suo movimento sì è fatto fagocitare dalla Lega, che ha vestito i panni del leone che mangia i cuccioli della propria specie, ma non i propri figli.
In perfetta sintonia e continuità con i governi precedenti, lei ha preferito la “produzione” alla “salute”, scegliendo, tra la vita e la morte, quest’ultima.
Apprendiamo dagli organi di informazione che lei non ha passato il ferragosto al mare o in montagna o in visita a qualche museo. No, lei ha utilizzato il 15 agosto per colpire ancora una volta a tradimento il popolo tarantino.
Lei ha chiesto al suo complice di governo di approvare il “decreto Imprese” per tutelare, afferma, anche i lavoratori dell’ex Ilva di Taranto. Un tentativo piuttosto maldestro di fare ricadere le colpe su chi di colpe ne ha già tantissime, ma non questa.
L’unico responsabile dell’affaire Ilva è lei, signor Di Maio. L’unico!
L’unico che sarà responsabile, qualora i ministri in forza alla Lega dovessero firmare, delle “misure inderogabili” per l’ex-Ilva, che prevedono un’intesa tra il governo e ArcelorMittal sull’immunità penale entro il 5 settembre. Quell’immunità penale che sarebbe stata cancellata (parole sue, retoricamente interpretate come un piccolo attore in una recita scolastica di fine anno, proprio a Taranto).
Purtroppo, lei confonde il “lavoro come garantito dalla Costituzione italiana” con il lavoro che viene offerto, pari, quest’ultimo, alla schiavitù, visto che i lavoratori dell’ex-Ilva vengono impiegati senza un minimo di rispetto per la dignità, la sicurezza, la salute e la salubrità dell’ambiente. Quello che lei vuole salvaguardare, signor Di Maio, non è “lavoro”! Ripetemmo questo concetto anche al ministro della Salute, Giulia Grillo (in forza al suo movimento), il 4 settembre, per sentirci rispondere, candidamente che purtroppo ci sono le aziende e i poteri forti… (con buona pace del governo del cambiamento).
La politica del suo movimento, portata avanti da dilettanti quali voi siete, ha fatto ingrassare di consenso solo la pancia del suo complice di contratto, sbaragliando solo il popolo italiano e facendo perdere di credibilità agli occhi dell’intero pianeta l’intera nazione.
Lei ha perduto il suo nome per sempre, signor Di Maio.
Nel quartiere Tamburi, che di altra fama dovrebbe essere vestito, è stata affissa una targa, una quindicina di anni fa.
NEI GIORNI DI VENTO NORD-NORD/OVEST
VENIAMO SEPOLTI DA POLVERI DI MINERALE
E SOFFOCATI DA ESALAZIONI DI GAS
PROVENIENTI DALLA ZONA INDUSTRIALE “ILVA”
PER TUTTO QUESTO GLI STESSI
“MALEDICONO”
COLORO CHE POSSONO FARE
E NON FANNO NULLA PER RIPARARE
Noi ci uniamo a loro per condividere questo pensiero.
Lei è tra quelli che potevano fare. Lei è tra quelli che noi malediciamo. Ed è in ottima posizione di classifica, di sicuro è già sul podio.
Vorremmo concludere con una frase in dorico antico, la lingua degli Spartani che fondarono Taranto: “Acquà n’amɘ ruttɘ dɘ pruca’ lɘ fìgghiɘ nuèstrɘ e dɘ mure’ pɘ arrɘcchèscɘrɘ ‘u rèstɘ dɘ ‘sta cazzɘ dɘ naziónɘ”.
Quello che vogliamo dire è di facile interpretazione. Tuttavia, se lei dovesse avere qualche difficoltà, può interpellare gli iloti tarantini eletti in Parlamento con il Movimento 5 stelle. E’ possibile che questi, alla fine della loro breve quanto inutile esperienza parlamentare, ritrovino finalmente la parola per tradurle il tutto. Almeno questo dovrebbero saperlo fare.
Associazione Genitori tarantini – Ets
Lettera a ROBERTO CINGOLANI
IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DA NOI INVIATA A ROBERTO CINGOLANI, FANTOMATICO MINISTRO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA. Egregio Cingolani Roberto,
con la sua filippica contro gli ambientalisti, durante il suo intervento al convegno di Italia Viva, ci ha dato l’impressione di voler compiacere il padrone di casa, del quale noi tarantini conserviamo ricordi sgradevoli. In alternativa, le sue parole sono frutto del suo libero pensiero.
Ci permettiamo, allora, alcune considerazioni.
Colui che desidera un ambiente pulito, scevro da quell’inquinamento (in particolare, quello industriale che procura benefici economici a pochi e danni a una vastissima platea di esseri viventi) che minaccia la vita e la salute propria e dei propri figli non è un ambientalista, è una persona normale!
Lei, quindi, con le sue parole ha inteso offendere una platea di esseri umani, non solo italiani, molto più vasta di quanto abbia mai potuto immaginare.
Quegli oltranzisti e radical chic che lei individua come “parte del problema” e definisce “peggio della catastrofe climatica” esistono proprio per cercare, tra le altre cose, di porre un argine a folli elucubrazioni come quelle uscite dalla sua bocca.
Tra gli oltranzisti e radical chic di sua importante nomina annoveriamo genitori che hanno perso per sempre i propri figli, genitori che cercano, spesso invano, di curare i propri figli, fratelli derubati dei propri fratelli, figli derubati dei propri genitori, e nonni e zii e amici. Tutti vittime, e non certo cause, di spregiudicato inquinamento ambientale. A Taranto, ne contiamo a migliaia!
Quindi, se come suggerito da lei, dobbiamo guardare i numeri, ci lasci il tempo di fare un salto al Cimitero monumentale di Taranto (sempre che si possa visitarlo in toto, visto che varie zone sono inaccessibili, come da ordinanza sindacale, perché fortemente inquinate da diossina); ci lasci il tempo di chiedere ai medici dell’Ospedale San Giuseppe Moscati i numeri dei pazienti che giornalmente devono accedervi per ricoveri e, in lunghe file di attesa, per la chemioterapia in day hospital; ci lasci il tempo per parlare con il dirigente del reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale Ss Annunziata. Ce lo lasci fare per il semplice fatto che questi sono i numeri che contano, in una repubblica democratica.
“Se non guardate i numeri, rischiate di farvi male!”, ha detto lei. Quali numeri, dott. Cingolani? Quali sono i numeri che interessano una transizione ecologica?
Dobbiamo forse essere noi a ricordarle che la transizione ecologica è quel processo di innovazione tecnologica che non tiene conto solo dei profitti economici, ma tiene conto del rispetto dei criteri per la sostenibilità ambientale?
Scaricare sugli ambientalisti, sulle persone normali di questa nazione, parte delle colpe che sono totalmente di questo e dei precedenti governi ci fa pensare a quel bambino che, impreparato per un compito scritto, si giustifica con la maestra dicendo che i compagni gli hanno rubato la penna. Per il compito, però, lo scolaro avrebbe potuto usare la matita o i colori, o le dita sulla sabbia, se solo lo avesse voluto. Incompetenza, impreparazione: sono queste le ragioni che spingono a cercare capri espiatori.
Le ricordiamo che lei occupa un ruolo istituzionale molto ben pagato anche dai radical chic dell’ambiente. Lo facciamo solo perché anche a questi lei deve rispetto.
Le facciamo notare, infine, che neppure una volta l’abbiamo nominata come ministro. La ragione è che, per quanto ci riguarda, lei è indegno del ruolo che occupa e vorremmo chiedere le sue dimissioni immediate. Anche per la sua dignità personale, si figuri un po’. Anche per quella giustizia sociale ed ambientale che le sue parole tendono a nascondere, denigrare, affondare.
Associazione Genitori tarantini - ets
"Non un altro bambino, non un altro abitante di questa sfortunata città, non un altro lavoratore dell’ILVA, abbia ancora ad ammalarsi o a morire o ad essere comunque esposto a tali pericoli, a causa delle emissioni tossiche del siderurgico ".
Patrizia Todisco
GIP Tribunale di Taranto
SCRIVONO I MEDIA SUI GENITORI TARANTINI
Vogliamo ringraziare le Associazioni del territorio tarantino che hanno partecipato alla riunione di venerdì 13 ottobre. Una prima pietra per la costruzione di quella UNIONE, che tutti auspichiamo ma che sembrerebbe di difficile realizzazione, è stata posta. Ascolto, idee, proposte e soprattutto condivisione sono stati gli elementi che hanno mosso i delegati. Se qualcuno ci dovesse chiedere oggi se possiamo farcela, potremmo tranquillamente rispondere: "Sì, possiamo farcela. Dipende solo da noi!"