La startup Skipping Rocks Lab ha realizzato con delle alghe, un materiale per soluzioni di packaging, edibile ed ecocompatibile, denominato Notpla.
Skipping Rocks Lab è una startup nata nel 2013 da due universitari dell'Imperial College e del Royal College of Art di Londra.
Dopo il video sulla sua prima soluzione di packaging - Ooho, la sfera d'acqua edibile - diventato virale nello stesso anno, aderisce al programma del Climate KIC, il più grande acceleratore d'Europa relativo all'innovazione climatica.
Nell'aprile del 2017 ottiene il suo primo finanziamento su Crowdcube, una piattaforma di crowdfunding, e nell'estate del 2018, un secondo finanziamento, per la realizzazione della sua seconda soluzione, grazie a Sky Ocean Ventures, il fondo del gruppo Sky per la salvaguardia del mare.
Infine, nel 2019, la startup decide di dare un nome al materiale dedicato alla creazione di tali soluzioni, denominandolo Notpla.
La startup BioCellection ha realizzato una tecnologia capace di riciclare la plastica in sostanze chimiche riutilizzabili.
BioCellection è una startup creata da due studentesse della University of British Columbia.
Il suo obiettivo è realizzare processi di riciclaggio innovativi volti a trasformare i rifiuti plastici in nuovi materiali, come ad esempio per le componenti d'auto o tessuti.
L’idea nasce per contrastare l’inquinamento da plastica nei diversi ecosistemi terrestri, poiché il solo processo di biodegradazione non ha velocità tali a compensare i ritmi produttivi di nuovi materiali plastici. Infatti, solamente il 10% dei rifiuti plastici prodotti viene riciclato in questo modo. Esistono tuttavia altri metodi “industriali” per i quali le eccessive temperature richieste, i costi elevati di realizzazione, nonché le emissioni rilasciate nell’ambiente, ne scoraggiano l’uso.
A fronte di questo, BioCellection ha iniziato a studiare il meccanismo adottato dai batteri del suolo coinvolti nel processo di biodegradazione - capaci di scomporre e “mangiare” la plastica - per individuare dei meccanismi chimici che siano più rapidi ed efficienti nell’effettuare tale processo e che allo stesso tempo non richiedano elevate temperature e costi di applicazione elevati.
La soluzione è arrivata con la realizzazione di un catalizzatore - una sostanza capace di favorire e accelerare una reazione chimica - capace di svolgere la stessa funzione dei batteri “mangia-plastica”, ma in tempi ridotti e in modo più efficiente.
Il vantaggio di questa soluzione risiede nella possibilità di riciclare materie plastiche di solito impossibili da trasformare, come il polietilene, poiché troppo contaminate da altre sostanze, quali ad esempio gli avanzi di cibo, presenti nel packaging plastico destinato ai prodotti alimentari.
Infine, qualche dato relativo alla startup. Essa è capace di convertire, entro tre ore, oltre il 90% dei rifiuti plastici, facendo risparmiare, per ogni tonnellata di plastica riciclata, circa 20 tonnellate di CO2 emessa in atmosfera e producendo sostanze chimiche per un valore di oltre 2.500 dollari.
La società EggPlant grazie ad una tecnologia esclusiva, ha realizzato delle bioplastiche a partire dalle acque reflue.
EggPlant è una società a responsabilità limitata (s.r.l.) creata da tre giovani italiani nel 2013.
Il suo obiettivo è contribuire allo smaltimento delle acque reflue e ridurre l’inquinamento da plastica, in un’ottica di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e secondo i principi dell’economia blu - l’economia mirata alla valorizzazione degli scarti - e della biomimetica - disciplina che studia i processi biologici e biomeccanici della natura per il miglioramento delle attività umane
A tal fine, la società ha sviluppato un sistema che utilizza i rifiuti organici presenti nelle acque reflue – a seguito del processo di depurazione - per realizzare prodotti ecocompatibili. Questi prodotti, potranno in seguito essere utilizzati in diversi settori, quali ad esempio l’agricoltura, l’elettronica e la cosmetica.
In particolare, nel 2018, EggPlant ha collaborato con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) al progetto “BioCosì”, che mira ad utilizzare gli scarti della filiera casearia per produrre imballaggi 100% biodegradabili, come vaschette per i formaggi o bottiglie per il latte, destinati alla conservazione degli alimenti.
Infine, nel corso degli anni, la società ha partecipato a molte iniziative nazionali e internazionali, sulla tutela ambientale, per le quali ha ottenuto vari premi e riconoscimenti anche da parte di enti di rilievo. A conferma di questo, EggPlant è stata premiata con un finanziamento “Horizon 2020” - un programma di finanziamento della Commissione europea.
L'organizzazione no-profit The Ocean Cleanup, ha realizzato un macchinario denominato Ocean Array Cleanup, capace di ripulire gli oceani dalle plastiche.
L'organizzazione è nata nel 2013 dal giovane imprenditore olandese Boyan Slat.
Il suo obiettivo è contribuire ad una maggiore tutela degli oceani, grazie all’utilizzo di una tecnologia che consente di ripulire e ridurre la formazione di inquinamento plastico negli oceani.
A fronte di questo, l’organizzazione ha realizzato il progetto “Ocean Array Cleanup”, una barriera galleggiante capace di filtrare l’acqua dell’oceano ed immagazzinare rifiuti plastici di varie dimensioni. Per fare questo, la barriera sfrutta l’azione delle correnti oceaniche e utilizza delle componenti elettroniche alimentate solo con l’energia solare, senza dover fare pertanto affidamento a fonti di energia esterna.
Il progetto mira soprattutto a dimezzare l’inquinamento plastico nel Great Pacific Garbage Patch – la più ampia “isola di plastica” del mondo, presente nell’Oceano Pacifico, tra le Hawaii e la California - entro il 2025, eliminando circa 3 tonnellate di materie plastiche ogni settimana, prevedendo la rimozione di tutta la plastica oceanica entro il 2040.
Nel 2017 The Ocean Cleanup ha ottenuto oltre 20 milioni di $ in donazioni per lo sviluppo del suo progetto, che divenne operativo nel 2018. Infine, a Maggio 2020, l’organizzazione ha vinto il premio di 1 milione di $ da parte della Benioff Ocean Initiative - un’iniziativa dell’Università della California, Santa Barbara che unisce scienza e tecnologia per aumentare la salute degli oceani - per impedire che i rifiuti plastici, provenienti dai fiumi della Giamaica, invadano ulteriormente l’Oceano Pacifico.