Focus

Dall’Agenda 21 all’Agenda 2030 intercorre un salto concettuale che dalla “ormai antica definizione della nozione di sviluppo sostenibile del 1992 giunge alla formalizzazione matura dei criteri di attuazione del 2015, anch’essi parzialmente superati, per lanciare la sfida di conseguire in tre lustri soglie di sostenibilità sociale, economica ed ecologica determinate. A tale volontà si intrecciano periodicamente piani di ricerca comunitari (Horizon Europe 2021-2027; European Green Deal, …) e nazionali (PNR 2015-2020; PNR 2021-2027, …) che nel proporre bandi per progetti su tematiche rivolte allo stesso enunciato contribuiscono al raggiungimento delle finalità prefigurate.

Da un articolato programma di azioni, un vero e proprio manuale per lo sviluppo sostenibile del pianeta nel XXI secolo, si è giunti ai 17 obiettivi che abbracciano questioni fondamentali per lo sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni: porre fine alla povertà, lottare contro l’ineguaglianza, affrontare i cambiamenti climatici.

Ci si è accorti che accanto alle tre dimensioni – economica, sociale, ecologica – se ne deve esplicitare una quarta riguardante l’ABITARE, quale concetto articolato che sottende e interpreta ciascun tentativo di agire su qualsiasi declinazione dello sviluppo sostenibile.

Un tema che richiede una ricerca progettuale costante perché il suo essere in divenire rende qualunque analisi o teorizzazione superata dal modificarsi degli scenari; peraltro, la sua ampiezza pretende un approccio olistico e multi-scalare per comprendere e affrontare le interconnessioni fra diversi ambiti culturali e le implicazioni su molteplici scenari di contesto.

L’approfondimento auspicato nell’ambito del convegno intende attraversare questo momento di transizione ed esplorare, con apporti trans-disciplinari e inter-generazionali, quale potrebbe essere per ciascuna delle tematiche proposte il contributo “sostenibile” di una progettazione rivolta tanto al patrimonio esistente quanto a quello ancora da immaginare, dalla scala urbana alle soluzioni di dettaglio.

Dell’ABITARE, quarta dimensione dello sviluppo sostenibile, i contributi scientifici potranno accogliere la dimensione umana e di inclusività, quella funzionale e di sicurezza sanitaria, quella storica e di valorizzazione culturale, quella tecnologica e di circolarità; e farlo con un approccio aperto che premierà l’aggregazione e l’ibridazione di più apporti disciplinari, le simulazioni numeriche e/o le validazioni sperimentali, analisi predittive e monitoraggi strumentali.


Topics


  1. Comunità sostenibili: edificio, quartiere, territorio

Si propone una riflessione su processi, metodi e strumenti necessari per progettare un edificio, un quartiere, un territorio in cui l’ecosostenibilità si coniughi con la salute degli abitanti, l’equità sociale, la qualità dell’ambiente costruito, con specifica attenzione alla valorizzazione delle risorse, culturali, sociali, ambientali, alla riduzione degli impatti e dei consumi, alla promozione delle pratiche di bonifica, riuso e riciclo.

I contributi finalizzati ad approfondire questa tematica potranno riguardare:

  • la partecipazione collettiva nei processi decisionali in una dimensione policentrica che garantisca autonomia e sussidiarietà;

  • i sistemi urbani circolari: sperimentazioni di innovazione sociale e tecnologica, sostenute da visioni e approcci multidisciplinari;

  • azioni di progetto “rivoluzionarie” per adattare l’esistente ad esigenze nuove e mutevoli, capaci di mitigare gli impatti ambientali;

  • la valorizzazione, ricomposizione, riconversione e riqualificazione di aree e sistemi insediativi di particolare rilevanza ambientale (spazio pubblico urbano, aree dismesse, aree rurali, aree litoranee e costiere, parchi urbani, ecc.);

  • i graffiti quali tracce di libertà e rigenerazione sostenibile.



  1. Cultural Heritage: storia, rappresentazione e progetto

Una visione statica della conoscenza del patrimonio esistente si ancora alla sua conservazione.

La proiezione ambita dallo sviluppo sostenibile ne promuove, accanto a una indispensabile conoscenza/conservazione, la fruizione, la valorizzazione e la gestione intese con spirito critico, prescindendo da fattori scalari e cronologici. Ci si potrà concentrare quindi su: siti archeologici; architettura rurale e vernacolare; centri storici, archeologia industriale così come su architetture del patrimonio storicizzato, del Novecento o anche più recenti se soggette a vincolo richiesto dall’autore.

Un campo di indagine da affrontare senza delimitazioni disciplinari con contributi che potranno vertere su:

  • approcci innovativi e tecnologie digitali per la gestione del patrimonio storico-architettonico, archeologico, paesaggistico;

  • la storia della costruzione come strumento propedeutico alla ri-progettazione;

  • il restauro del Moderno;

  • la conoscenza storico-architettonica attraverso tecniche di rappresentazione e rilievo.



  1. Innovazione tecnologica “circolare”: processo, progetto, risorse

Il rapporto tra economia circolare e innovazione tecnologica sembra biunivoco e necessario.

Si ipotizza che una industria 4.0 possa garantire l’ottimizzazione dei consumi energetici e di risorse non rinnovabili, riducendo gli sprechi energetici e gli scarti generati nel processo di produzione.

Purtuttavia, se è una realtà che certificazioni di qualità, dichiarazioni di prestazioni, LCA di prodotto preludono a un percorso cradle to cradle, non bisogna ignorare che ci sono molteplici opzioni per raggiungere obiettivi sostenibili anche in presenza di esperienze produttive tradizionali e artigianali.

I contributi nel panorama delle innovazioni di processo, progetto e prodotto, potranno comprendere:

    • la definizione di soluzioni tecnologiche innovative e al contempo per l'uso innovativo di soluzioni tecnologiche tradizionali;

    • Circular Building e Circular Technologies: un approccio progettuale e/o tecnologico orientato al Design for Disassembly;

    • l’estensione del ciclo di vita utile mediante il modello della rigenerazione tecnologica (5R);

    • la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione;

    • la sfida dei materiali innovativi: a km zero, da risorse rinnovabili e/o da riciclo, riciclabili;

    • le certificazioni di qualità VS la qualità di processo, progetto, prodotto.


  1. Salute, benessere, sicurezza: vecchi e nuovi modelli dell’abitare

Come ripensare l’abitare dentro una nuova condizione culturale, progettuale e produttiva è la finalità da perseguire guardando a nuove sfide contemporanee, riesaminando consolidati modelli tipologici e sperimentando innovative soluzioni distributivo-funzionali e tecno-tipologiche, nonché reti e infrastrutture materiali e immateriali, per concepire modelli abitativi rispondenti a ineludibili esigenze di salute, benessere e sicurezza.

Guardando alle mutazioni sociali, economiche, sanitarie e più ampiamente esigenziali, i contributi potranno rivolgersi a:

  • l’incrocio di caratteri distributivi, formali e costruttivi nelle tipologie edilizie consolidate e/o sperimentali;

  • la sindrome dell’edificio malato nello scenario di una emergenza pandemica;

  • le ricadute di una composizione versatile della famiglia e di nuovi profili d'utenza sui modelli dell’abitare;

  • la residenza quale primo gradino della sostenibilità fruendo di strategie ambientali, condivisione di servizi, tecnologie connettive;

  • la domotica per ripensare gli ambienti di vita.



  1. Ottimizzazione delle qualità prestazionali degli edifici: simulazione e costruzione

La qualità prestazionale sia nell’ambito delle nuove costruzioni che del patrimonio edilizio esistente riguarda uno spettro ampio di esigenze di benessere: termico, luminoso, acustico, tattile, percettivo. Potrà essere testata sia in fase di progetto mediante azioni di simulazione sia in fase di costruzione rivolgendo l’attenzione alle tecniche di posa in opera dei prodotti simulati.

Le risultanze dei processi-progetti-prodotti di efficientamento prestazionale potranno essere oggetto di contributi su:

  • protocolli di sostenibilità ambientale per città, beni culturali e residenza;

  • aspetti procedurali e di progetto per il raggiungimento degli standard normativi previsti per gli edifici a consumo energetico quasi zero (NZEB);

  • vincoli normativi e di contesto, rinnovati input esigenziali, rilievo e monitoraggio di dati ambientali quali interazioni di revisione progettuale;

  • nuovi ruoli professionali e processi operativi in tema prestazionale.



  1. La digitalizzazione del processo edilizio

La transizione digitale ha investito il mondo delle costruzioni che a varie scale deve rispondere a richieste normative e operative di digitalizzazione. Tutte le fasi del processo sono interessate da una profonda revisione dei criteri di elaborazione concettuale oltre che operativa: dalla programmazione alla gestione si fa ricorso a piattaforme GIS, BIM, a sistemi di Realtà Aumentata (RA) e di Realtà Virtuale (VR) per una ricerca di automazione dei processi, di interoperabilità tra le piattaforme e di verosimiglianza dei risultati.

La ricerca deve essere ricondotta alle discipline coinvolte dal convegno orientando i contributi verso:

  • l'evoluzione dell’H-BIM per la gestione del patrimonio storico architettonico;

  • la sostenibilità sociale, economica e ambientale nelle applicazioni del BIM;

  • riflessioni sull’interoperabilità in ambito di progettazione esecutiva;

  • le visualizzazioni 3D quali strumenti di approfondimento progettuale;

  • l’integrazione fra GIS e BIM nel futuro delle costruzioni.


Atti del convegno