The Brig, scritto da Kenneth Brown nel 1963, non solo ci fornisce un’immagine chiara e oggettiva di quello che accadeva in una delle tante prigioni detentive durante la seconda guerra mondiale, in questo caso quella di Okinawa, ma mette alla berlina un corpo specifico militare, quello dei Marines. Brown compie un grande atto di coraggio sia per se stesso che per la società, in un momento storico molto travagliato, caratterizzato da numerosi scioperi per la pace, in vista della guerra del Vietnam. Il suo è un atto rivoluzionario, vuole smascherare le dinamiche perverse e violente di alcuni reparti dei Marines. Lo fa in maniera cruda, impersonale, violenta. Sarà proprio questo a colpire il living di Beck e Malina, questa impersonalità, questa oggettività, ma anche la precisione descrittiva con cui Brown descrive la struttura della prigione e i soprusi, le violenze e i rituali ossessivi a cui erano sottoposti i prigionieri. Beck e Malina erano alla ricerca di uno stimolo che consentisse loro di allargare gli orizzonti del loro discorso sul teatro. Leggendo The Brig scorgono la possibilità di distruggere ancora una volta la logica della messa in scena superando definitivamente i limiti del realismo. The Brig avrà un impatto sull’Europa e le carceri non indifferente. In Italia, The Brig verrà rappresentato dalla compagnia della Fortezza nel carcere di Volterra. Questo spettacolo, assumerà un significato ancora diverso da quello del Living, forse ancora più forte a livello emotivo per via dell’eliminazione della distanza tra pubblico e attori. I detenuti - attori nel carcere di Volterra si mischiano nella folla di spettatori, urlando le loro angosce e desideri che alcuni non potranno mai esaudire.