Psicologo clinico e di Comunità, psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico relazionale specializzato presso la Scuola de “Il Ruolo Terapeutico” di Milano.
Da quasi 16 anni mi occupo della dimensione psicoeducativa rivolta esclusivamente al femminile all’interno della Cooperativa Punto D’Approdo; contesto che ritengo abbia contribuito fortemente al mio arricchimento professionale ed affettivo dettato dai continui scambi e progetti quotidiani incentrati sulla socio relazionalità, con le utenti in primis e successivamente attraverso il lavoro di rete nel quale ogni singola donna si inserisce. La struttura presso la quale opero è collocata sul territorio trentino, direi in prima linea, nella risposta ai bisogni e problematiche relative alla “violenza di genere”. Da alcuni anni, seguo, sempre all’interno del P. D’approdo, anche la funzione “di pronto intervento psicologico-supportivo a favore delle richiedenti protezione internazionale” in collaborazione con la Provincia di Trento ed il Centro Astalli. In concomitanza al lavoro di operatore comunitario, esercito la parte clinica in libera professione nel centro clinico psicoanalitico del Ruolo Terapeutico di Trento; al cui interno mi occupo dei percorsi di cura rivolti ad adolescenti, giovani adulti, adulti e coppie.
Mi candido per la prima volta per il Consiglio dell’Ordine a seguito di un “lungo sprone” che una cara collega ha esercitato nei miei confronti. Dapprima respinta, ho in seguito ceduto alla sollecitazione proprio perché sentivo che stava collimando con un mio desiderio ed una curiosità nascenti rispetto all’amata disciplina psicologica. Oggi, dopo un approdo al “mondo psicologia” un po’ tardivo, sono animato appunto da una rincorsa curiosa, forse un po’ riparatrice, verso le relazioni che curano; pertanto, mi metto a disposizione con curiosità, con cura di me, con responsabilità e con abitabilità affettiva nei confronti delle comunità trentina a favore di una psicologia sempre più “pret-a-porter, per tutti, sulla scorta di quei sentieri ben aperti dai colleghi precedenti. infine, credo che unendo ognuno il proprio “Io relazionale” a quello dell’altro, come atto di fede allo sviluppo del tessuto psicologico, possa fornire un ottimo viatico di aiuto all’altro.