Silent Film

Il mio diario di guerra

regia di Riccardo Tolentino

Don Lorenzo, sacerdote buono e generoso, conforta le anime della sua parrocchia, un piccolo paesino sul confine. Quando scoppia la guerra tra Italia e Austria, non esita ad esporsi personalmente perché Ernesto, un giovane irredento, posso varcare il confine ed arruolarsi nell'esercito Italiano. La reazione degli austriaci è spietato: i genitori di Ernesto vengono arrestati e la madre brutalmente malmenata; un fratellino di Ernesto lancia un sasso ad un soldato e lo ferisce: viene immediatamente mosso al muro e fucilato, malgrado le suppliche di don Lorenzo. La madre di Ernesto muore di crepacuore. Dopo una notte agitata, in cui gli appaiono in visione le figure di don Tazzoli e di Ugo Bassi, due patrioti condotti al supplizio, il sacerdote decide di varcare il confine e portare il suo conforto ai soldati italiani. Ritrova Ernesto che poco dopo cadrà, colpito dal nemico che batte il campo incessantemente da posizioni migliori. Il sacerdote si offre di guidare per una strada sicura i soldati per rompere l'accerchiamento e riesce a sorprendere alle spalle gli austriaci, che vengono messi in fuga. Ma, mentre assieme ai militi della Croce Rossa ricerca i feriti, una pallottola nemica lo uccide.

Padre Giovanni Semeria venne severamente censurato dai suoi superiori ecclesiastici per aver suggerito un soggetto «che istigava all'odio» e gli fu imposto di non firmare l'opero. Nonostante ciò, la Latino Ars mise in circolazione il film con il nome di padre Semeria in bell'evidenza – sui manifesti il film è indicato come «Dal mio diario di guerra, di Padre Semerio» – ed a nulla valse una polemica giornalistica, in cui il sacerdote negava di over composto il soggetto. Il film continuò o circolare con il suo nome; per tacitare le ire della Curia, alcune proiezioni vennero fatte per beneficenza, devolvendo il ricavato a benefiche attività.

[rif. B&N 1915]