Docu

trittico sulla Grande Guerra

regia di Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi

Prigionieri della guerra

Su tutte le vette è pace

Oh! Uomo

Prigionieri della guerra
Un film sulla Grande Guerra, che si compone di materiali cinematografici raccolti negli archivi dei grandi imperi che si fronteggiarono, in prevalenza zarista ed austro-ungarico. Emerge così la contrapposizione tra i «film rapporto» militari sulle condizioni dei prigionieri di guerra, degli orfani, dei profughi, donne e bambini, dei caduti delle due parti. Ma soprattutto si seguono le vicende di etnie diverse sui vari fronti che, a seguito delle sconfitte, subirono deportazioni in luoghi lontani da quelli d’origine. Prodotto dal Museo storico in Trento e presentato in prima mondiale nel 1995 al Festival del cinema muto di Porde, quest’opera ha partecipato nel corso dei due anni successivi a prestigiosi festival e rassegne internazionali (New York, Berlino, Rotterdam, Sarajevo, Teheran).

Su tutte le vette è pace
Secondo tassello del trittico sulla Grande Guerra, costruito su materiali d'archivio rinvenuti grazie a una ricerca durata anni e poi disarticolati fotogramma per fotogramma, ricostruiti, rifilmati, virati. Le immagini del fronte italiano e di quello austriaco mostrano paesaggi invasi dagli eserciti, soldati con le loro armi, animali coinvolti nella battaglia, riconducendo la guerra alla sua dimensione di fatica e sofferenza. Parte integrante del film è la musica di Giovanna Marini, fusione di suoni strumentali e di voci che cantano in diverse lingue (italiano, tedesco, inglese) le parole tratte dai diari dei soldati di entrambi i battaglioni.

Oh! Uomo
Espone le ferite e le mutilazioni subite da soldati e civili durante la prima guerra mondiale. Assembla materiali d'archivio precedentemente inediti, in quanto censurati e banditi, che mostrano le deformazioni sui corpi di bambini in Austria e Russia e dei soldati in Europa, riflettendo su come spesso la forma patriottico-civile del conflitto nelle pubbliche rappresentazioni strida totalmente con i barbari risultati che questo porta sul corpo umano. Nel film è presente anche una ripresa molto esplicita di un'operazione ad un occhio, estirpato dal viso e sostituito con uno finto, nonché sequenze in cui si compara la carne viva alle protesi artificiali.