Sant'Agostino di Ippona

Agostino di Ippona, il Santo della Grazia

Sant'Agostino, Dottore della Chiesa, è uno dei più grandi Santi della confessione Cristiana, nonchè uno dei "padri nobili" del pensiero filosofico di tutta la cultura occidentale. Come affermò Giovanni Paolo II nella sua Lettera Apostolica nel 1986, 16° centenario della Conversione di Sant’Agostino: “…[egli] ha continuato a essere presente, nella vita della Chiesa e nella mente e nella cultura di tutto l’Occidente. Altri Pontefici romani poi, per non parlare dei Concili che hanno attinto spesso e in abbondanza ai suoi scritti, ne hanno proposto gli esempi e i documenti di dottrina affinché fossero studiati e imitati… oltre a rifulgere in lui in grado eminente le qualità dei Padri, si può dire che tutto il pensiero dell’antichità confluisca nella sua opera e da essa derivino correnti di pensiero che pervadono la tradizione dottrinale dei secoli successivi…”

Nella vita e negli scritti di Agostino emergono chiare le fondamentali domande filosofiche, cruciali, relative al destino dell’uomo che da convertito si appresta al quotidiano lavoro di credere, domande basate sui misteriosi rapporti tra Dio e Uomo, Fede e Ragione, Cristo e la Chiesa, Libertà e Grazia.

In Sant’Agostino questi temi vengono (per la prima volta lucidamente nel pensiero cristiano) analizzati, approfonditi con grande novità d’intuizioni e rigoroso metodo teologico, per produrre una riflessione sul Cristianesimo e sull’uomo che permane solida lungo i secoli, la quale colpisce e induce alla riflessione ancor di più in quanto prodotta da un uomo che ha cambiato vita, vivendo dentro di sé il radicale mutamento generato dalla conversione.

Da Santo contemporaneamente difensore del libero arbitrio e dell’azione della Grazia, Agostino illustra nelle Confessioni il suo tragitto, il suo cammino di fede per ritrovare Dio: le Confessioni (libro che inaugura il genere letterario dell’autobiografia) rappresentano innanzitutto la storia vera della vicenda del suo cuore. Il nocciolo del pensiero agostiniano presente in quel libro sta nel concetto fondamentale che l’uomo è incapace di orientarsi e trovare il Cammino da solo: solo con l’illuminazione della Grazia di Dio, cui egli deve obbedire in ogni circostanza, l’uomo riesce a trovare l’orientamento nella propria vita. Non esiste nell’intera letteratura mondiale un libro che eguagli le Confessioni per la sua penetrante introspezione nelle più intime e riservate sfaccettature dell’animo, per il pathos emotivo, per la profondità e lo scavo analitico delle tesi filosofiche e religiose lì espresse.

Sant’Agostino, nato a Tagaste in Algeria nel 354 e morto vescovo a Ippona il 28 agosto 430 (giorno che è tuttora quello in cui è ricordato, nel calendario dei Santi), è forse l’unico tra i Padri della Chiesa che può trovare consenso equanime ed effettivo rispetto nelle varie professioni di fede cristiana presenti in Europa. Sia i cristiani di fede luterana, sia gli ortodossi delle chiese orientali guardano ancora oggi al pensiero di Agostino per cogliervi le sue riflessioni di uomo peccatore che dentro di sé cerca e trova la verità, toccato e illuminato dalla Grazia.

Martin Lutero medesimo (che fu, non dimentichiamolo, monaco agostiniano prima ancora di essere riformatore protestante), pur divergendo con la sua radicale Riforma dalle tesi del Cristianesimo romano, trovò nello studio approfondito di Agostino il primario elemento di filiazione con quella che forse è stata la più feconda tra le voci dei Padri della Chiesa. Analogamente, nella Chiesa Ortodossa la sua millenaria separazione dalla Chiesa Cattolica Romana nulla toglie a una specialissima venerazione di Sant’Agostino quale Dottore della Grazia.

E sarebbe davvero un grande miracolo di Dio se, per speciale intercessione di questo grande Santo, Dottore della Chiesa e filosofo pensatore, davvero padre del pensiero e della civiltà occidentale avvenisse che fedeli delle tre più importanti confessioni Cristiane percorressero insieme il Cammino di Sant’Agostino, vedendo in tale pellegrinaggio un percorso comune - se non di unione - almeno di condivisione fraterna della propria identità religiosa in Cristo.