Percorso pellegrino: Varese-Sacro Monte di Varese
Accessibilità carrozzine mobilità ridotta: NO
Traccia GPS: clicca qui
Partenza: Basilica di San Vittore, Varese.
Percorso: 7 km in progressiva, da percorrersi con attrezzatura trekking leggera di stagione.
Logistica : il percorso parte dal dal centro di Varese, Basilica di San Vittore. Per il ritorno, percorrere il medesimo itinerario utilizzato per la salita al Santuario.
Santuario di S. Maria del Monte, Varese (VA)
l Santuario di Santa Maria del Monte sito a Varese, in frazione Santa Maria del Monte, è un antico luogo di culto mariano risalente al quinto secolo dopo Cristo, successivamente riedificato in epoca romanica e nel Seicento, che oggi costituisce la quindicesima cappella del Sacro Monte di Varese. Appartiene al gruppo dei nove Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia inseriti nel 2003 dall'UNESCO nei patrimoni mondiali dell'umanità. È sede della parrocchia omonima.
Secondo la leggenda, narrata dagli affreschi all'interno del santuario, nel IV secolo una modesta cappella fu fatta costruire da Sant'Ambrogio come ringraziamento per la vittoria sugli ariani che ebbe luogo in questo sito. Gli scavi archeologici eseguiti nel 2013 nella cripta romanica e nel corridoio sotto l’altare del santuario hanno rivelato resti murari e pavimentali di una precedente chiesetta del quinto secolo. Una pergamena dell'8 giugno 922 dopo Cristo, conservata all'Archivio di Stato di Milano, parla per la prima volta della "chiesa di Santa Maria sopra Vellate".
Certa è l'esistenza di un santuario di età carolingio-ottoniana il cui presbiterio absidato è giunto fino a noi, e costituisce l'attuale cripta, attualmente ornata di affreschi tardogotici. In età romanica la costruzione fu ampliata ad ovest ed eretta al disopra della chiesa preesistente al fine di utilizzarne il presbiterio come cripta, con relativa scala di discesa. Attorno al santuario si venne progressivamente aggregando un borgo con case per i sacerdoti e per i laici che vi lavoravano e con ricoveri per i pellegrini. A quest'epoca risale anche la trecentesca statua della Madonna del Monte, opera di scuola campionese, che oggi si presenta ammantata di una preziosa veste, e così appare almeno dal XVII secolo, secondo una diffusa consuetudine. Sotto quell’apparato, tuttavia, si cela una statua raffigurante Maria in trono con il Bambino Gesù.
Il santuario, ormai insufficiente ad accogliere i pellegrini, fu ricostruito in forme rinascimentali nel 1472 per volontà del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, su disegno dell'architetto Bartolomeo Gadio, assumendo un impianto con tre navate e tre absidi, disposte a triconco. Ad un successivo ampliamento è dovuto il prolungamento della navata centrale verso l'ingresso. Della ricostruzione rinascimentale è oggi testimonianza il portale d'accesso, con la cosiddetta Porta sforzesca, che reca nel timpano di coronamento lo stemma ducale (il biscione inquartato con l'aquila).
Ancora nella seconda metà del XV secolo le beate Caterina da Pallanza e Giuliana da Busto Arsizio, divenute poi fondatrici dell'Ordine delle Romite ambrosiane, si ritirarono in un romitorio adiacente al santuario per condurre una vita di preghiera; il loro esempio fu seguito da altre giovani. Nel 1474 papa Sisto IV concesse alla comunità di erigere un monastero, ed il 10 agosto 1476 le religiose presero il velo.
Già poco dopo la ricostruzione quattrocentesca del santuario, si assisté ad un fluire numeroso di artisti di area milanese per realizzarne l'apparato decorativo. Tra questi – quali rappresentanti delle illustri botteghe di intagliatori che operarono tra la seconda metà del XV e la prima metà XVI secolo in area milanese – vanno ricordati il Maestro di Trognano autore dei pannelli lignei che ornavano l'altare maggiore, e Andrea da Milano autore del gruppo scultoreo raffigurante la Adorazione dei Magi tuttora presente nel santuario. Altre opere ed arredi liturgici, già appartenenti al santuario, sono conservate nel Museo del santuario, conosciuto anche come Museo Baroffio.
Sul finire del XVI secolo le Romite Ambrosiane avevano promosso la realizzazione, nel perimetro claustrale, di alcune cappelle dedicate alla Passione di Cristo popolate di statue policrome.
[fonte: Wikipedia]