La trasformazione batterica

Che cos'è la trasformazione batterica? 

Si tratta di una delle fasi del clonaggio genico, ovvero il procedimento utilizzato per moltiplicare in serie esponenziale uno specifico gene. 

Complessivamente il clonaggio genico si divide in:


Fig.1: il gene che codifica la proteina GFP è estratto dalla medusa bioluminescente Aequorea victoria

Fig.2: è visibile sulla piastra Petri la coltura di batteri trasformati di colore verde fluorescente sotto la luce della lampada U.V

Ma come siamo arrivati a tutto questo? Ricostruiamo tutte le tappe di questo processo

Premesse:

Fig. 3: Disegno del plasmide pGLO

Procedimento :

Il Cloruro di calcio permette, tramite la carica positiva dello ione calcio, di neutralizzare la carica negativa presente sulla superficie esterna del batterio, in questo modo il DNA plasmidico, carico negativamente per la presenza dei gruppi fosfato, potrà entrare. Infine lo shock termico ( 0 ° C, poi 42 ° C per 90 secondi e infine di nuovo 0° C) consente al plasmide pGLO di entrare in E. Coli (reso competente) 

Fig.4: Le due provette, una con il solo batterio (-), l'altra con il batterio e il plasmide (+), dopo aver effettuato lo shock termico

2. Porre i batteri trasformati in un terreno liquido per 20 minuti (un ciclo di replicazione) a 37 ° C, per consentire loro di riprendere la replicazione

3. Seminare i batteri su piastra di Petri contenente terreno di coltura gelatinoso di agar agar. La piastra Petri è suddivisa in quattro settori, due indicati con segno meno e gli altri due con il segno più.

 Il significato di questi due segni è il seguente:

Il segno – indica che i batteri seminati non contengono il plasmide ricombinante 

Il segno+ indica che  i batteri seminati contengono il plasmide ricombinante

La semina avviene dunque con questo criterio:


Fig.5

piastra Petri con i quattro settori


4. Analizzare i risultati ottenuti dopo 24 ore di incubazione necessarie per consentire la replicazione batterica