Il progetto e i suoi principi
Il Biodistretto “Terre Bellunesi” è da intendersi come area geografica, non amministrativa ma funzionale, naturalmente vocata alla transizione ecologica dei servizi e dei processi produttivi provinciali per realizzare la quale le “comunità” locali” aderenti al biodistretto, attraverso un processo partecipativo sottoscrivono un patto di cooperazione e mutualità tra settori apparentemente diversi (agricoltura/turismo/salute/politiche energetiche e della mobilità, inclusione sociale) ma in realtà interdipendenti, affini e convergenti.
Un progetto di comunità, aperto, inclusivo fondato su intese e coesione sociale tra produttori, istituzioni locali, enti e fondazioni, operatori turistici, scuole, centri di ricerca, associazioni, comitati, singoli cittadini che si impegnano a:
GESTIONE DELL’AGROECOSISTEMA
promuovere, tutelare e diffondere principalmente l’agroecologia e il metodo di produzione biologica in campo agricolo, zootecnico, agro-alimentare, forestale, della trasformazione dei prodotti, della cura e tutela del verde urbano e periurbano nonché del paesaggio e delle aree protette, come modello sostenibile di gestione delle risorse;
GESTIONE E TUTELA DELLE FORESTE, DEL PAESAGGIO E DELLE AREE PROTETTE
valorizzare la gestione sostenibile delle foreste, la certificazione forestale, lo sviluppo dei servizi ecosistemici;
RICERCA, FORMAZIONE, INFORMAZIONE
organizzare attività di ricerca, formazione, informazione, divulgazione ed attivare strumenti tecnici in condivisione verso la conversione ecologica e la resilienza alla crisi climatica;
COESIONE E INCLUSIONE SOCIALE
favorire collaborazioni e sinergie dirette a consolidare la coesione sociale e la valorizzazione delle diversità, il consumo consapevole e la sana alimentazione, utilizzando anche le competenze e le pratiche di inclusione sociale proprie delle aziende biosociali;
RIVITALIZZAZIONE DELLE AREE DEMANIALI
Individuare strategie efficaci per rivitalizzare e ripristinare le aree demaniali, le terre incolte comunali mettendole a disposizione di giovani produttori biologici cooperative di settore o finalizzandole a utilizzi sociali dedicati (orti comuni, orti didattici, parchi urbani e frazionali ) nel rispetto dei principi dell’agricoltura rigenerativa;
GESTIONE E REGOLAMENTAZIONE DEL TERRITORIO
Condividere sull’area vasta regolamenti e prescrizioni comunali per la riduzione consistente dell’uso dei fitosanitari e della fertilizzazione chimica; arrestare i progressivi fenomeni in provincia di accaparramento e consumo delle terre fertili e dell’acqua; sollecitare le amministrazioni comunali a privilegiare gli acquisti Verdi promuovendo lo sviluppo dei prodotti biologici e “locali” nelle scuole, negli uffici pubblici, nelle strutture sanitarie e a utilizzare strategie operative affini al biologico nella gestione del verde urbano;
RECIPROCITA’ E COOPERAZIONE TRA SETTORI PRODUTTIVI DIVERSI
attivare forme di cooperazione e reciprocità tra comuni, organizzazioni dedicate al turismo, al commercio e alle produzioni agroalimentari nel sostegno all’ospitalità diffusa, nel consolidamento della mobilità sostenibile, nella valorizzazione delle produzioni biologiche e/o di certificazione territoriale del distretto, promuovendo anche canali distributivi dedicati ed alternativi (mercati contadini, fiere, punti vendita in aziende ed agriturismi, ristoranti a filiera corta, catering bio, circuiti enogastronomici e turistici “bio” oriented, gruppi di acquisto solidali);
PROPOSTE DI RIORIENTAMENTO DEI FINANZIAMENTI PUBBLICI
elaborare innovative proposte proattive, con correlate convergenze ed alleanze sociali, per riorientare i finanziamenti pubblici delle diverse misure e programmazioni territoriali, regionali, nazionali verso obiettivi di reale sostenibilità, coerenti con l’Agenda 2030 e con le indicazioni del Gruppo Intergovernativo (ICPP) sulla mitigazione della crisi climatica.
DEMOCRAZIA DECISIONALE PER LA MONTAGNA
promuovere forum e assemblee di cittadinanza per approfondire e dibattere il tema della centralità della montagna nella fornitura di ecoservizi vitali, nella prevenzione del rischio idro-geologico, nella conservazione della diversità naturale e della sobrietà rurale da parte di comunità che sono in grado di riscrivere nuovi statuti dei propri luoghi e diverse forme di democrazia decisionale, per uno sviluppo locale integrato, autosostenibile, agroecologico, inclusivo e bioregionale.