DAL BIG BANG AI NEUTRINI
OLTRE LA RELATIVITA' , I BUCHI NERI E LO SPAZIO-TEMPO
OLTRE LA RELATIVITA' , I BUCHI NERI E LO SPAZIO-TEMPO
DAL BIG BANG AI NEUTRINI
Spesso la Relatività è sintetizzata nella formula dell'energia equivalente alla massa per 90 miliardi. Cominciamo col dire che la famosa formula E= m•c², attribuita erroneamente ad Einstein, è del fisico francese Poincaré e poi dell'italiano De Pretto. Einstein l'ha solo utilizzata senza citarne la fonte. Albert Einstein non credeva all'espansione dell'universo, al Big bang, alla meccanica quantistica, ai buchi neri e alla possibilità che la materia potesse viaggiare alla velocità della luce come fanno i neutrini, che addirittura sembravano essere super luminali. Oggi sappiamo che la materia non diventa infinita all'approssimarsi di c. Non si può curvare lo spazio e il tempo perché sono entità prive di realtà fisiche autonome, da soli non reggono. Se lo spazio è vuoto non si può piegare. Altrimenti torniamo all' etere del tempo dei greci, come giustamente criticava il geniale Tesla. La dimostrazione dell'esistenza delle onde gravitazionali rappresenta il definitivo crollo della Relatività. La gravità è un'onda che viaggia come il fotone, un gravifotone, non curva né lo spazio né il tempo come affermava Einstein. Questo dice la scienza sperimentale.
La Relatività è molto fantasiosa. Che poi i vaporosi capelli di Albert hanno ammaliato tanti è un'altra questione.
Tesla, Bohr, Mach, Plank e tanti altri la pensavano proprio così. Mach nel 1913, in una lettera pubblicata solo postuma, si distacca totalmente dalla relatività; Einstein reagì in maniera durissima dichiarando che Mach era stato un bon mécanicien, mais un déplorable philosophe.
Plank è stato l'inventore della meccanica quantistica cosa rifiutata da Einstein.
Tra Bohr ed Einstein non c'era accordo neppure su una definizione generale delle finalità conoscitive della loro disciplina: per Einstein "la fisica è un tentativo di afferrare concettualmente la realtà, quale la si concepisce indipendentemente dal fatto di essere osservata. In questo senso si parla di 'realtà fisica'" (Einstein 1949, p. 81). Bohr negava gli stessi presupposti delle critiche di incompletezza mosse alla meccanica quantistica, poiché, a suo avviso, adottando un diverso approccio metodologico era facile scoprire che il criterio di realtà di Einstein, "per quanto prudente possa apparire la sua formulazione, contiene un'ambiguità essenziale quando viene applicato ai problemi concreti" (Bohr 1935b, p. 697).
Per Bohr, l'argomento di Einstein, Podolsky e Rosen poggiava dunque su basi inesistenti;
Diciamolo in sordina per non intristire o irritare i dogmatici di Albert. Questi non credeva al Big bang, non accettò l'espansione dell'universo al punto da inserire, nei propri calcoli, una costante A negativa per renderlo statico. Non accettò la meccanica quantistica, non ipotizzò, se non in modo filosofico, le onde gravitazionali. Infatti definiva la gravità un'increspatura del famigerato spazio-tempo. Rifiutò, per motivi mai spiegati, che la velocità di qualsiasi evento potesse superare quella della luce perché la materia in prossimità di tale limite sarebbe diventata infinita. Il neutrino smentisce tutto questo. Infatti possiede materia e viaggia a 300.000 Km al sec. anzi per molti scienziati è superluminale.
Tesla definiva la Relatività fantasiosa. Bohr ne prese le distanze come Mach. Altri scienziati di valore hanno preso le distanze dalla Relatività. Questa teoria ha 120 anni ma la Fisica è andata oltre i freni di questa dottrina.
La Royal Swedish Academy of Science il 4 ottobre 2011 ha assegnato il Premio Nobel per la Fisica 2012 agli statunitensi Saul Perlmutter, Adam Riess e Brian Schmidt per la scoperta dell’espansione accelerata dell’universo attraverso l’osservazione dell’esplosione di stelle lontanissime, dimostrando così che l'universo si espande in modo sempre più veloce e ad un ritmo sempre più rapido e questo diventa una conferma ulteriore al dinamismo superluminale della massa .
Il premio Nobel per la fisica Robert Laughlin, per esempio, nel suo recente libro "Un universo diverso" (2006), ammette alcune manifeste illogicità di fondo della teoria della relatività generale.
Agiungiamo per dovere morale che Einstein costruì la sua teoria grazie alla prima moglie, Mileva Maric, che era un fisico di prim'ordine e una matematica d'eccezione. Le lettere tra i due lo dimostrano. Ma Albert, a differenza di Curie, se ne guardò bene dall'ammetterlo.
Quando l'Accademia reale svedese delle scienze informò Pierre Curie che avrebbe ricevuto il premio Nobel per la fisica nel 1903, Pierre disse che avrebbe rifiutato il premio se non fosse stato riconosciuto anche il lavoro della sua collega e moglie, Marie Curie. Dopo aver ricevuto questa risposta, i membri dell'Accademia rettificarono la loro proposta e inclusero anche la fisica nell'assegnazione. Marie Curie ottenne il premio che meritava, ma non tutte le scienziate dell'epoca ebbero il sostegno e il riconoscimento dei loro partner o compagni di laboratorio.
Sarebbe questo il caso di Mileva Marić, la matematica e fisica serba che avrebbe collaborato con Albert Einstein nello sviluppo del suo lavoro scientifico e che non avrebbe mai ottenuto alcun riconoscimento.
Nel 1896, Mileva fu ammessa al Politecnico di Zurigo e si trasferì in Svizzera per iniziare una carriera in matematica e fisica, in una delle poche università europee che accettavano le donne. Fu allora che conobbe Albert Einstein, uno dei suoi sei compagni di corso. Nonostante fosse l'unica donna in classe, Mileva mostrò sempre un atteggiamento sicuro di sé. «Quando doveva parlare in classe, lo faceva con sincerità e fermezza, e con la sicurezza che derivava dall'essere profondamente convinta di ciò che diceva», spiega Desanka Trbuhovic-Gjuric nel suo libro. Einstein rimase affascinato davanti a una donna straordinaria come Mileva. I voti universitari di Marić dimostrano che era una scienziata brillante. Ma l'intensa e fruttuosa vita universitaria di Mileva fu interrotta nel 1901, quando rimase incinta e non poté sostenere gli esami finali.
Mileva fu costretta ad abbandonare gli studi e a tornare nella casa dei genitori, dove diede alla luce la piccola Lieserl. Non si sa che fine abbia fatto la bambina, se sia stata data in adozione o, come molti credono, sia morta nel giro di poche settimane per aver contratto la scarlattina. Sembra però che Einstein non abbia mai conosciuto la sua prima figlia.
Albert e Mileva si sposarono due anni dopo, nel 1903, dopo che lui aveva ottenuto un lavoro presso l'ufficio brevetti di Berna. Di giorno Einstein lavorava otto ore in ufficio e Mileva si occupava della casa e dell'educazione del figlio Hans Albert, nato nel 1904. La sera la coppia si riuniva al tavolo della cucina e, alla luce di una lampada a paraffina, studiava e sviluppava le teorie fisiche che aveva abbozzato all'università, dando seguito alla collaborazione scientifica.
La famiglia Einstein-Marić crebbe con l'arrivo del terzo figlio, Eduard, nel 1910. In seguito il matrimonio cominciò a deteriorarsi. Albert si allontanò dalla moglie e dai figli e iniziò una relazione parallela con la cugina Elsa Löwenthal, che Marić scoprì nel 1912. Rendendosi conto che la sua infedeltà non era più un segreto, Albert impose a Mileva una serie di condizioni per rimanere "nominalmente sposati". Tra le altre cose, prescriveva: «Ti assicurerai che i miei vestiti siano in ordine e che mi vengano serviti tre pasti al giorno nella mia stanza», e «rinuncerai a tutte le relazioni personali con me, tranne quando le apparenze sociali lo richiedano, e non ti aspetterai alcun affetto da me». Mileva rifiutò le condizioni e, insieme ai due figli, lasciò la casa comune che ormai non era più sua.
Gli scienziati firmarono ufficialmente il divorzio nel 1919. Nel negoziare l'accordo di separazione, Mileva Marić pose la condizione che, se Einstein avesse mai vinto il premio Nobel, le avrebbe dato l'intera somma del premio. Tre anni dopo Albert Einstein ricevette il premio Nobel per la fisica e, come concordato (anche se non senza ostilità da parte di Einstein), Mileva ricevette il denaro. Lo investì soprattutto nella salute del figlio Eduard, a cui venne diagnosticata la schizofrenia.
Per Mileva la vita dopo Einstein non fu facile: dovette occuparsi da sola di due figli, ebbe difficoltà economiche che riuscì a superare dando ripetizioni private di scienze agli studenti e, alla fine, morì nel 1948, all'età di settantadue anni, senza aver ricevuto alcun riconoscimento per la sua carriera scientifica.
Ricapitolando. Nel 1903 Albert Einstein sposò la compagna di corso Mileva Malic. Un matrimonio dal quale nacquero due figli, Hans Albert e Eduard e che fallì nel 1919, quando Einstein divorziò da Mileva per sposare la propria cugina Elsa Einstein, che aveva già due figlie, Margot e Ilse. Le lettere rivelano una notevole assiduità, perlomeno epistolare, con la famiglia: molta attenzione nei confronti di Mileva e dei figli e un fitto scambio (anche una lettera al giorno) con Elsa (alla quale confessa: «Presto sarò stanco della Relatività. Anche una passione così svanisce quando si è troppo coinvolti»).
In quegli stessi anni nella vita di Einstein compare un’altra donna, Ethel Michanowski, forse amica e coetanea della figliastra Margot.
Ma torniamo alla scienza.
Einstein afferma che in fisica la cosa più importante è l'intuizione. Il che significa che prima bisogna avere un progetto mentale. Dopo si costruisce il ragionamento. Lui stesso piegò la matematica ai suoi voleri inserendo la famosa costante gravitazionale per rendere l'universo statico.
la legge di Hubble-Lemaître (o legge di Hubble) afferma che esiste una relazione lineare tra lo spostamento verso il rosso della luce emessa dalle galassie e la loro distanza. Tanto maggiore è la distanza della galassia e tanto maggiore sarà il suo spostamento verso il rosso.
La Royal Swedish Academy of Science il 4 ottobre 2011 ha assegnato il Premio Nobel per la Fisica 2012 agli statunitensi Saul Perlmutter, Adam Riess e Brian Schmidt per la scoperta dell’espansione accelerata, dico accelerata, dell’universo attraverso l’osservazione dell’esplosione di stelle lontanissime, dimostrando così che l'universo si espande in modo sempre più veloce e ad un ritmo sempre più rapido e questo diventa una conferma ulteriore al dinamismo superluminale della massa .
Non occorre quindi fermarsi ai neutrini, qui sono le galassie che viaggiano oltre la velocità della luce. Sappiamo ormai con certezza che le galassie più lontane viaggiano , per il noto movimento di espansione accelerata dell'universo dopo il Big Bang , oltre la velocità della luce. Ma per salvare la Relatività si afferma in modo fantasioso che non sono le galassie che si allontanano, ma lo spazio che si dilata.
Qual'è il motivo scientifico per cui la velocità della luce deve essere insuperabile. Chi lo ha deciso?
Basta considerare lo spin dell'elettrone e siamo già oltre c.
Tesla ( 300 brevetti) definitiva la Relatività molto fantasiosa, come Bohr, Plank e altri. L'espansione accelerata dell'universo dimostra i il superamento della velocità della luce da parte delle masse ai confini di questo.
L'astronomia osservativa ha dimostrato un universo in espansione accelerata, cioè che la velocità di espansione dell'universo sta aumentando nel tempo. La scoperta è stata fatta, come dicevamo sopra, nel 1998 da Saul Perlmutter, Brian P. Schmidt e Adam Riess sulla base di osservazioni di supernove in galassie lontane. Per tali studi ai tre scienziati è stato assegnato il premio Nobel per la fisica nel 2011. O. L.