La Biblioteca

Presentazione

Adesione della Biblioteca del Regina Margherita al Patto per la lettura del Comune di Palermo -ALLEGATO


Leggere liberamente è un'attività che, in alcuni casi, i ragazzi ritengono attraente. Sono loro stessi a scegliere i libri e, spesso, avviene anche una contaminazione per cui, in quel momento, si legge tutti lo stesso genere, addirittura lo stesso romanzo. Ma insegnare a leggere, insegnare a cogliere le sfumature essenziali per comprendere a fondo un'opera è cosa diversa. Soprattutto è un compito imprescindibile per noi docenti insegnare a leggere opere di un certo tipo, magari ancorate al momento sociale e storico che il ragazzo sta vivendo per dargli gli strumenti utili a vivere il suo presente e prepararsi al suo futuro. Il progetto “Biblioteca di cittadinanza e legalità: ”P. Giuseppe Puglisi” si pone proprio la finalità di avvicinare gli alunni alla conoscenza di come leggere il presente attraverso gli occhi di chi scrive ed è una raccolta di libri per ragazzi e giovani adulti con storie sulla legalità, sulla criminalità organizzata e sulla cittadinanza attiva. La Biblioteca non è immaginata, però, come un mero contenitore di libri, un luogo statico in cui prendere in prestito libri soltanto. Al contrario, la finalità è la costruzione di un luogo da cui far muovere iniziative, proposte, scambi, progetti ed attività sempre nuove e capaci di attivare nei ragazzi voglia di protagonismo e di impegno diretto. Da essa, inoltre, partiranno anche iniziative rivolte agli adulti con proposte per educatori, insegnanti, bibliotecari, librai (ecc.) che si vogliono impegnare nella promozione della legalità democratica attraverso le storie. Diverse le idee già in cantiere che partono dalla volontà di un radicamento della scuola in questo nostro territorio incontrando chi, in prima persona, scrive. La nostra città, infatti, è ricchissima di scrittori che, in modo arguto e puntuale, stanno contribuendo moltissimo alla costruzione di un sapere collettivo attrezzato, capace, cioè, di interpretare la realtà ed impegnarsi in prima persona nella sua trasformazione. Possiamo parlare, se vogliamo, di una scrittura impegnata, “militante”, interessata a informare ed interessare, a formare e costruire opinione, a mobilitare e incidere nel presente. L'intenzione, quindi, non è solo accostare i ragazzi alla lettura e basta, ma stimolarli a ripensarsi in chiave “politica” nel senso aristotelico per fare di loro i veri uomini e donne del domani. Per esplorare il mondo della scrittura/lettura saranno inseriti testi di diversi generi : fumetto, narrativa, saggio, teatro, poesia. Il progetto prevede, altresì, la discesa nel territorio anche attraverso la visita di alcune fra le principali librerie della città e la conoscenza del lavoro di un direttore di libreria e, infine, la visita delle case editrici.


La BIBLIOTECA è stata inaugurata il 26 Marzo 2019.


Perché la biblioteca è intitolata a padre Puglisi?

Padre Puglisi sapeva dell'importante valore della cultura per l'emancipazione di ogni giovane e sullo studio ha puntato molto per sostenere i ragazzi di Brancaccio nel loro processo di liberazione dalla mafia.

Ma sapeva anche che la cultura libera sempre, comunque e chiunque e di questo ne ho fatto personale esperienza durante i quasi 15 anni di formazione e crescita che ho vissuto con lui nei gruppi giovanili che ha diretto a Palermo negli anni 80.

Da docente, oggi, mantengo le stesse convinzioni e perseguo gli stessi obiettivi utilizzando tutti gli strumenti che la scuola in cui insegno attualmente, il Liceo Magistrale "Regina Margherita" di Palermo, mi mette a disposizione.

Chi è padre Giuseppe Puglisi?

Tra la sua vita e la sua morte (15/09/37-15/09/93) sono intercorsi 56 anni esatti ma, a guardare a quanto è riuscito a realizzare in questo breve arco di tempo, ne sembrano trascorsi molti di più. Tale è stata l'umiltà di vita di quest'uomo, tale la sua docilità nell'essere e nel diventare, sempre di più, strumento di azione di Dio nella storia dell'uomo.

La biografia di P. Puglisi è tutta costellata da episodi di questo prodigio che Dio può compiere se l'uomo risponde positivamente alla Sua chiamata di amore che si fa dono per gli altri.

Le inclinazioni della famiglia, umile e religiosa, alimentano nel giovane Pino un'ansia di servizio a Dio, un bisogno di rispondere “sì” alla Sua chiamata che non tarda ad arrivare. Infatti, a soli 16 anni entra in seminario e già, a leggere gli appunti di quel periodo, sviluppa un grande senso di profondità spirituale ed umana. E' ricercato da tutti per la sua disponibilità all'ascolto, per la sua inclinazione a saper ascoltare “l'uomo”.

Dal 1953, anno in cui entra in seminario, trascorrono sette anni di formazione sino a diventare, il 2 Luglio del '60, sacerdote.

“O Signore, che io sia strumento Valido nelle tue mani per La salvezza del mondo” si legge nell'immaginetta ricordo dell’ordinazione al Presbiterato e sembra già una profezia.

Le prime esperienze di impegno sacerdotale P. Puglisi le vive a Settecannoli dove, nel 1961, diventa Vicario mentre è pure Rettore a S. Giovanni dei Lebbrosi.

Già in questi luoghi di una Palermo sofferente inizia ad incontrare gli ultimi che mai, nella sua esperienza, saranno estranei alla sua vita. E poveri erano anche gli orfani dell'Istituto Roosevelt con i quali il nostro 3P (Padre Pino Puglisi) intrattiene esperienze di straordinaria umanità. Non la fede in Dio ma quella nell'uomo unisce P. Puglisi agli insegnanti “rossi” e non credenti dell'Istituto dell'Addaura, la comune voglia di promuovere l'uomo ed il suo benessere attraverso la lotta per la giustizia, per la pace, la solidarietà. Così, chi lo ha conosciuto allora, non lo ha mai più dimenticato.

Ma l'esperienza più significativa della vita sacerdotale P. Puglisi la vive a Godrano, paesino di faide mafiose a due passi da Palermo. Per ben 10 anni, dal 1970 al 1978, 3P parla di perdono e di Padre Nostro a uomini e donne massacrati dentro dal sangue delle vendette e delle lupare. Lì, insieme al movimento Presenza del Vangelo, con il quale aveva pure portato il Cristo del conforto tra i terremotati di Montevago nel 68, lì costruisce le condizioni per la conversione di un paese che aveva tanta voglia di Dio e di pace. La sua prima esperienza forte di servizio pastorale, 3P la consegna alla storia lasciando un segno profondo nel cuore di quella gente.

Sono anni in cui P. Puglisi continua ad operare anche a Palermo, a Decollati ed allo Scaricatore, insieme alle Assistenti Sociali Missionarie dell'O.P.C.E.R.. ed ai volontari tra i senza casa, nel 1978, dice :”I cristiani non devono abbassare la testa all'autorità civile ma devono assumere nei confronti di questa un atteggiamento di contestazione quale fu quello di Cristo. La sua azione fu infatti tanto rivoluzionaria da sovvertire l'ordine di una società fondata su basi non cristiane”.

P. Puglisi ha maturato ormai una grande cultura, frutto di libri e libri e libri letti, sottolineati, studiati ed interiorizzati fino a diventare la sua vita vissuta. Così, tra le centinaia di giovani che inizia a seguire al Centro Diocesano Vocazioni, al liceo classico Vittorio Emanuele II ed al Seminario arcivescovile, riesce ad essere lievito di Cristo, Suo strumento di dialogo e di promozione vocazionale. “Che senso ha la mia vita?” risuona ancora nelle orecchie dei suoi giovani; “sì, ma verso dove?”. Verso il mondo, verso i poveri, verso il servizio alla Chiesa sofferente sembra rispondere 3P se è vero, come è vero, che quei giovani di allora oggi sono operai, medici, insegnanti, impiegati ed uomini e donne di Chiesa a servizio del progetto di Dio per l'uomo.

Anni lunghi quelli che vanno dal 1978 al 1990, anni in cui 3P è impegnato su questo fronte giovanile non meno complesso e complicato di quello del territorio di una città. Ma anche qui, tra i giovani, P. Puglisi riesce a portare la serietà di chi spinge ad ascoltare la chiamata di Dio, a maturare nella responsabilità la risposta, a costruire nella fede e nell'abbandono una vita di servizio. Così P. Puglisi lavora al Centro Diocesano Vocazioni, a quello Regionale, a quello Nazionale e sono anni di fermento e di attività tra le stanze del Palazzo Arcivescovile di Palermo. Sono pochi, forse, 1400 giovani e meno giovani che in quegli anni visitano la mostra vocazionale “Sì, ma verso dove?” e riflettono sul senso della propria esistenza? Così, nel 1990, 3P è abbastanza forte e maturo per affrontare Brancaccio, la terribile ma anche la possibile Brancaccio. Possibile, sì, se qui il nostro P. Puglisi riesce a seminare il chicco di frumento pure se la mafia ne impedisce l’irrigazione. La sua biografia di questi ultimi tre anni di vita, dal 1990 al 1993, è da tutti conosciuta.

Ma il suo metodo, la sua attività a Brancaccio, lo sono altrettanto? E’ a tutti noto il suo lavoro di cucitura di una realtà sconnessa e senza speranza, la sua promozione del benessere tra i diseredati ed i senza speranza, la sua caparbia umiltà nel tentare di convincere persino i duri mafiosi che lui, a quei bambini, voleva solo restituire l’infanzia ed alla gente la dignità? Sono servite la competenza delle assistenti sociali che hanno letto i bisogni di quel territorio e ne hanno individuato le risorse mettendole, poi, in rete per lavorare se rimanete ad un progetto di Rinascita. Sono stati sufficienti i numerosi volontari e le umili suore per portare umanità ed amicizia a chi non sperava più? Sono bastati pochi mesi di servizio pastorale di questo piccolo prete in un territorio apparentemente senza Dio per convincere molti che Dio, invece, non abbandona mai e che bisognava solo spogliarsi dalla diffidenza, dalla paura e dalla incapacità di sperare per vederlo, ogni giorno, dentro le proprie case e le proprie vite. Questo Dio ha fatto paura ai mafiosi. Questo Dio i mafiosi hanno voluto uccidere nel loro stesso quartiere. P. Puglisi, il 15 settembre 1993, consegna il suo corpo alla terra ma lascia a tutti noi la certezza che chi ama è strumento efficace dell’amore di Dio e della sua capacità di salvezza. Così, in 56 anni, 3P ci aiuta a riscoprire il senso del nostro essere cristiani.

Rosaria Cascio