Lea Garofalo

Lea Garofalo nasce a Petilia del 24 aprile 1974, da Antonio Garofalo e Santina Miletta.

Il padre le morì a soli 9 mesi nella “faida di Pagliarelle”.

A Milano, nel 1996, suo fratello Floriano, è arrivato in Lombardia per seguire i suoi affari; Lea aveva 22 anni, la sua vita era già intensa, soprattutto quando conobbe Carlo Cosco, appartenente a un’ altra famiglia mafiosa.

Lea se n’era innamorata appena diciassettenne e quell’amore per lei era sincero, le aveva regalato l’unica vera gioia della sua vita: Denise, la sua figlia, fu appunto la sua maternità  di interrompere la storia e  lasciare Milano con Denise. Dopo qualche anno, Lea a causa di alcuni episodi decide di chiamare i Carabinieri, a cui comincia a raccontare tutto quello che sa. 

Madre e figlia entrano nel programma di protezione e si trasferiscono a Campobasso. Sono anni difficili, durante i quali continua a essere considerata non una testimone di giustizia ma una collaboratrice, una pentita.

Ma Lea non ci sta. Ricorre invano al TAR e poi, questa volta con successo, al Consiglio di Stato. Così, nel 2007, viene riammessa nel programma di protezione, ma ancora come collaboratrice di giustizia e non come testimone.

Però la sua vita viene ancora tormentata, e così Lea 2 anni dopo nel 2009 decide volontariamente il programma e di riprendere il suo rapporto con la sua terra d’origine pur continuando a vivere a campobasso.

Il 20 novembre arriva con Denise nel capoluogo lombardo. Trascorrono alcuni giorni, che servono a Cosco per convincere Lea che può fidarsi di lui, che è sinceramente interessato al futuro di Denise. 

Nel pomeriggio del 24 novembre Carlo fa in modo di separare madre e figlia e conduce Lea in un appartamento che si era fatto prestare per portare a compimento il suo piano di morte. In quella casa di Piazza Prealpi, Lea viene uccisa intorno alle 19.00. Ma il padre di Denise non si accontenta di averla assassinata. Affida il cadavere a tre dei suoi uomini – Carmine Venturino, Rosario Curcio e Massimo Sabatino – perché lo trasportino a Monza, dove, su un terreno di San Fruttuoso, il corpo viene dato alle fiamme insieme a 50 litri di acido e lasciato bruciare per quasi tre giorni, perché non ne rimanesse traccia. 

Quando Denise non vede rientrare sua madre, comincia a sospettare. Con il passare delle ore, convinta che sua madre non l’avrebbe mai abbandonata, si convince che dietro quella sparizione ci sia la mano assassina di suo padre. 

Chiede aiuto, è determinata a scoprire la verità, racconta tutto ai Carabinieri. 

Sarà lei, Denise, la testimone chiave del processo che scoprirà tutta la verità sul destino di Lea.

  

Catello, Alice Reg. e Lorenzo C.