Perché

Motivazioni

Dalla pubblicazione delle Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana (Sabatini 1987), la riflessione sulla relazione tra uso della lingua e parità di genere in Italia ha visto momenti alterni di acceso dibattito e totale oblio. In tempi recentissimi è tornata in agenda grazie alla presidente della Camera Boldrini e alla ministra Fedeli, che hanno reso operative nel loro ambito di competenza le raccomandazioni in forma rinnovata e approvata dall’Accademia della Crusca (Robustelli 2012). Le reazioni discordanti nei media tradizionali e nel web mostrano quanto la frontiera della lingua sia ancora irrisolta nell’ambito della parità di genere in Italia (Giusti 2016) e possono essere considerate un chiaro esempio di quanto Deborah Cameron (1995/2012) definisce “igiene verbale”, atteggiamento partecipato alla determinazione degli usi linguistici, parte integrante della competenza dei parlanti e delle parlanti e, in quanto tale, campo di studio a pieno titolo delle scienze del linguaggio, in chiave interdisciplinare con le scienze sociali e le scienze cognitive.

Al rinnovato interesse per l’impatto della lingua sulla rappresentazione dei generi si affianca la più recente attenzione verso le forme di discorso ostile, in agenda presso il Consiglio d’Europa (Resolution 384/2015). Il tema è stato recentemente affrontato in Italia dalla Commissione “Joe Cox” sull'intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio nella cui Relazione Finale (2017) è confluito l’inventario delle parole d’odio, curato da Tullio De Mauro. In questo contesto, si presenta come urgente nel panorama accademico italiano lo sviluppo di studi volti a fornire analisi qualitative e quantitative sull’uso di un linguaggio violento basato su stereotipi e pregiudizi di genere e sull’utilizzo delle piattaforme digitali per mantenere gli squilibri di potere e di dominio di genere nella società contemporanea.

Nell’ultimo decennio, l’Università Ca’ Foscari ha contribuito a sensibilizzare organismi accademici e media sull’impatto tra lingua e identità di genere, a partire dal 2008 con incontri, convegni, MOOC, linee guida, e pubblicazioni in chiave comparativa con altre lingue d’Europa (Giusti e Regazzoni 2009; Giusti 2011). A 10 anni dal convegno Mi fai male (18-20 novembre 2008) e nel 150° della fondazione dell’Ateneo, il Venice Accessibility Lab, presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati vuole fare il punto della situazione aprendo la riflessione all’impatto della lingua nella costruzione di identità di genere, in chiave comparativa con lingue più studiate e in chiave interdisciplinare con le scienze sociali e cognitive, in linea con le sue nuove prospettive di ricerca su accessibilità e inclusione linguistica, multilinguismo e costruzione di identità, previste nel progetto di eccellenza del Dipartimento per il quinquennio 2018-22.

Obiettivi

Il convegno LIGHTS, LInguaggio, parità di Genere e parole d’odio / Language gender and HaTe Speech, si propone di riunire esperte ed esperti di livello internazionale nelle discipline linguistiche, psicologiche, pedagogiche, sociologiche, giuridiche, politiche, e computazionali sul tema della comunicazione inclusiva e paritaria e della violenza verbale con particolare riguardo alla categoria del genere.

Data la relativa novità in Italia della riflessione accademica sulla relazione tra lingua, rappresentazione e percezione del genere e violenza verbale, la chiamata di interesse è della massima ampiezza per le tematiche proposte, le lingue interessate, le metodologie utilizzate, gli approcci disciplinari di afferenza, con particolare interesse per le proposte che presenteranno aspetti di comparazione tra lingue, media, ambiti sociali, realtà identitarie, interdisciplinarità e metodologie miste, transezionalità e interculturalità.

Il convegno si propone altresì di stabilire un primo contatto per creare una rete multidisciplinare tra chi studia la comunicazione e chi opera nella comunicazione per mettere in campo progetti futuri a forte impatto socioculturale. Il convegno si propone inoltre di offrire una possibilità di incontro e approfondimento a quanti nel territorio italiano vogliano approfondire il tema venendo a diretto contatto con studiose e studiosi di livello nazionale e internazionale, creando un ponte tra nuovi progetti di ricerca e azioni positive di impatto sulla società, l’istruzione, le istituzioni politiche, le associazioni di categoria.

Riferimenti bibliografici

Camera dei Deputati. 2017. La piramide dell’odio in Italia. [Relazione Joe Cox] http://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/shadow_primapagina/file_pdfs/000/007/099/Jo_Cox_Piramide_odio.pdf

Cameron, Deborah. 19951/20122. Verbal Hygiene. London: Routledge.

Consiglio d’Europa. 2015. The Council of Europe’s work on Hate Speech. https://www.coe.int/en/web/no-hate-campaign/the-council-of-europe-and-hate-speech

Citron, Danielle. 2014. Hate Crimes in Cyberspace. Cambridge: Harvard University Press.

Giusti, Giuliana (a cura di). 2011. Nominare per esistere: Nomi e cognomi. Materiali CPO 11. Venezia: Cafoscarina editrice.

Giusti, Giuliana e Susanna Regazzoni (a cura di). 2009. Mi fai male. Materiali CPO 9. Venezia: Cafoscarina editrice.

Giusti, Giuliana. 2016. La frontiera della lingua. In Anna Maria Isastia e Rosa Oliva (a cura di) Cinquant’anni non sono bastati. Le carriere delle donne a partire dalla sentenza n. 33/1969 della Corte Costituzionale. 239-245. Trieste, Scienza Express.

Hardaker, Claire and Mark McGlashan. 2016. ‘Real Men Don’t Hate Women’: Twitter Rape Threats and Group Identity. Journal of Pragmatics 91: 80–93.

Robustelli, Cecilia. 2012. Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo. Firenze: Regione Toscana /Accademia della Crusca. https://www.comune.mira.ve.it/public/robustellilineeguidaperlusodelgenerenellinguaggioamministrativo.pdf

Spallaccia, Beatrice. 2017. Misogynistic Hate Speech on Social Networks: a Critical Discourse Analysis. Tesi di dottorato. Università di Bologna http://amsdottorato.unibo.it/8265/