Chiamata di interesse per relazioni o poster (da specificare nella proposta)

I contributi, in forma di relazione (20 minuti+10 minuti di discussione) o poster (70x120 cm), in italiano o in inglese, saranno chiamati a rispondere alle domande di ricerca elencate di seguito, o ad altre che saranno sottoposte al vaglio del comitato scientifico e di revisori anonimi. Le proposte devono essere formulate in forma di abstract anonimo di 500 parole, da inviare a LIGHTS@unive.it entro il 20 giugno 2018. L’accettazione al convegno verrà comunicata entro il 20 luglio 2018.

Domande di ricerca

1. Qual è l’impatto del maschile cosiddetto inclusivo sulla rappresentazione dei generi a livello individuale e sociale sulla costruzione di identità di genere positiva e inclusiva? La discrepanza tra genere formale e semantico presenta problemi di accessibilità al messaggio?

2. Qual è l’impatto del “gender-fair language”, cioè dell’uso di termini che fanno emergere il genere femminile nei ruoli di prestigio, e la presenza delle donne a tutti i livelli del discorso sociale? L’uso del genere grammaticale in forma coerente con il genere della persona a cui si fa riferimento aumenta il livello di accessibilità del messaggio?

3. Come interagiscono o hanno interagito le comunità di parlanti a raccomandazioni / protocolli di intesa / linee guida / ecc. per un uso della lingua rispettoso delle identità di genere? Ci sono differenze nella ricezione di questo tipo di documenti tra Paesi / lingue diverse?

4. L’uso corretto e massiccio del femminile può costituire una minaccia alla parità di genere nelle professioni ingenerando percezione di inferiorità professionale (il femminile può essere connotato negativamente), incertezza di denominazione (la forma femminile non sempre è condivisa), reazione emotiva ostile?

5. Come interagisce la categoria di genere semantico e grammaticale nell’acquisizione bilingue, di L2, di L3, di lingue minoritarie o di lingue di discendenza con sistemi diversi rispetto alla creazione dell’ontologia dei valori e dell’identità di genere? Le persone bilingui esperiscono maggiori o minori livelli di accessibilità nel messaggio rispetto alle incongruenze di genere nel testo? È possibile veicolare un approccio inclusivo alla categoria sociale del genere attraverso l’educazione linguistica in ambito formale?

6. Sono più “gender friendly” lingue senza categoria grammaticale di genere, soprattutto nell’ottica inclusiva di una concezione non categoriale di genere? O sono più funzionali a rappresentare la presenza di tutti i generi le lingue con categoria grammaticale di genere? Quali sono gli indicatori per misurare il livello di “gender friendliness” a livello cognitivo e sociale?

7. In che modo si manifesta la misoginia nel linguaggio, con particolare riguardo alle narrazioni, strutture discorsive, uso o non uso di termini paritari, collocazioni e strutture metaforiche ricorrenti, nei media in senso lato, radio-televisione, in rete, nel discorso politico, nell’interazione tra pari?

8. Quali sono le forme linguistiche di “ostilità sottile” rivolte a donne e persone LGBTIQ, che possono giustificare nel sentire comune forme di linguaggio ostile vero e proprio? Come si possono individuare forme sottili di linguaggio ostile nei “big data”?

9. Quali sono gli strumenti legislativi a livello nazionale ed europeo per contrastare il linguaggio ostile? Come individuare e mettere a sistema buone pratiche a livello europeo transnazionale?

10. È possibile integrare le politiche educative per la parità di genere con l’educazione alla cittadinanza da un lato e l’educazione linguistica dall’altro?

11. Può il discorso “anti-gender” essere considerato una forma di gender-based hate speech? Attraverso quali strategie discorsive l’ideologia anti-gender sfrutta gli stereotipi e i pregiudizi di genere per sostenere forme di discriminazione come misoginia, omofobia e transfobia?

12. Come possono le nuove tecnologie sostenere la diffusione di ideologie discriminatorie (di genere e non solo), e come invece possono essere utilizzate come strumenti per una didattica inclusiva capace di sensibilizzare le nuove generazioni sulla parità di genere e sul rispetto delle diversità, in un’ottica di intersezionalità?