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Un’impresa non “fallisce” da un momento all’altro. Lo fa gradualmente, spesso sotto traccia. Sebbene il termine fallimento sia ancora largamente usato nel linguaggio comune, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) ne ha ridefinito l’impianto concettuale e terminologico, sostituendolo con liquidazione giudiziale per descrivere le procedure destinate alle imprese insolventi. Ma prima che si arrivi a quella soglia, i segnali economico-finanziari di squilibrio si manifestano con largo anticipo.
La vera sfida è saperli leggere. In tempo.
Nel nuovo scenario economico, instabile e iper-competitivo, la differenza tra sopravvivere e sparire si gioca sempre più sulla capacità di anticipare. Non basta più analizzare il passato: serve prevedere il futuro. Ed è qui che l’intelligenza artificiale sta cambiando le regole del gioco, anche nella valutazione delle imprese in difficoltà.
Dai modelli predittivi al machine learning, dai cruscotti intelligenti alle simulazioni finanziarie, l’AI sta diventando un alleato prezioso, e in certi casi indispensabile, per intercettare segnali di crisi, stimare il valore di un’impresa in continuità o in liquidazione, costruire piani di risanamento solidi e realistici.
Le crisi non si manifestano con un’esplosione, ma con micro-squilibri che si sommano nel tempo. Indicatori economico-finanziari, tensioni di cassa, calo di produttività, perdita di posizionamento competitivo: spesso ci sono segnali evidenti, ma le analisi tradizionali arrivano tardi.
L’AI consente oggi di aggregare fonti di dati diverse, anche non strutturate (ad esempio, dati ESG o qualitativi), elaborarle in tempo reale e riconoscere pattern invisibili all’occhio umano. Il risultato? Un sistema di allerta precoce, oggettivo, personalizzabile e aggiornabile.
In fase di valutazione d’impresa, soprattutto quando si tratta di crisi, il valore non è mai un numero fisso. Dipende dal contesto, dallo scenario, dal piano industriale, dal destino stesso dell’impresa (continuazione, vendita, liquidazione). I modelli basati su AI permettono oggi di simulare scenari multipli, offrendo valutazioni dinamiche e adatte alle decisioni da prendere.
Ma attenzione: l’AI non è autonoma. Senza una governance rigorosa, rischia di amplificare errori, bias, o di produrre risultati non spiegabili. Per questo la valutazione moderna è sempre più un processo ibrido: tecnologia e competenza, dati e interpretazione, numeri e strategia.
Valutare un’impresa in crisi, tuttavia, non è solo una questione contabile. Significa decidere il destino di un intero ecosistema: lavoratori, fornitori, creditori, famiglie. È un atto di responsabilità. Per questo l’uso dell’AI in questo ambito è giustamente considerato “ad alto rischio” dalla normativa europea (AI Act), e richiede trasparenza, tracciabilità e una solida preparazione professionale.
In un contesto in cui le imprese sono esposte a shock continui – energetici, sanitari, geopolitici – la capacità di prevedere, valutare e decidere in modo rapido e informato sarà la vera frontiera del management. L’AI non sostituisce l’intelligenza manageriale: la potenzia. Ma solo se la cultura, la formazione e l’etica crescono con la tecnologia.
Il Rating di Legalità può davvero prevenire le crisi d’impresa?
Nel contributo scritto insieme al Prof. Giuseppe Sancetta e pubblicato da Springer – “Safeguarding Ethics, Sustaining Success: The Role of Italy’s Legality Rating in Mitigating Firms’ Insolvency Risk” – esploriamo una domanda centrale per il futuro delle imprese italiane:
può la trasparenza etica rappresentare uno strumento efficace per prevenire l’insolvenza aziendale?
Il lavoro, selezionato come “Selected Paper” alla 26ª Excellence in Services International Conference (EISIC), analizza il Rating di Legalità introdotto dall’AGCM, dimostrando empiricamente che le imprese più trasparenti e strutturate sotto il profilo etico presentano un rischio di default significativamente inferiore, soprattutto tra le PMI.
Il messaggio è chiaro: legalità e solidità aziendale non sono in conflitto, ma possono rafforzarsi a vicenda. Un modello virtuoso, che oggi l’Italia è in grado di riconoscere e valorizzare.
Il capitolo è incluso nel volume Embracing Sustainability Management Through Excellence in Services (Springer, 2024).
Leggilo qui: https://link.springer.com/book/10.1007/978-3-031-65115-1