Annual meeting ISItA 2014


Nuove prospettive in Antropologia ed Evoluzione (11-13 dicembre 2014, Roma)


L’evento, ideato e organizzato dall’Istituto Italiano di Antropologia, con la collaborazione dell'Dip.to di Biologia Ambientale, Università di Roma “La Sapienza” e dell'Istituto Italiano di Paleontologia Umana, ha avuto luogo presso la sala dell’Aranciera dell’Orto Botanico del Dip.to di Biologia Ambientale (Largo Cristina di Svezia n. 24 00165, Roma) nei giorni 11, 12 e 13 dicembre 2014.

La prima sessione (11 dicembre) “C'è ancora posto per il termine razza nella costituzione italiana?” è stata coordinata da Maria Enrica Danubio (Università di L’Aquila) e Pietro Greco (Giornalista). In apertura dei lavori Maria Enrica Danubio ha presentato i tre punti del documento recentemente stilato dal Direttivo dell’Istituto con l’analisi di possibilità, problemi e possibili soluzioni di modifica dell’articolo 3 della Costituzione italiana. Sono seguiti gli interventi di Gianfranco Biondi il quale ha ribadito le basi scientifiche ormai certe sulla falsificazione del concetto di razza. Giorgio Manzi ha sottolineato l’inadeguatezza dell’uso del termine razza applicato alle popolazioni umane. Pietro Greco e Andrea Cerroni hanno evidenziato le ricadute storiche e sociologiche dell’uso e abuso del termine razza. È seguita una ampia e approfondita discussione con interventi, tra i tanti, di Luigi Capasso, Enrico Alleva e Antonello La Vergata, dalla quale è emersa la necessità di continuare il confronto allargandolo necessariamente a esperti di altre discipline, primi fra tutti i giuristi, per individuare linee, livelli e modalità comuni di intervento per incidere costruttivamente sulla diffusione di una corretta conoscenza e concezione della diversità umana.

Il 12 dicembre è stato dedicato agli strumenti dell’anatomia digitale e della morfometria computerizzata, ponte metodologico tra l’antropologia evoluzionistica e la medicina con la sessione “Anatomia digitale, dalla paleontologia alla medicina”. Emiliano Bruner (Cenieh, Burgos) ha discusso argomenti correlati con l’evoluzione del cranio e del cervello, presentando studi di tomografia e risonanza in popolazioni moderne e in campioni fossili. L’evoluzione delle relazioni tra cranio e cervello sono state integrate con processi patologici come la miopia o la neurodegenerazione associata alla malattia di Alzheimer. Luca Fiorenza (University of Armidale, Australia) ha poi introdotto metodi di studio anatomico in antropologia dentale, considerando tecniche di analisi delle superifici occlusali e della relazione con l’alimentazione, tecniche che sono utilizzate in paleontologia come in odontoiatria o in chirurgia maxillo-facciale. Paolo Piras (Università di Roma “La Sapienza”) ha presentando un nuovo metodo di studio delle deformazioni cardiache, applicando lo studio della forma e della statistica multivariata ai cicli cardiaci, per evidenziarne le traiettorie funzionali e quelle patologiche. Infine, Markus Bastir (CSIC, Madrid) ha integrato gli studi su cranio e cervello con postura e respirazione, attraverso metodi di ricostruzione digitale e correlazione strutturale. Nella tavola rotonda, oltre agli argomenti tecnici associati con anatomia digitale e morfometria geometrica, si è discusso della struttura multidisciplinare di questi nuovi campi di ricerca, e di come integrare queste nuove necessità di collaborazione interdisciplinare anche a livello professionale. L’Italia, in questo momento storico, non sta riuscendo a sviluppare competenze adeguate in questo senso, forse anche probabilmente a causa di difficoltà amministrative nei rapporti tra insegnamento universitario, ricerca, e strutture istituzionali. Una prospettiva evoluzionistica in medicina può rivelarsi estremamente utile quando, attraverso un approccio comparativo e integrando informazioni su una scala più ampia, può orientare la ricerca medica verso direzioni più difficili da riconoscere attraverso i metodi necessariamente più riduzionisti e mirati delle scienze biomediche.

Nella mattina del 13 dicembre, nella sessione “Accesso aperto alla conoscenza” è stato affrontato il tema dell’Open Access nella sua accezione più ampia: accesso ai contenuti delle pubblicazioni e ai dati in ambito sia scientifico che divulgativo, senza trascurare le implicazioni a livello sociale. Dopo un’introduzione generale da parte di Pietro Greco sul tema della conoscenza aperta come bene comune, Vittorio Alvino (Openpolis, Roma) ha illustrato l’importanza dei dati aperti per conoscere e valutare le attività svolte a livello delle istituzioni locali e nazionali, anche ai fini del coinvolgimento attivo della cittadinanza nei processi decisionali. Giancarlo Nonnoi (Università di Cagliari) ha illustrato un progetto di digitalizzazione e condivisione di materiali di interesse storico e scientifico riguardante la Sardegna, mentre Mariano Pavanello (Sapienza Università di Roma) ha mostrato le prime fasi di un progetto ancora in via di sviluppo sulla digitalizzazione degli archivi dei poteri tradizionali in Africa occidentale (Gambia). Giovanni Destro Bisol e Paolo Anagnostou e (Istituto Italiano di Antropologia) hanno presentato l’iniziativa Oasis (Open Access Institutes), recentemente lanciata dall’Istituto Italiano di Antropologia per favorire l’accesso aperto alle pubblicazioni e ai dati, sia scientifici che amministrativi. Giuseppe Vona (Università di Cagliari e Istituto Italiano di Antropologia) ha mostrato le prime fasi di un progetto finalizzato a riunire e coordinare tutti gli studi di Antropologia biologica condotti sulle popolazioni sarde. Nella tavola rotonda “La conoscenza aperta negli Istituti culturali e scientifici del Lazio” Giancarlo Monina (Fondazione Basso, Roma), Mariada Muciaccia (Liceo Mamiani, Roma) e Vittorio Alvino, con il coordinamento di Pietro Greco, hanno fatto il punto della situazione sulle iniziative per l’ Open Access, con particolare attenzione a quanto si sta facendo nel Lazio.

Il pomeriggio del 13 dicembre il meeting è stato chiuso dalla sessione “La struttura disciplinare dell'antropologia: da una visione unitaria a una frammentazione euristica” coordinata da Bernardino Fantini (Universitè de Geneve). L’antropologia, prima della divisione rigida fra fisica e culturale o sociale, aveva un carattere unitario, toccando tutti i possibili ‘discorsi sulla specie umana’. Le sue diverse componenti durante il Novecento si sono consolidate in discipline distinte, anche molto diverse fra loro, per metodo e principi esplicativi. Questa frammentazione disciplinare è stata tuttavia estremamente euristica, produttrice di nuove conoscenze, che tuttavia permettono ora e per molti aspetti richiedono una ‘nuova sintesi’: la possibilità di utilizzare i metodi e i concetti provenienti da discipline diverse per ricostruire un’immagine unitaria della specie umana, delle sue origini e della sua evoluzione biologica, psicologica e culturale, che era stata il progetto dell’antropologia al momento della sua creazione come disciplina autonoma. Giovanni Cerro (Fondazione Collegio San Carlo di Modena) ha descritto la figura di Giuseppe Sergi e la sua rilevanza nell’ambito scientifico internazionale. Antonello Lavergata (Università di Modena) ha discusso le implicazioni del pensiero darwiniano per quanto riguarda strettamente l’evoluzione umana. Maria Enrica Danubio (Università de l’Aquila) ha presentato le piu’ recenti acquisizioni sul tema del secular trend della statura nelle popolazioni umane. Marta Licata (Università di Varese) ha discusso opportunità e limiti della ricerca all’interfaccia tra antropologia e archeologia. Infine, Vallori Rasini (Università di Modena) ha introdotto il campo dell’Antropologia filosofica e ne ha descritto l’evoluzione concettuale nell’ultimo secolo

Programma (abstract)


11 Dicembre

Tavola Rotonda (15:00 - 18:00)

C'è ancora posto per il termine razza nella costituzione italiana?

(vai al documento ISItA sull'abolizione del termine razza).


Interventi

Marica Danubio (Università de l’Aquila)

Il documento ISITA (tre questioni poste sul tappeto)


Pietro Greco (Giornalista)

I ricercatori di Hitler. Come il razzismo ha cambiato la storia (e la geografia) della scienza


Gianfranco Biondi (Università de l’Aquila) e Olga Rickards (Università di Roma, Tor Vergata)

Dichiarazione sulla falsificazione biologica del concetto di razza umana


Giorgio Manzi (Università di Roma, Sapienza)

Razza/e...? No grazie, se le parole hanno un senso


Andrea Cerroni (Università di Milano)

Essere umani oggi. Differenze di provenienza-destino e destinazione-futuro di un popolo-mondo


12 Dicembre

Anatomia digitale, dalla paleontologia alla medicina

9:30 Emiliano Bruner (Istituto Italiano di Antropologia)

Introduzione

9:45 Emiliano Bruner (CENIEH, Burgos, Spagna)

Craniologia funzionale e paleoneurologia


10:30 Luca Fiorenza (University of New England, Armidale, Australia)

Anatomia digitale, denti, e occlusione


11:15 Paolo Piras (Dip.to di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Sapienza Università di Roma)

La meccanica cardiaca e lo studio della forma


12:00 Discussione

13:00 Pausa Pranzo

15:00 Markus Bastir (Museo Nacional de Ciencias Naturales CSIC, Madrid, Spagna)

The respiratory apparatus in human evolution


16:00 Tavola Rotonda

Emiliano Bruner, Paolo Piras, Markus Bastir, Luca Fiorenza, Fabio di Vincenzo, Luca Bondioli e Claudio Tuniz.


13 Dicembre

Mattina (9:30-13:30)

Accesso aperto alla conoscenza

9:30 Pietro Greco (Giornalista)

La conoscenza aperta come bene comune

10:00 Vittorio Alvino (Openpolis)

Dati aperti per la politica aperta

10:25 Giancarlo Nonnoi (Università di Cagliari)

Digitalizzare la storia: l'esperienza di Sardoa d-library

10:50 Mariano Pavanello (Università di Roma, Sapienza)

Digitalizzare gli archivi dei poteri tradizionali in Africa occidentale


11:15 Giovanni Destro Bisol e Giuseppe Vona (Istituto Italiano di Antropologia)

Oasis and other OA projects of the Istituto Italiano di Antropologia


11:30 Tavola Rotonda “La conoscenza aperta negli Istituti culturali e scientifici del Lazio

Giancarlo Monina (Fondazione Basso), Vittorio Alvino (OpenPolis) e Mariada Muciaccia (Liceo Mamiani).

13:30 Pausa Pranzo

13 Dicembre

Pomeriggio (15:00-18:00)

La struttura disciplinare dell'antropologia: da una visione unitaria a una frammentazione euristica


14:30 Giovanni Cerro (Fondazione Collegio San Carlo di Modena)

"Una scienza di cose vive". L’antropologia di Giuseppe Sergi


15:00 Antonello La Vergata (Università di Modena)

L’eredità darwiniana nell’antropologia


15:30 Marica Danubio (Università de l’Aquila)

L'utilizzo dei caratteri 'fisici' in antropologia


16:00 Pausa caffè


16:30 Marta Licata (Università di Varese)

Antropologia fisica e paleopatologia: esigenze di formazione e di riconoscimento professionale


17:00 Vallori Rasini (Università di Modena)

L’antropologia dal punto di vista della filosofia


17:30 Bernardino Fantini (Universitè de Geneve)

La prospettiva antropologica sulle emozioni e la sua confluenza con la neurobiologia