Al Ministro dell’Università e della Ricerca, Onorevole Prof.ssa Anna Maria Bernini,
Le scriviamo come appartenenti al nascente Movimento Dignità RTI (Ricercatori a Tempo Indeterminato), per chiederLe di risolvere la situazione insostenibile, umiliante e oltremodo ingiusta creatasi a causa del vuoto normativo introdotto della Legge 30 dicembre 2010 n. 240.
Il ruolo degli RTI è stato posto “ad esaurimento” e, in sostituzione di tale figura, l’art. 24 della citata legge ha attivato l’istituzione del Ricercatore a Tempo Determinato di tipo B (RTD-B) che, se acquisisce entro tre anni l’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) e supera una valutazione interna, può diventare automaticamente Professore Associato (PA). Lo stesso diritto è riservato alla nuova figura istituenda del RTT (Ricercatori a Tempo determinato Tenure-track). Contrariamente, non sussiste un analogo obbligo di valutazione per noi RTI. Infatti, anche se in possesso della medesima abilitazione, per poter aspirare al passaggio nel ruolo di PA dobbiamo attendere il bando di un'apposita procedura di valutazione, per la quale è necessario che le singole Università stanzino le relative risorse.
I recenti Piani Straordinari (DM 84/20 e DM 561/21), riservati a noi RTI, hanno riconosciuto il problema ma sono riusciti a garantire un passaggio di carriera solo a circa il 50% degli RTI.
Allo stesso tempo, tali Piani hanno contribuito a definire un quadro in cui sono minime le possibilità di avanzamento degli RTI rimasti esclusi (non per motivi di demerito), che ad oggi sono circa 1000. Infatti, il reclutamento di numerosi RTD-B/RTT, che sono stati/saranno stabilizzati nel ruolo di PA, grazie ai piani straordinari dedicati, diminuisce (se non elimina) l’esigenza di inserire nella programmazione dei singoli Atenei concorsi riservati ai passaggi di noi RTI al ruolo di PA. La conseguenza preoccupante è che molti Atenei hanno riservato/riserveranno pochi punti organico e fondi (in alcuni Atenei addirittura nessuno) per la nostra progressione, sia nella programmazione ordinaria, sia nei vigenti piani straordinari 2022-26 (Decreto n.445 del 6/5/22).
Il recente decreto Milleproroghe ha esteso la possibilità di avvalersi di procedure valutative (ex art. 24 c.6) fino al 31/12/2025, ma di fatto per le nostre progressioni vengono applicate da molti Atenei soltanto procedure selettive (ai sensi dell’art. 18 della legge 240/2010), che allungano notevolmente la finestra temporale di attesa (dal momento che gli Atenei devono stanziare 0.7 punti organico per ogni procedura ed attendere l’esito della stessa per poter bandire nuove posizioni) e determinano una evidente disparità con la figura del RTD-B/RTT.
A fronte della discrezionalità lasciata agli Atenei, che reitera la disparità di trattamento all’interno della stessa categoria, è dunque inaccettabile che noi RTI abilitati, pur servendo con merito da decenni gli Atenei Italiani, rischiamo l’oblio accademico.
Crediamo che tutti noi RTI meritiamo l’avanzamento di carriera entro il 31/12/2025. Aspettare ancora è lesivo della nostra dignità.
Per tali ragioni, Onorevole Ministra, noi RTI, CHIEDIAMO CON URGENZA PER TUTTI GLI RTI
1) PROCEDURE VALUTATIVE OBBLIGATORIE (EX ART.24, c. 6.) Le chiediamo di disciplinare le progressioni di noi RTI abilitati a Professori Associati, nei piani straordinari vigenti di cui al DM 445/22 e/o nella ordinaria programmazione di Ateneo, secondo procedure valutative, ai sensi dell'art. 24, comma 6 della legge 240/2010, come già indicato nei DM 84/20 e 561/21. Riteniamo che questo sia un atto necessario, sia per allineare le condizioni di carriera degli RTI a quelle degli RTD-B/RTT, sia per eliminare le disparità di trattamento delle progressioni che si stanno verificando tra gli Atenei, in una materia (quella del Personale dipendente) che non dovrebbe ammettere differenziazioni;
2) UN NUOVO PIANO STRAORDINARIO Le chiediamo di destinare risorse aggiuntive, in deroga alle facoltà assunzionali, destinate ai soli RTI abilitati per la progressione al ruolo di PA, in continuità con i recenti piani straordinari riservati agli RTI abilitati. Lo sforzo economico necessario risulterebbe decisamente limitato (inferiore a otto/nove milioni di euro complessivi per tutti gli RTI attualmente abilitati), poiché, al netto degli ingressi già avvenuti entro il 31/12/2022, il costo effettivo della singola progressione oscilla tra zero e 10.000 euro, somma da cui il singolo Ateneo dovrebbe eventualmente sottrarre anche il costo relativo alle docenze retribuite assegnate agli RTI.
Ci appelliamo, Onorevole Ministra, alla Sua profonda conoscenza del mondo accademico, per risolvere, hic et nunc, l'incresciosa situazione in cui noi RTI abilitati ci troviamo. L’essere stati esclusi per incapienza di risorse dai piani straordinari del ministro Manfredi e la discrezionalità contenuta nel Milleproroghe, ci mette ancora di più in una situazione di criticità con disparità di trattamento a parità di condizioni. Pertanto, ci affidiamo alla Sua sensibilità e Le chiediamo di risolvere definitivamente il nostro problema, restituendo la dignità che compete a noi Ricercatori Universitari.
Gli RTI delle Università Italiane