PAOLO SOLERI

paesaggi tridimensionali

di Luigi Spinelli

RECENSIONE

Paolo Soleri nasce a Torino il 21 Giugno 1919 e si è laureato in architettura al Politecnico di Torino nel 1946. L’ anno successivo alla sua laurea si è trasferito in Arizona a Talesin West dove fu apprendista nello studio di Wright. Dopo due anni per una serie di fattori come l’ esigenza di autonomia che lo tormentava decise di lasciare lo studio. Durante quegli anni progetto il The Beast, un ponte che sfruttando la sua rigidità svolge i ruoli di impalcato, appoggio, sponda e copertura. Nel 1950 torna in Italia e da Torino decide di spostarsi verso sud con il suo Leoncino, un mezzo di trasporto-abitazione personale inventato da lui stesso. Il rapporto uomo natura è il fulcro della sua ricerca architettonica al quale l’ asperità della costiera Amalfitana sembra offrirgli inediti e plurimi spunti creativi. La Fabbrica di ceramiche Solimene rappresenta non solo una delle poche opere che di fatto Soleri è riuscito a trasformare in realtà, ma un unicum all'interno di uno schema architettonico ben definito. L’edificio è audace nella concezione spaziale ed è paragonabile alla ricerca d’oltreoceano di Frank Lloyd Wright.

Tornato in America, precisamente in Arizona iniziò un lavoro teorico che mette al centro i temi dell’ ecologia, della vita comunitaria, l’ etica sociale e il sovraffollamento globale.

A Soleri è associato il concetto di ”arcologia”, l’unione di architettura ed ecologia. Soleri su questa concezione ha idealizzato progettazioni di iperstrutture ad alta intensità di popolazione, autosufficienti e in grado di minimizzare l’ impatto ambientale, ottimizzare gli spostamenti, “le relazioni temporali”, spaziai e i problemi energetici.

Realizzò così Cosanati, che funziona come uno studio e laboratorio di ceramica, attività quest’ ultima che serve a finanziare le altre iniziative progettuali. Cosanti presenta un ambiente architettonico bioclimatico unico. Le sue strutture presentano molti elementi di design fantasioso, che riflettono le innovative tecniche di costruzione di Soleri che stava sperimentando in quegli anni. Nel 1970 ha fondato Arcosanti con il quale porta a termine il suo progetto di città. Esso è un prototipo di città per 5.000 persone, basato anch’ esso sui concetti dell’ arcologia. Un vero e proprio laboratorio urbano, prototipo di città compatta e tridimensionale dove le architetture sono strettamente connesse tra loro in frazioni urbane stratificate polifunzionali.

Tra i suoi progetti si segnalano i progetti delle Arizonan Houses tra cui la Dome House, Cave Creek in Arizona, il progetto della città commissionato dal MIT, l’ Hyper Building a Tokyo e la realizzazione di un teatro all’ aperto Santa Fe in New Mexico.

Oggi delle sue ideazioni le possiamo ammirare nei suoi Sketchbook, album di schizzi e pensieri che percorrono trasversalmente l’ attività teorica e lavorativa di Soleri fino ad oggi.

Credo che il libro di Luigi Spinelli, intitolato “Paolo Soleri paesaggi tridimensionali” e pubblicato nel 2006, descriva nel dettaglio i lavori pensati e realizzati di Soleri. Conoscere Soleri vuol dire penetrare in un mondo che ha leggi, abitudini, diversi modi di fare tutti propri e lo scrittore ci mette in luce proprio questi suoi caratteri.

La cosa più interessante è che tra i suoi moltissimi progetti, infatti, pochi sono quelli costruiti e questo perché Soleri è stato soprattutto un grande teorico e sostenitore di un nuovo stile di vita, basato su città compatte e integrate con l’ambiente circostante. La questione della teoria e della sua costruzione esiste, poiché nel suo ambito architettonico il termine teoria rappresenta innanzitutto “un modo di essere del progetto”.