Autore:
Yukio Mishima
Casa Editrice:
Feltrinelli
Anno di pubblicazione:
1949
L'AUTORE
LA TRAMA
Yukio Mishima, pseudonimo di Kimitake Hiraoka, è nato a Tokyo il 14 gennaio 1925 ed è stato uno scrittore, drammaturgo, saggista e poeta giapponese. L’autore, come si evince dai suoi scritti, è stato una figura controversa, anche per le sue convinzioni politiche che lo portarono a fondare nel 1968 il Tatenokai, una milizia civile che aveva lo scopo di restaurare la dignità del Giappone Imperiale.
Mishima il 25 novembre 1970, dopo aver occupato l’ufficio del generale Mashita dell’esercito di autodifesa, si toglie la vita tramite il seppuku. Questo, a quanto pare, a causa dell’occidentalizzazione del Giappone, portata dai patti di San Francisco, e della perdita di potere dell’Imperatore, che a quel tempo era Hirohito.
Il protagonista del romanzo, Kochan, immerso in un Giappone militarista, ovvero quello della Seconda Guerra mondiale, fin da piccolo ha sempre dovuto celare la propria autentica identità, poiché in lui “difetta in via assoluta qualsiasi forma di voglia per l’altro sesso”. E’ così che Kochan è costretto a indossare una maschera per nascondere i suoi reali, inammissibili, desideri: dall’adorazione dei corpi robusti dei suoi compagni di classe fino alla folgorante visione del quadro si San Sebastiano, da cui si svilupperà una riflessione riguardo la morte e il corpo maschile. Il protagonista, in seguito, facendo diventare la “recita” una parte integrante della propria natura, si costringerà a corteggiare la giovane Sonoko, sorella di un suo caro amico.
IL NOSTRO GIUDIZIO
Confessioni di una maschera di Yukio Mishima è un vero e proprio viaggio nella mente di un uomo che, a causa della società del tempo, è costretto a indossare una maschera mettendo in scena una “recita” per nascondere i propri desideri. Dunque in questo classico della letteratura giapponese si assiste a un’evoluzione cerebrale solitaria, chiusa e disperata dell'alter ego dell’autore Kochan. Così il romanzo, caratterizzato da una forte impronta autobiografica, può creare nel lettore diversi sentimenti: si passa dall’orrore per alcuni comportamenti e pensieri del protagonista all’empatia o, addirittura, alla pena nei suoi confronti. I sentimenti di questo tipo sono creati anche dal vortice di avvenimenti, pensieri e, talvolta, tormenti in cui viene quasi risucchiato il lettore.
[Nicolò De Lucia, maggio 2024]