A.S. 2018-19

Anno scolastico 2019-20

Considerazioni sulla mia esperienza a Valencia (Spagna)

di Gandini Morena

28 aprile 2019

Non mi sembra ancora vero, ma è già passato un mese dalla mia esperienza di mobilità in Spagna! In questo numero della newsletter non ho intenzione di parlarne in modo dettagliato, mi limiterò a condividere alcune cose che mi hanno colpita sia in merito alla scuola che ho visitato, sia riguardo alla città di Valencia.

Alcuni colleghi mi hanno chiesto perché ho scelto la Spagna. Le ragioni sono state diverse, ma due in particolare mi hanno guidato nella scelta: in primo luogo la lingua, parlo lo spagnolo abbastanza bene e lo capisco ancora meglio; in secondo luogo perché ho voluto conoscere una realtà piuttosto vicina alla nostra come cultura e mezzi a disposizione. Nella scuola che mi ha ospitata, ho potuto seguire numerose lezioni e ho avuto colloqui con diversi insegnanti e la Preside; il programma è stato molto intenso ed interessante. Durante la visita ho avuto delle conferme alle mie aspettative, ma anche numerose sorprese.

L’istituto e il sistema scolastico

La scuola che ho visitato si chiama Salvador Gadea e si trova ad Aldaia, un paese simile a Soliera per dimensioni, situato alle porte di Valencia. Nonostante la sua vicinanza alla città, dal mio albergo (in centro a Valencia) ci impiegavo più di un’ora a raggiungere la scuola (tra spostamenti a piedi, tempi di attesa e viaggio) utilizzando i mezzi di trasporto pubblico! Fortunatamente, alcuni colleghi spagnoli, gentilissimi e molto disponibili, mi hanno dato numerosi passaggi in auto, riducendo così notevolmente i tempi.

Il Gadea è un istituto di scuola secondaria che raggruppa (oltre all’obbligo ESO) diversi indirizzi dal professionale/tecnico, a quello paragonabile al nostro liceo, per studenti dai 12 anni di età in su. Il sistema scolastico spagnolo non prevede la scuola media come concepita qui in Italia, si passa dalla primaria alla secondaria obbligatoria fino a 16 anni, per poi continuare la formazione non obbligatoria fino ai 18. Tutti questi alunni frequentano la secondaria in un unico edificio che ospita circa 1400 studenti. L’edificio è piuttosto grande, disposto su due piani e suddiviso in due blocchi comunicanti tra loro.

Oltre alle aule ci sono diversi laboratori specifici: informatica, chimica, fisica, musica ecc. Le aule sono dotate di LIM oppure di proiettori a soffitto che proiettano su schermi srotolabili davanti alla lavagna di ardesia.

laboratorio di informatica

Le classi sono piuttosto numerose si arriva anche fino a 30 studenti e gli alunni si spostano in continuazione; in autonomia si recano all’aula dell’ora successiva dove li attende il professore; i laboratori sono sempre chiusi a chiave.

I ragazzi chiamano per nome i docenti e danno loro del tu, inoltre sono piuttosto rumorosi e poco rispettosi delle regole di comunicazione, come è stato anche mestamente riconosciuto dai colleghi spagnoli un po’ rassegnati a questa situazione. Per la gestione dei conflitti tra alunni o alunni/docenti c’è a disposizione un ufficio specifico.

La scansione delle ore non è determinata da una campanella, ma da musica di generi diversi e che varia di ora in ora (55 minuti), secondo la Preside rende i ragazzi meno nervosi e agitati negli spostamenti.

A seconda del grado e dell’indirizzo frequentato, ci sono materie obbligatorie e materie elettive. I libri di testo sono forniti dalla scuola. Come seconda lingua straniera si studiano il francese o l’italiano (la prima è anche qui l'inglese), inoltre molte lezioni si svolgono in lingua valenciana, per preservare l’identità della regione, ricordiamoci che siamo in Spagna, paese delle autonomie amministrative e linguistiche.

Hanno due intervalli perché la scuola (per la maggior parte degli alunni) termina alle 15 e non si va di sabato.

Al pomeriggio vengono organizzate attività di recupero e di potenziamento secondo un programma strutturato (PAM) che è finanziato, e per questo monitorato, dalla comunità Valenciana (mentre ero lì hanno avuto una visita ispettiva non programmata!) I ragazzi con DSA non utilizzano ausili elettronici, hanno solo delle verifiche diversificate.

La tecnologia, se non prevista dal corso di studi, è usata a discrezione dei singoli docenti (qui vediamo una lezione di matematica con l’uso del programma Plickers).

Hanno diverse attrezzature tecnologiche che vengono acquistate grazie alle sovvenzioni delle famiglie (versano 30 euro all’anno per l'ampliamento dell’offerta formativa), ma in più ricevono fondi della comunità autonoma valenciana.

Questa scuola è famosa per il carattere internazionale: ci sono diverse attività di interscambio, numerosi progetti finanziati con fondi europei e per questo, nella zona, è molto ambita.

La città

La temperatura fresca mi ha permesso di visitare Valencia in lungo e in largo e il fatto di essere rimasta una settimana mi ha permesso di “vivere” la città, di assaporare le sue prelibatezze culinarie e di ripassare lo spagnolo che era da molto tempo che non parlavo.

Valencia è una città non molto grande, ma molto ricca di storia, si possono visitare bellissimi monumenti antichi e una città delle arti e delle scienze modernissima.

Plaza de la Virgen

Museo delle Scienze Principe Felipe

L'Hemisferic e il Palau des Arts Reina Sofia

L'Umbracle

E’ anche una città portuale a cui attraccano anche navi da crociera e ha enormi spiagge sabbiose che devono essere piuttosto affollate nel periodo estivo. La città vecchia è un dedalo di stradine nelle quali mi sono persa parecchie volte nel raggiungere il mio albergo che si trova proprio vicino alle maggiori attrazioni del centro storico: La Cattedrale e la Lonja de la seda. Una curiosità: la cattedrale conserva il Santo Graal!

La Cattedrale

La Lonja de la seda

Scorcio de la Lonja su Carrer d'Ercilla.

Carrer dels Drets

Il Santo Graal

Mercado Central

Plaza del Ayuntamiento

Il bilancio della mia esperienza quindi è del tutto positivo, è consigliabile ed auspicabile per tutti i docenti avere opportunità formative in cui ci sia il contatto con altre realtà europee perché aprono notevolmente la mentalità.

Progetto Erasmus+ call 2018: fatti e numeri

di Morena Gandini

27 aprile 2019


Cos’è Erasmus+: Vedi il link: http://www.erasmusplus.it/

Nome del progetto della call 2018: In Europa per l’innovazione digitale

Organizzatore del progetto: Consorzio USR Emilia Romagna

Beneficiari del progetto: 37 animatori digitali provenienti da tutta l’Emilia Romagna, tra i quali la sottoscritta.


Scopo del progetto: Previste due modalità: 1. Job shadowing 2. Corso, che permettono di:

  1. Visitare realtà scolastiche europee per conoscerne gli aspetti organizzativi e digitali.

  2. Approfondire le conoscenze sull’uso delle tecnologie nella didattica

Dove: Job shadowing: Regno Unito = 2 - Finlandia = 8 - Spagna = 2 - Svezia = 2 - Polonia = 1 Germania = 2 - Norvegia = 2 - Portogallo = 1 Corsi: Regno Unito = 4 - Malta = 3 - Olanda = 2 - Spagna = 2 - Portogallo = 1 Germania = 1 - Francia = 1 - Finlandia = 2 - Croazia = 1 Io sono andata ad Aldaia (Valencia), Spagna e ho scelto il job shadowing.

Quando: Validità del progetto: 17 mesi da giugno 2018 a novembre 2019; in questo arco temporale tutti gli AD devono partire. La mia esperienza si è svolta dal 24 marzo 2019 al 30 marzo 2019 (5 giorni presso la scuola e 2 di viaggio).

La disseminazione: Una delle condizioni alla partecipazione al progetto: l’AD è tenuto a programmare ed effettuare valide azioni di ricaduta e disseminazione di quanto progettato e appreso.

Progetto Robotikamente

di Morena Gandini

28 novembre 2018

Si parte con il progetto Robotikamente! Si comincia con la formazione delle classi/sezioni coinvolte nel progetto.

Che tipo di progetto è? Si vuole sperimentare un’attività verticale tra primaria e infanzia e proporre l’utilizzo nelle scuole di alcuni robot educativi appartenenti all'Istituto (come ho detto tempo fa si potrebbe organizzare un kit di robotica e un prestito tra scuole).

Primo incontro di formazione: L‘utilizzo delle Beebot a cura di Setti Daniela. 28 novembre dalle ore 16,30 alle ore 18,30 presso la scuola Menotti di Limidi. Parteciperanno 15 docenti tra infanzia e primaria.

Secondo incontro di formazione: L’uso di Cubetto a cura di Ghirarduzzi Rita. 10 dicembre dalle 16,30 alle 18,30 presso la scuola Muratori di Soliera. L’incontro è previsto per le docenti dell’infanzia, ma è aperto anche ai docenti della Garibaldi TP coinvolti nel progetto.

Buon lavoro a tutti!

Raccontiamo le iniziative realizzate con i 1000 euro dell’azione #28 del PNSD - Progetto “Tinkering” per infanzia “Bixio” e “Muratori”

di Gandini Morena

11 novembre 2018

Il progetto “Tinkering”, portato a termine lo scorso anno scolastico, era rivolto alle docenti della scuola dell’infanzia del nostro Istituto.

Perché si è deciso di indirizzare l’azione all'infanzia? Nel nostro istituto ci sono state diverse iniziative per implementare le attrezzature di scuole primarie e secondaria, ma nulla era ancora stato investito per la scuola dell’infanzia, pertanto mi è sembrato giusto spendere il contributo ministeriale per questo grado scolastico.

Cosa si è fatto? Si è trattato di un laboratorio pratico in cui le docenti hanno imparato facendo (in assenza di digitale!): sono stati usati dei materiali “poveri” come ad esempio stecche del ghiacciolo, portauovo di cartone, palline di plastica, bottoni e altro... per poter applicare attività di coding . La formatrice è stata molto coinvolgente e le attività proposte sono state le stesse che possono essere riproposte in sezione con i bambini.

Come si articola l’azione #28? Una parte dei fondi può essere spesa per la formazione o l’organizzazione di workshop per gli studenti e una parte, fino al 40%, si può spendere per l’acquisto di materiali. Per questo motivo è stata chiamata Alessandra Serra che ha curato la parte teorica e sono stati acquistati dei piccoli robot adatti a percorsi di coding per bambini di età prescolare e della fascia di prima e seconda elementare: Bee-bot e Cubetto.

Bee bot

Le Bee-bot in classe

Cubetto

che cos'è?