Info CEM

Cos’è l’elettrosmog?

La parola elettrosmog si riferisce alla possibilità che il campo elettromagnetico diffuso nell’ambiente da varie fonti sia un elemento inquinante, una specie di smog invisibile. Smog è un termine inglese e si riferisce all’inquinamento ambientale causato dalla nefasta combinazione di fumo (smoke) e nebbia (fog). Il termine è usato per designare, talvolta anche in maniera affrettata e impropria, un qualunque tipo di inquinamento ambientale dovuto a campi elettromagnetici di origine artificiale. Esiste un campo magnetico naturale, quello terrestre, con il quale l’essere umano ha da sempre convissuto e ogni alterazione di questa condizione naturale può essere considerata inquinamento: ovvero, “elettroinquinamento”. Viviamo immersi in diversi campi elettromagnetici generati da varie sorgenti.

Dai cavi dell’impianto elettrico domestico al frigorifero, dalla televisione al telefono cellulare, dall’asciugacapelli all’aspirapolvere, dal forno a microonde alla lavatrice. In particolare “il telefonino”, che fa dell’Italia il Paese a più alta densità di utilizzazione con un numero di apparecchi superiore a quello dei suoi abitanti.

Campi elettrici e …

Qualsiasi corpo su cui si trovano cariche elettriche crea intorno a sé un campo elettrico, E (figura a destra). La sua intensità si misura in Volt/metro (V/m). Se tale campo fosse visibile all’occhio umano apparirebbe come un insieme di linee che partono da un corpo carico positivamente e terminano su uno carico negativamente. Un effetto arcobaleno a noi invisibile.Il campo magnetico (figura a sinistra), è generato, invece, da cariche in movimento, gli elettroni (e). La sua intensità H si misura in Ampere/metro (A/m) mentre la sua densità di flusso, B(anche detta induzione magnetica G voce in glossario) è misurata in Tesla (T). Il campo magnetico lo possiamo immaginare come un insieme di linee chiuse che si susseguono intorno ad un filo percorso da corrente elettrica. Tra il campo elettrico e il campo magnetico esiste una proporzionalità che si perde in condizioni particolari (campo vicino). Campo elettrico e campo magnetico sono dimensioni diverse di un’unica entità, il campo elettromagnetico.

… campi magnetici

Il campo elettromagnetico (indicato come CEM) è un fenomeno fisico che consiste nell’esistenza contemporanea di un campo elettrico e di un campo magnetico. La sua densità di potenza, S si misura in Watt su superficie ( Watt/m2 – watt al metro quadrato). In ogni punto dello spazio, campo elettrico e campo magnetico oscillano secondo modalità che dipendono dal tipo di sorgente e si propagano sotto forma di onde.

L’onda elettromagnetica si propaga nello spazio trasportando energia. A differenza delle onde acustiche o di quelle sull’acqua, che si propagano soltanto attraverso un mezzo materiale (aria o acqua), le onde elettromagnetiche si propagano liberamente anche nello spazio vuoto e alla velocità della luce. La propagazione per onde significa, che un’oscillazione dei campi si estende nell’ambiente circostante; la velocità di questo spostamento, se siamo in aria, è di 300.000 km al secondo. Il numero di oscillazioni al secondo dell’onda elettromagnetica è detto frequenza, ed è misurata in Hz (Hertz).

Spettro elettromagnetico

L’onda elettromagnetica rientra nello spettro elettromagnetico e, cioè, l’insieme di tutte le onde elettromagnetiche possibili. Lo spettro elettromagnetico (vedi figura) contiene tutte le onde elettromagnetiche comprese tra una frequenza che va da 0 Hertz, ovvero la corrente continua di una batteria, fino a frequenze elevatissime. Ad esempio le frequenze di un telefonino GSM sono comprese tra 900 e 1800 MHz. I campi elettromagnetici a frequenza elevatissima ben oltre lo spettro della luce visibile,sono ionizzanti, cioè in grado di determinare modificazioni a livello atomico della materia. È il caso, in particolare, dei raggi X (quelli comunemente usati negli ospedali per realizzare le lastre radiografiche) e delle radiazioni gamma. L’elettroinquinamento si riferisce alle radiazioni non ionizzanti con frequenza inferiore a quella della radiazione infrarossa.

Alta frequenza e bassa frequenza

Gli impianti di trasmissione

Siamo “irradiati” in ogni istante con intensità più o meno elevate che dipendono da molti fattori, sottoponendoci a rischi volontarie a rischi imposti. A seconda delle nostre necessità e bisogni, stabiliamovolontariamente se e quando mettere in funzione la lavatrice o fare una telefonata con il cellulare. Nel caso delle stazioni di telefonia e, in particolare, delle emittenti radiotelevisive, le onde che portano il segnale ai nostri apparecchi sono presenti nell’ambiente in maniera costante e indipendente dalla nostra volontà. Nell’esempio in figura, è schematizzata l’esposizione alle radiazioni di un antenna direzionale. L’edificio C può avere un’esposizione maggiore rispetto all’edificio B poiché si trova in corrispondenza della direzione di massima radiazione; in ogni caso, solo una maggiore distanza e una minore potenza garantiscono più bassi livelli di esposizione; l’edificio A, posto dietro l’antenna, non è interessato dalle radiazioni. Ad esempio, la situazione descritta può essere paragonata all’effetto di un ventilatore: vicino “sentiamo” il vento, a media distanza proviamo refrigerio, lontano l’effetto si annulla; l’aumentare della “potenza” del ventilatore consente di spostare più aria a maggiore distanza.

La telefonia mobile

Una rete per la telefonia mobile suddivide il territorio da coprire in una serie di celle di trasmissione adiacenti per garantire la continuità delle chiamate mentre ci si muove da una zona ad un’altra. Occorre osservare che la copertura è proporzionale alla potenza di emissione, la quale è ormai ridottissima; nel caso del recente sistema UMTS, essa si limita a qualche decina di Watt. Inoltre, la potenza di emissione di ciascun telefonino viene automaticamente regolata dall’apparecchio al fine di garantire il necessario collegamento con la SRB. Questo comporta una minore esposizione personale e una durata più lunga delle batterie del cellulare.

La radiofonia

Nel caso di antenne radiofoniche la propagazione è omnidirezionale: si diffonde in ogni direzione e i valori di CEM aumentano quanto più si è vicini a essa. In entrambi i casi, direzionale e omnidirezionale, le strutture delle nostre abitazioni (le murature, i solai con armature in ferro) sono validi elementi che riflettono o schermano le radiazioni elettromagnetiche riducendone i livelli di esposizione fino all’80% rispetto all’esterno. Dal punto di vista tecnico i sistemi radiotelevisivi e quelli di telefonia mobile sono nettamente diversi. I sistemi radiotelevisivi, infatti, sono costituiti da un numero limitato di trasmettitori e ripetitori; per favorire le trasmissioni, essi sono dislocati su alture, in zone scarsamente popolate; l’area di copertura (centinaia di km quadrati) dipende dalla potenza di trasmissione e dalle condizioni di riflessione dell’atmosfera. Il segnale, sia audio che video, viene, così, “spazzato” a notevole distanza e gli utenti, per captarlo, devono fare ricorso ad antenne riceventi poste sulla sommità degli edifici. I trasmettitori e i ripetitori hanno una potenza media di alcune migliaia di Watt.

Il sistema dei “telefonini” è costituito da una rete di stazioni radio base (SRB) con potenze nettamente inferiori rispetto ai sistemi radiotelevisivi. Il campo di copertura di una SRB è denominato cella di trasmissione, da cui il nome cellulare (vedi figura pagina a fianco).

La televisione

Un ultimo tipo di emittenti sono i cosiddetti ponti radio che hanno lo scopo di trasferire un segnale fra due punti lontani, tra loro visibili e senza alcun ostacolo. Solo lungo questa linea ideale si possono rilevare i maggiori valori di campo elettrico.Nella tabella sopra sono state messe a confronto tutte le possibili fonti di CEM considerando le potenze di ciascun tipo di emittente. Da una rapida analisi dei dettagli tecnici si comprende che i sistemi di trasmissione omnidirezionale (le antenne per le trasmissioni radiofoniche) sono quelli che possono produrre i maggiori rischi per la salute umana. Allo stesso modo anche quelle per la diffusione del segnale televisivo (a causa delle potenze in gioco) se localizzate nei pressi di centri densamente abitati, possono rappresentare un serio pericolo per la salute pubblica. In questi casi il principio di precauzione suggerisce la delocalizzazione degli impianti in zone scarsamente popolate.Lo sviluppo tecnologico ha consentito di ridurre gradualmente le potenze sia delle SRB che dei telefonini. È importante notare che il telefono cellulare è anche’esso un’antenna che trasmette a contatto con il nostro corpo; l’uso dell’auricolare riduce l’esposizione fino all’80%. Un’ulteriore soluzione per diminuire le esposizioni è rappresentata dall’uso di“microcelle” da 1-5 W più numerose e più accuratamente distribuite.

I CEM e la salute

I possibili effetti sulla salute dei campi elettromagnetici sono stati studiati negli ultimi decenni. È necessario distinguere tra effetti sanitari acuti o di breve periodo, ed effetticronici o di lungo periodo. Gli effetti acuti possono manifestarsi come immediata conseguenza di esposizioni elevate al di sopra di una certa soglia.

Gli effetti cronici possono manifestarsi dopo periodi anche lunghi di latenza in conseguenza di lievi esposizioni, senza alcuna soglia certa. Tali effetti hanno una natura probabilistica: all’aumentare della durata dell’esposizione au-menta la probabilità di contrarre un danno ma non l’entità del danno stesso. Gli effetti cronici sono stati studiati attraverso numerose indagini epidemiologiche e studi su animali, che hanno dato fino a oggi riscontri controversi. Ipersensibilità elettromagnetica (G) : sono stati riscontrati sintomi quali cefalea, insonnia, affaticamento, in presenza di campi al di sotto dei limiti raccomandati per la protezione dagli effetti acuti. In questi casi risulta però difficile separare gli effetti dovuti all’esposizione da quelli di tipo psicosomatico per fenomeni di autosuggestione. I maggiori organismi scientifici nazionali e internazionali concordano nel ritenere che, allo stato attuale delle conoscenze, la correlazione tra l’esposizione ai campi elettromagnetici ELF e il cancro sia debole, e non sia dimostrato il relativo nesso di causalità.

Il National Institute of Environmental Health Sciences, (NIEHS, USA) ha valutato i campi ELF solamente come un“possibile cancerogeno per l’uomo”, basandosi sulle 5 categorie di classificazione usate dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), mentre, ad esempio, il benzene è stato identificato come cancerogeno. Ad ogni modo, le attività di ricerca stanno proseguendo in tutto il mondo, promosse da governi nazionali e organizzazioni internazionali. L’ OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomanda, comunque, di seguire per la prevenzione dai possibili effetti di lungo periodo il “principio cautelativo”, ossia diadottare misure di tutela della popolazione anche in assenza di dati definitivi sulla nocività dei CEM. Tali misure, sempre secondo l’OMS, dovrebbero essere semplici, facilmente perseguibili, e, per queste ragioni dovrebbero essere adottate in particolare per le nuove installazioni.

Esposizione ai CEM e salute

La moderna tecnologia offre modelli di apparecchiature elettromedicali dotate di filtri per limitare le interferenze con le radiofrequenze. Per l’esposizione alle basse frequenze le fonti di “disturbo” possono essere molteplici, come, ad esempio, tutti gli elettrodomestici di casa o i varchi magnetici di banche, supermercati, aeroporti, etc. Quindi, è utile esaminare caso per caso le diverse situazioni di esposizione. Le misure dei CEM vengono effettuate con sofisticati strumenti che indicano i valori di esposizione in V/m, A/m e S (densità di potenza); esse rappresentano la reale condizione di esposizione che confrontate con i limiti di Legge e quelli consigliati o di cautela determinano le azioni da intraprendere. Attualmente è in corso il più grande studio di ricerca sugli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute promosso dall’OMS per armonizzare le Linee Guida di esposizione a livello mondiale. Nel frattempo una commissione inglese di esperti, in base ai dati disponibili, ha raccomandato ai ragazzi di età inferiore ai 16 anni di non usare i telefonini! La sperimentazione scientifica non conferma né smentisce le preoccupazioni derivanti dall’osservazione degli effetti sull’uomo che sono stati descritti. In queste condizioni è opportuna l’adozione del cosiddetto principio di precauzione, utile a minimizzare i rischi ricorrendo alla delocalizzazione degli impianti (cioè lo spostamento degli impianti di trasmissione in un luogo più idoneo) e alla riduzione delle potenze di emissione degli impianti stessi. Gli effetti dei CEM alle alte e alle basse frequenze sono, dunque, radicalmente diversi e variano anche in funzione della potenza dei campi: maggiore potenza significa maggiori rischi per la salute.

Sistemi e norme per la tutela dai CEM

Possiamo ridurre al minimo l’esposizione ai campi elettromagnetici adottando i giusti comportamenti in particolare per le donne in stato di gravidanza e per i bambini. Non trovano fondamento scientifico notizie giornalistiche che affermano la capacità di cactus, coccinelle o altre “fantasie” di ridurre o schermare i CEM.

Domande più frequenti

1. Che cosa si intende per “inquinamento elettromagnetico” o “elettroinquinamento” o “elettrosmog”?

Sono diversi termini usati per indicare l’alterazione dei valori naturali di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico presenti da sempre sulla Terra. Tale alterazione è prodotta dall’uomo con l’utilizzo di sorgenti artificiali.

2. Quali sono le sorgenti artificiali di campi elettromagnetici?

Qualsiasi apparecchiatura elettrica genera un campo elettromagnetico. Le principali sorgenti esterne presenti nelle città sono gli elettrodotti e le cabine di trasformazione, le stazioni radiobase per i telefoni cellulari e le antenne trasmittenti delle radio e delle televisioni; in casa, invece, sono tutti gli elettrodomestici, l’impianto elettrico, i telefoni “cordless”; infine, la sorgente più diffusa è il telefono cellulare.

3. Le varie sorgenti sottopongono i cittadini agli stessi rischi?

Ogni sorgente ha una sua caratteristica e, quindi, genera valori differenti di campo elettromagnetico che dipendono da diversi fattori; alcuni di questi sono la potenza, il tipo di irradiazione, la distanza dal nostro corpo.

4. Quali sono i rischi per le persone esposte ad “elettroinquinamento” e quali sono le conseguenze per l’ambiente?

Esistono diversi rischi che dipendono dai valori di campo e dalle condizioni di esposizione prolungata; in alcuni casi sono stati accertati effetti nocivi, in altri sono ancora in corso gli studi scientifici. Le conseguenze per l’ambiente sono sicuramente di natura estetica e paesaggistica; indagini scientifiche stanno valutando gli effetti a lungo termine.

5. Vi sono leggi che tutelano i cittadini da questi rischi?

Si, esistono specifiche normative internazionali, leggi nazionali, regionali e anche Regolamenti Comunali. L’Italia ha una Legge fra le più cautelative esistenti al mondo.

6. Chi controlla il rispetto delle leggi?

L’organo di controllo è l’A.R.P.A. (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), il Sindaco ha una precisa responsabilità come massimo ufficiale sanitario.

7. Esistono rimedi per proteggersi dalle radiazioni “a rischio”?

Sono diversi i rimedi che si possono adottare in casa o a livello personale: riguardano soprattutto il corretto utilizzo sia degli elettrodomestici che del “telefonino”. Per le sorgenti esterne, invece, bisogna far misurare i valori presenti negli ambienti in cui viviamo o informarsi sulle condizioni di esposizione. Il diritto all’informazione così come quello alla salute sono sanciti e tutelati dalla Legge.