Questa è la mia faccia: a sinistra in tempi recenti, a destra in un'immagine di qualche anno fa.
Sei capace di trovarmi? Un piccolo aiuto: quando ero al liceo portavo gli occhiali.
Da questa pagina potrai leggere e scaricare una selezione dei miei racconti. Un piccolo assaggio, giusto per provare.
Col tempo ho scritto un bel po' di roba. Se ho ben contato, sono una decina di romanzi in italiano e non so quanti racconti.
Se cerchi capolavori immortali e letteratura da premio Nobel forse hai sbagliato indirizzo, però qualcosa di bello c'è, te l'assicuro, e qui puoi saperne qualcosa in più.
Non saprei dire quando ho cominciato a scrivere. Ai tempi del liceo avevo già un diario pieno di poesie d'amore (per fortuna le ho perse tutte), poi sono diventato un serio professionista e pensavo di non avere più tempo per queste cose.
Ma la vita ha sempre in serbo qualche sorpresa. Negli anni '90 del secolo scorso (che soddisfazione dire "secolo scorso", mi sembra di essere un vecchio saggio) ero un papà che raccontava storie ai suoi figli al momento di andare a letto. Sì, anche mio padre aveva fatto la stessa cosa con me - certe cose si passano in eredità. Però mi mandavano spesso in giro, e troppo spesso la sera non ero a casa per godermi quei magici momenti prima del sonno. E allora ho cominciato a scrivere queste storie della buonanotte: buttavo giù qualche nota quando ero solo in albergo e poi magari le finivo mentre attendevo "il ritardato arrivo dell'aeromobile".
No, ai figli non piaceva: loro volevano la mia presenza, non le mie storie. Però è piaciuto a me, perché avevo una scusa per ricominciare a raccontare. Così ho cominciato a trovare il tempo per mettere giù le mie storie, passando dai racconti per bambini ai gialli. Sì, lo so, è uno strano accoppiamento, ma che ci posso fare? A me sembra che se non c'è un morto ammazzato la storia non ha sale, non sa di niente.
Insomma, non lo so perché scrivo. Ogni tanto mi scappa, e non riesco a trattenere la voglia.
Dopo un po' i bambini crescono, si sa, e non gliene frega più niente delle storie dei papà. Allora ho cominciato a mandare i miei racconti a qualche concorso di scrittura. Ho collezionato vari premi tra il 2001 e il 2008: Orme Gialle, Cosseria Galactica, Arezzo Wave, Racconti nella rete, Gran Giallo Cattolica. Quest'ultimo è stato il mio più grande successo, visto che il mio racconto è finito sui Gialli Mondadori (alla fine del romanzo, una specie di appendice giusto per riempire le ultime pagine). Tra pendolari in attesa di treni ritardatari, pazienti in attesa del loro dentista, e insonni in attesa che arrivi l'alba, credo di aver superato i venticinque lettori di quel tizio famoso.
Come risultato di questo periodo creativo, mi ritrovo una vetrinetta a casa piena di targhe e trofei. Ma ad un certo punto mi sono stancato: mi sono trasferito all'estero, la mia vita è cambiata, e avevo voglia di altro.
Se proprio non avete di meglio da fare, qui trovate una mia intervista che racconta qualcosa di quel periodo.
Ho provato anche a proporre i miei testi a qualche editore. Non con molta convinzione, se devo essere sincero, però qualche lettera l'ho mandata. E ho ricevuto una sola risposta, che ho conservato perché viene da un editore che stimo molto. Chissà, forse prima o poi ci riprovo.
A proposito, su Linkedin trovi il mio alter ego da serio professionista.
Non ti stupire, gli scrittori si nascondono dappertutto.