Con il termine di cyberbullismo (bullismo digitale, bullismo online) si indica un comportamento imbarazzante, umiliante, molesto, violento e prevaricatorio espresso attraverso l’utilizzo di applicazioni Internet, delle tecnologie digitali della Rete e Mobile. E’ un atteggiamento deliberatamente ostile, sistematico e ripetuto nel tempo. Sfrutta le risorse e le funzionalità applicative della rete e può andare facilmente fuori controllo per il ruolo che in esso gioca la tecnologia. Il termine si riferisce a comportamenti riferiti a minorenni ma viene anche usato per descrivere fenomeni di molestie digitali (cybermolestia) che vedono coinvolte anche persone adulte. E’ un comportamento assimilabile, anche legalmente e penalmente, al bullismo della vita reale e in Italia è soggetto ad una legislazione specifica legata a violazioni del Codice civile, del Codice Penale e del Codice sulla Privacy italiani.
Il bullismo digitale si manifesta attraverso l’uso di strumenti tecnologici come dispositivi mobili, computer, tablet ma anche strumenti di comunicazione come social network, media sociali, messaggistica elettronica, chat e siti web. Il cyberbullismo si manifesta solitamente in due modalità, come attacco diretto (messaggi o email testuali, foto e video, pubblicazioni su post o siti web, furto di password, virus, sexting, furto di identità, ecc.) o attraverso il coinvolgimento di terzi.
Esempi di bullismo digitale comprendono l’invio di messaggi o email, la diffusione di pettegolezzi o falsità in rete e sui social network, la condivisione pubblica di foto o video imbarazzanti, la creazione di profili falsi e l’uso di siti web o blog per azioni di prevaricazione verso altri. Gli attacchi di bullismo online viaggiano attraverso SnapChat, Facebook, Twitter, email e altre risorse online e possono raggiungere le loro vittime a scuola (10 modi per contrastare il cyberbullismo scolastico), a casa, al cinema e in ogni luogo. Per comprenderne la novità e la sua pervasività potenziale il fenomeno deve essere conosciuto nelle sue manifestazioni possibili, compreso nelle sue potenzialità negative e distruttive e gestito con appropriati strumenti finalizzati alla prevenzione (Solitudine digitale - Disadattati, isolati, capaci solo di una vita virtuale?).
In cosa è diverso il bullismo digitale
I ragazzi e gli adolescenti che subiscono azioni di bullismo digitale sono spesso state vittime anche di bullismo nella vita reale e faticano a liberarsi dai comportamenti subiti.
A differenza del bullismo nella vita reale il bullismo digitale può avere luogo 24 ore al giorno e sette giorni alla settimana, può essere agito da qualsiasi luogo, non è limitato alla strada o agli spazi di gioco della realtà fisica e può colpire la vittima anche di giorno e di notte, anche quando è da solo. I messaggi e le immagini usate per le azioni di bullismo digitale possono essere pubblicate e distribuite in modo anonimo e raggiungere in tempi rapidi audience allargate che possono contribuire a loro volta ad una maggiore visibilità e replicabilità dell’azione.
La vittima si sente in trappola e nell’impossibilità di difendersi efficacemente (Dipendenze tecnologiche: quali sono i rischi reali?). L’anonimato facilita la ripetitività del gesto, aumenta la negatività delle sue ripercussioni sulla vittima e impedisce di trovare un responsabile. Anonimo può anche essere il destinatario, anche se l’oggetto dell’azione di bullismo digitale contiene tutti gli elementi utili ad una sua facile identificazione online. Tracciare queste azioni, la loro fonte e la loro evoluzione in rete è praticamente impossibile, così come è molto difficile riuscire a eliminare rapidamente e completamente i contenuti pubblicati una volta che sono stati messi in circolazione su Internet.