"La preparazione è la cosa più importante" dicevano i dirigenti e gli allenatori. Io ricordo solo una fatica enorme, allenamenti infiniti senza "toccar palla", solo corsa, resistenza, strechting (e le zanzare di Settembre). Per dimenticare la preparazione, prima degli allenamenti si giocava a calcio con gli amici del quartiere, ovunque, più spesso negli spiazzi del Villaggio di Modena est o nel campo di allenamento.
L'inizio del campionato eliminava ogni strascico della preparazione, e tutto andava meglio con l'emozione della partita del Sabato o della Domenica.
L'anno dopo, il 1988, si ricominciò: "l'allenamento fisico è la cosa più importante", diceva Fabio Luppi, preparatore atletico a supporto del mitico Mister Gianni Prandini. Quanti giri di campo! Quante imprecazioni.
Pensandoci ora, però, non ricordo alcuna fatica. Tutto era semplice e avveniva in modo spensierato con i compagni di quartiere, ciascuno con il proprio indelebile soprannome (che ancora ci portiamo dietro): indimenticabili i vari Topo, Cavallo, Cagnuzzo, Nasone, ...
Con questo gruppo ci incontravamo a scuola, al pomeriggio e nel week end, in giro in bicicletta e nelle prime uscite del sabato sera.
E con questo gruppo siamo stati protagonisti di un'avventura durata un anno, un'esperienza di vita che ha consolidato i legami di amicizia nati dal calcio e ne ha creati di nuovi.