Onde Gravitazionali

Il primo annuncio sulla dimostrazione diretta dell’esistenza delle onde gravitazionali è apparso il 12 febbraio 1989 sul quotidiano La Trbuna di Treviso. L’articolo riportava la notizia di uno studio sulle onde gravitazionali, sulla loro reale esistenza e sulle sue caratteristiche che sarebbe stato presentato, come poi è avvenuto, su una radio locale, Radio Conegliano a cura del prof. Orazio Laudani. Gli articoli sono poi rimbalzati, anche su internet e la notizia per un periodo è stata anche ospitata su wikipedia. Poi Dopo quasi trent’anni la conferma ufficiale: le onde gravitazionali esistono, viaggiano a 300.000 Km al sec. e sono di bassa frequenza. Lo studio però va ancora oltre quello che le prime conferme ufficiali dicono e che classificano tali onde come increspature dello spazio-tempo. Secondo lo studio dimostrativo di Laudani le onde gravitazionali sono di natura elettromagnetica come l’effetto lente ci dimostra e quindi siamo vicini alla unificazione delle forze fondamentali della natura.

Punti di forza della ricerca:

- Attraverso il mancato sfasamento dei tempi di marea del Sole e della Luna e applicando per traslazione il metodo astronomico di Olaus Roemer ( e prima di G. D. Cassini ), si dimostra l’esistenza diretta e l’esatta velocità delle onde gravitazionali.Newton nei suoi "Principi" afferma che quando il Sole o la luna o tutti e due i corpi, sono allo Zenit si ha la massima attrazione. In realtà l'esatto momento reale dell'allineamento sizigiale avviene 8 minuti e mezzo prima della congiunzione visibile ai nostri occhi; il tempo cioè che la luce solare impiega per arrivare al nostro occhio. Insomma se avesse ragione Newton , secondo i cui studi la forza di gravità è istantanea, le maree solari dovrebbero arrivare in anticipo rispetto a quelle lunari. Se il sole infatti sparisse, noi lo vedremmo ancora 8 minuti e mezzo nel cielo. Ma le maree sizigiali come dimostrano le formule di emeriti studiosi in materia (Bernoulli, Laurin, Eulero, La Place, Proudman e ovviamente Newton), avvengono esattamente al momento dell'allineamento visibile ( ma non reale ) dell’astro. La gravità perciò viaggia con la stessa velocità della luce.

- Applicando alla Terra le premesse trasduttive delle antenne risonanti si concorda sulle onde elettromagnetiche di Tesla- Schumann la banda di lavoro delle onde gravitazionali Terra – Sole –Luna ( su tale banda di frequenza, da 1 Hz a 10 Hz, è in atto un progetto europeo finanziato nell’ottobre del 2008).

- Viene spiegato in modo definitivo l’avanzamento del perielio dei vari pianeti con l’effetto Doppler.

- Applicando la legge gravitazionale di Newton risulta che tutti i corpi si attirano verso il loro centro comune di massa.Facendo cadere un sasso piccolo e uno grande sulla Terra questi arrivano con la medesima velocità e nello stesso tempo( semplicemente perchè non spostano il centro comune di massa); facendo cadere un sasso e un pianeta sarà la Terra che si solleverà verso quest'ultimo!

- Viene relativizzata la formula gravitazionale di Newton aggiungendo la velocità della luce c e ± la variazione Δ della velocità delle masse in modo che la formula diventa

F=Mm/d2▪(c± Δv)/c

Ciò significa che tutto rimane invariato per masse relativamente immobili, mentre per masse in forte avvicinamento o in elevato allontanamento si hanno variazioni gravitazionali compatibili con l'effetto Doppler

- Si dimostra l’impossibilità di poter annullare del tutto la forza gravitazionale ( forze di deriva ) e si limitano i principi di equivalenza forte e debole;

- Le masse producono onde gravitazionali sempre a prescindere dalle loro accelerazioni anche se queste inducono variazioni di frequenze;

- Dalla capacità delle masse di influenzare ( effetto lente ), con il loro campo gravitazionale i fotoni si dimostra una connaturalità energetica e la caratteristica elettromagnetica delle onde gravitazionali.

- viene individuato il centro dell'Universo

- I ricercatori americani dell’osservatorio Bicep2 (Background Imaging of Cosmic Extragalactic Polarization), un telescopio sensibile alle microonde installato in Antartide, hanno dato notizia a Boston, il 17 marzo 2014, di aver rilevato la polarizzazione primordiale B nella radiazione cosmica di fondo. In pratica e in modo indiretto di aver osservato le tracce di onde gravitazionali primordiali impresse nella polarizzazione della radiazione fossile legata al big bang. Gli scienziati hanno controllato questi dati per 3 anni prima di pubblicarli, escludendo quindi ogni altro possibile fattore di "disturbo" del segnale.

Si attendono però conferme da altri laboratori astrofisici.

Le onde gravitazionali primordiali si manifestano nella "polarizzazione" del segnale radio (la direzione lungo cui oscilla l'onda elettromagnetica) nel senso che ne viene leggermente cambiato il piano di oscillazione.

La radiazione cosmica di fondo è il segnale radio che pervade in modo isotropo tutto lo spazio e che proviene dalle fasi iniziali dell'evoluzione dell'universo ( 10 alla meno 35 secondi) dopo il big bang.

Tutto questo ci ricorda la rotazione del piano di oscillazione del raggio ottico polarizzato dell’’effetto Faraday e ancora una volta ci mostra come onde gravitazionali e elettomagnetiche interagiscono fra di loro e ci indirizzano ad una medesima natura elettromagnetica.

Georges Lemaître si può considerare il padre della teoria del Big Bang.

In astronomia e cosmologia, la Legge di Lemaître-Hubble, scoperta da Georges Lemaître nel 1927 ma comunemente attribuita ad Edwin Hubble che la enunciò nel 1929, afferma che esiste una relazione lineare tra lo spostamento verso il rosso della luce emessa dalle galassie e la loro distanza: tanto maggiore è la distanza della galassia e tanto maggiore sarà il suo spostamento verso il rosso.

L’equazione è di quelle brevissime, appena tre termini, come si addice alle più eleganti tra le rappresentazioni matematiche della Natura:

v = H0 D

Ciò che descrive è uno fra i tratti caratteristici del nostro universo: la velocità della sua espansione. E ciò che implica – descrivendo, appunto, un universo in espansione – è nientemeno che il big bang. Un’equazione fondamentale, dunque, conosciuta fino a oggi come Legge di Hubble. Ma oggi cambia nome. E’ diventata “Legge di Hubble-Lemaître”, in onore del fisico e astronomo belga che per primo la formulò: Georges Lemaître, prete cattolico diocesano.

Nel 1927, il sacerdote e astronomo belga George Lemaître (1894-1966), applicando alla totalità dell’universo le equazioni della Relatività Generale, enunciate da Albert Einstein pochi anni prima, scopriva che la soluzione matematica prevedeva che l’universo fosse in espansione: un risultato assolutamente inaspettato. Lemaître, raccogliendo dalla letteratura i pochi dati allora disponibili sulla velocità di spostamento delle galassie, verificava che essi confermavano in maniera convincente la sua previsione teorica. Il sacerdote, certamente cosciente della portata rivoluzionaria della sua scoperta, pubblicava subito il risultato su una rivista belga di astronomia, in lingua francese, ma la scarsa diffusione della stessa lasciò la notizia quasi disattesa. Ci sono voluti parecchi anni prima che la verità venisse a galla.

--------------------------------------------------------------

La Relatività basa le sue fondamenta su tre considerazioni assiomatiche:

- La costanza della velocità della luce nel vuoto e l'impossibilità di superare tale velocità;

- La negazione di qualsiasi interazione istantanea ;

- La possibilità di annullare, in un corpo in caduta libera, la forza gravitazionale ( principio di equivalenza ).

Da ciò si deduce che qualsiasi evento non può accadere o manifestarsi istantaneamente, ma solo con una progressiva velocità.

Quando Maxwell studiò le cariche elettriche e il loro campo d'azione , tradusse la loro influenza dal punto di vista matematico e ne legò il fenomeno al magnetismo disciplinando i campi di forza generati, formando così una sintesi delle leggi di Gauss e di Faraday ; Poco prima del novecento tutti gli studi sui fenomeni elettrici e magnetici facevano riferimento alle leggi di Coulomb, Ampére e Faraday- Neumann.

J. C. Maxwell (1831-1879) riuscì a condensare in poche equazioni ( quattro ) tutti i fenomeni elettromagnetici ( ottica compresa ). Le interazioni tra le cariche elettriche e i poli magnetici , la luce, e le varie radiazioni diventarono così manifestazioni di un’unica entità energetica.E' la prima grande unificazione delle forze. Maxwell notò due asimmetrie tra i campi elettrici e magnetici E→ e B→. La prima riguarda, da una parte, la presenza della carica Q nella legge di Gauss per il campo elettrico e l’assenza di una carica analoga nella legge di Gauss per il campo magnetico; dall’altra la presenza della corrente elettrica nella legge di Ampère e l’assenza di una corrente “magnetica” nella legge di Faraday-Neumann. Questa asimmetria si spiega con il fatto che non sono stati scoperti poli magnetici isolati. Mentre possiamo liberare cariche negative e positive e farle circolare in modo autonomo, lo stesso non si riesce a fare con il magnetismo. Posso ridurre a livello infinitesimale un magnete ed avrà sempre due poli.Lo stesso elettrone, la particella elementare dell'elettricità, nella sua cinetica produce sempre un campo magnetico bipolare. Vi è anche un’altra importante asimmetria tra i due campi. Manca nella legge di Ampère un termine analogo a quello che compare al secondo membro della legge di Faraday- Neumann, cioè un termine proporzionale alla rapidità con cui varia il flusso del campo elettrico:

Λф( E→)/Λt

Partendo quindi da considerazioni di simmetria, Maxwell aggiunge questo “termine mancante” che gli consentì di risolvere alcune perplessità teoriche. Se alla legge di Ampère viene aggiunto un termine proporzionale alla velocità con cui varia il campo elettrico, precisamente

Km/2Ke* Λф( E→)/Λt

tale ’ambiguità sparisce. Un campo magnetico variabile genera un campo elettrico variabile (legge Faraday-Neumann) e anche un campo elettrico variabile genera un campo magnetico variabile (termine aggiunto da Maxwell). Siamo di fronte all’elettromagnetismo e al fenomeno dell’induzione magnetica, quasi un perfetto esempio di simmetria biunivoca. Analogamente al campo elettrico, il campo magnetico può essere rappresentato attraverso le sue linee di forza; Dalla forza di Lorentz è possibile risalire all’unità di misura del vettore B. Consideriamo la quarta equazione di Maxwell. Nel caso di una particella che oscilla nel vuoto (i=0) essa diventerà

F (B→) = Km/2Ke* Λф( E→)/Λt

L’equazione può essere scritta nella forma equivalente

F (B→) = ε0 μ0 Λф( E→)/Λt

dove μ0 viene detta “permeabilità magnetica del vuoto” di valore 4π10-7 T m/A e ε0 è detta “costante dielettrica assoluta del vuoto” pari a 8,85*10-12C2/Nm2. Calcolando le dimensioni del prodotto ε0 μ0 si ottiene alla fine che è uguale a

V2

Il rapporto 1/√ ε0 μ0 equivalente a √ 2Ke / Km ha quindi le dimensioni di una velocità numericamente pari a 2,997925*108 m/s. Poiché questo valore coincide con quello della velocità della luce nel vuoto, Maxwell fece l’ipotesi che la luce fosse costituita da onde elettromagnetiche. I fatti poi gli daranno ragione. Faraday aveva dimostrato che anche il fotone subisce l'influenza dell'elettromagnetismo ( diamagnetismo); è quello che oggi viene definito " effetto Faraday ": il piano di un fascio di luce linearmente polarizzata che si propaga attraverso un mezzo materiale può essere deviato mediante l'applicazione di un campo magnetico esterno allineato alla direzione di propagazione , dimostrando così che luce e campo elettromagnetico sono della medesima natura. All'epoca molti avevano stabilito l'esatta velocità della luce nel vuoto e Michelson e Morley con un loro famoso esperimento dimostrarono che la velocità del fotone non è influenzata nè dal movimento della sorgente e neppure da quella del ricevitore.Per spiegare ciò Lorentz propose la contrazione dello spazio e della materia alle alte velocità e introdusse come speculazione matematica il concetto di tempo locale; il tempo perciò non era più sempre fisso e uguale.Da questi presupposti partì Einstein.

La massima velocità dell'Universo è quella della luce fissata nel vuoto in 300.000 Km/sec.

La Relatività è la somma di una serie di considerazioni su alcuni fatti accertati dai quali si deducono altri concetti conseguenziali; essa è stata il tentativo (purtroppo non compiuto) di uniformare specie con la Relatività Generale, detta anche teoria della gravitazione, tutta la fisica.

Nella Relatività Generale Einstein partì dalle esperienze fondamentali di Faraday, Maxwell, Lorentz, e Poincarè,il matematico che nel 1900 scrisse in un suo articolo che la massa è uguale al rapporto tra l'energia e il quadrato della velocità della luce.Anche Olindo De Pretto era arrivato alla stessa conclusione e lo affermava in un suo scritto del 1903; la celebre formula E = MC2 quindi si era fatta strada. Einstein cercò così di unificare la Fisica attraverso la Gravità. Newton , partendo dalle fondamentali leggi di Keplero,

ha fissato nella legge del prodotto delle masse e nel rapporto del quadrato della distanza l 'attrazione dei corpi. Da questa formula ne è escluso il tempo. Newton si pose il problema (nella terza lettera, a Bentley) e anche per lui era difficile concepire una azione a distanza istantanea, ma le sue considerazioni non le tramutò in formule. Einstein partendo dal presupposto poincariano che la materia è energia e viceversa, afferma che anche la gravità, essendo un forza, deve necessariamente possedere energia. E tale forza, creando un campo, deve ubbidire alle leggi di Maxwell. In pratica la gravità altro non può essere che un'onda elettromagnetica viaggiante a 300.000 Km/sec.

Partendo da tutti i corpi interferisce con i medesimi e crea una attrazione che in casi limiti - dice Einstein - coincide esattamente con la formula dettata da Newton. Einstein predice perciò ( anche se non in modo esplicito ) il gravitone, elemento ondulatorio che nello spazio si muove da una materia all'altra alla velocità della luce.

Secondo la meccanica Classica perciò se il sole sparisse all'istante, la terra ne subirebbe le conseguenze catastrofiche immediatamente. Secondo la Relatività invece la terra si "accorgerebbe" della sparizione solo dopo 8 minuti; il tempo cioè che le onde gravitazionali dal sole arrivano al nostro pianeta. La disputa, a tratti filosofica, ha però un fondamento scientifico: da una parte la fisica classica e dall'altra quella moderna. Da quando Einstein predisse, nel 1916 le onde di gravità i fisici e gli astrofisici in particolare, hanno tentato in tutte le maniere di poterle intercettare ma senza concreti risultati. La prima difficoltà - essi dicono - è dovuta soprattutto alla scarsa energia di queste onde. Ciò oltretutto consente ai corpi di mantenere la propria massa per miliardi di anni senza consumarsi in energia gravitazionale.

Weber fu il primo a tentare concretamente di rilevare tali onde attraverso un grosso cilindro di alluminio che doveva vibrare ogni qualvolta un evento cosmico particolare - l'esplosione di una supernova ad esempio - producesse onde di materia. I risultati però non furono molto brillanti. Da allora i "rivelatori" dei gravitoni si sono moltiplicati ma i risultati tardano a giungere. Weber notò in particolare che due suoi cilindri risonanti posti l'uno alla distanza di 1000 Km dall'altro, in media una volta al giorno entravano in vibrazione contemporaneamente per almeno un minuto. Ma ciò non fu sufficiente.

I fisici legano giustamente le maree alle onde gravitazionali, del resto questi fenomeni naturali altro non sono che la riprova della forza di gravità della luna e del sole. Ogni qualvolta infatti che il sole o la luna, o tutte e due i corpi celesti, passano sul meridiano di una località si produce una marea.Lo stesso fenomeno si verifica nel punto opposto della Terra dove l'attrazione diminuisce per l'aumento della distanza e prevale la forza centrifuga.Ciò ingannò lo stesso Galilei convinto che tutte le maree fossero causate dalla forza di " scuotimento della Terra" cioè dalla spinta centrifuga della rotazione.E qui possiamo aprire una brevissima parentesi che riguarda appunto questa forza; noi infatti percepiamo allo stesso modo sia la forza di Gravità che quella Centrifuga tanto che nelle stazioni orbitali per ottenere 1 "g" si fa ruotare, nello spazio, ad una certa velocità la stazione stessa.E' un'altra stranezza della forza di massa.E' il Principio relativistico di Equivalenza; Einstein faceva notare che non era in alcun modo possibile distinguere tra l'accelerazione e la forza di gravità. La forza di gravità può essere sia cancellata che simulata ponendosi in un riferimento accelerato, anche se va precisato che non si possono cancellare le interazioni gravitazionali fra gli oggetti presenti e cioè le forze di marea.Inoltre l'esercizio è solo teorico perchè all'atto pratico la gravità universale non si può totalmente cancellare. La gravità perderebbe così il suo carattere autonomo e cesserebbe di essere una forza reale divenendo una proprietà geometrica dello spazio tempo. L'accelerazione di gravità diventa perciò un puro effetto geometrico e le traiettorie lungo cui i corpi cadono sono geodetiche dettate dalla curvatura dello spazio quadridimensionale (Relatività Generale ). In un satellite orbitante attorno alla terra l'accelerazione centrifuga cancella localmente la gravità, esso è in caduta libera; ritorniamo al classico ascensore di Einstein che in discesa libera e isolato, faceva perdere il senso di gravità agli occupanti.Nella realtà si utilizzano aerei in caduta libera su brevi tratti per ottenere l’assenza di gravità e fare allenare gli astronauti.Anche se il principio non risulta esatto, per i motivi sopra esposti, nella pratica e nei macro esperimenti esso funziona; un pò come il principio dell'accelerazione di gravità ( g ) intuito da Galilei per cui tutti i corpi sono attratti dalla terra con la medesima accelerazione.Aristotele riteneva che oggetti di peso diverso cadessero a velocità diverse, l’idea che una piuma o una foglia stentassero a cadere o che addirittura aleggiassero nell’aria era una prova più che convincente . Questa opinione fu contraddetta, nel VI secolo d.C., dall’alessandrino Giovanni Filopono, il quale aveva affermato che facendo cadere corpi di masse differenti nello stesso momento si poteva verificare che arrivassero al suolo contemporaneamente; in effetti la verifica è facile da constatare. L'antica idea di Filopono fu ripresa all'inizio dell'età moderna da Galileo Galilei, il quale confutò l’idea di Aristotele con verifiche diverse e con medesimi risultati, lo scienziato pisano dimostrò che oggetti di peso diverso cadevano tutti alla medesima velocità e unendo oggetti di peso diverso non cambiavano il risultato. Il grande Keplero spiegò che le orbite dei pianeti sono ellittiche e con le sue leggi calcolò, pur senza chiarire la causa, la diversa velocità dei pianeti intorno al sole stabilendo così un rapporto tra distanza e velocità di rotazione. Newton disse che la stessa forza che causa la caduta di una pietra sulla Terra mantiene i pianeti in orbita attorno al Sole, e la Luna attorno alla Terra e che i corpi si attirano proporzionalmente alla massa e alla loro distanza. In realtà , e applicando la formula classica di Newton,

F = G . m M / r2

tutti i corpi " cadono " verso il loro centro comune di massa in rapporto alle singole quantità di materia fratto il quadrato della distanza.Insomma se lascio cadere un sassolino e un macigno verso la Terra questi arrivano con la stessa velocità e nello stesso tempo a Terra semplicemente perché non spostano di fatto il centro di massa del sistema Terra così come avvenne nella missione spaziale Apollo 15, nel 1971, quando fu ripetuto uno degli esperimenti di Galileo Galileo. Il comandante David Scott fece cadere sul suolo lunare simultaneamente una piuma e un martello , Galileo aveva previsto che due corpi che cadono liberamente nel vuoto cadano con la stessa accelerazione e arrivino al suolo nello stesso momento. Questo è proprio quello che successe il 2 agosto del 1971 e su questo principo Einstein fondò la Relatività generale; ma questo avviene perchè si utilizzano corpi incapaci di modificare il centro di massa del sistema di riferimento).Dovessi invece lasciare cadere un sasso e un pianeta sarebbe la Terra o la Luna, che attratta verso la massa maggiore, si solleverebbe.Se è vero che la Terra attira tutti i corpi è anche vero che i corpi stessi attirano la Terra verso di loro, ma essendo questi molto più piccoli e perciò con meno massa hanno, di fatto, una trascurabile influenza.Oggi si è concordi nell'affermare che la Luna e la Terra ruotano intorno al loro centro comune di massa e assieme ruotano intorno al Sole che li vincola perchè possiede maggiore forza gravitazionale.I principii perciò di Equivalenza, forte e debole, come quello dell'accelerazione gravitazionale costante mostrano dei concreti limiti di impostazione, limiti che si ripercuotono inesorabilmente sulla relatività di Einstein che su tale principio ha basato il lavoro della gravitazione generale relativistica.

Esisterebbe solo un punto dove realmente la forza di gravità si annulla e sarebbe il centro dell'Universo, nel quale dinamicamente tutte le forze gravitazionali e di marea delle galassie si incrociano e si annullano per equilibrio di massa.Potendo disporre di un ipotetico strumento capace di sentire la minima onda gravitazionale di marea, ci troveremmo al centro dell'intero Universo dove tale strumento indicherebbe lo zero gravitazionale, dove cioè tutta la Gravità si annulla e rispetto al quale tutto l'Universo si muove.Tale punto è rimasto immobile dal momento del Big Bag.

Fu Henry Cavendish, che per primo misurò la forza di gravità fra differenti masse in laboratorio ed il primo a dare un preciso valore alla costante di gravitazione univerale G, esperimento proposto in precedenza da John Michell e poi in modo più accurato da Loránd Eötvös a partire dal 1895( tale valore , come afferma A. Rivetti, è sempre sotto esperimento per tentare di eliminare alcune incertezze emergenti che confermano le nostre perplessità ma è dimostrativo di come la forza gravitazionale nasce a prescidere dal movimento delle masse ).L'esperimento era inteso a misurare la debolissima attrazione gravitazionale fra due sfere metalliche piccole e due grandi poste direttamente di fronte attraverso una bilancia a torsione. L'attrazione gravitazionale tra protoni nel nucleo è approssimativamente 10 elevato a potenza meno 36 volte più debole della repulsione coulombiana ma mentre l'interazione nucleare forte ha un raggio d'azione ridottissimo, la forza gravitazionale agisce a distanza cosmica.Sappiamo che è possibile misurare la densità di una montagna dal debole avvicinamento di un filo a piombo dalla verticale terrestre perché le onde gravitazionali esistono in presenza di masse a prescindere dal dinamismo delle stesse come la realtà ci dimostra; oltretutto dalle vibrazioni atomiche alle traslazioni, le masse possiedono sempre energia cinetica." Il tipo di oscillazioni necessarie per le onde gravitazionali è di generare variazioni di quello che si definisce matematicamente il momento di quadrupolo o meno tecnicamente servono oscillazioni che cambino la forma dell'oggetto. Il quadrupolo (che misura la forma di un oggetto) è di solito molto più piccolo del dipolo (che per una particella carica implica la sua oscillazione). Questo, insieme alla debolezza dell'interazione gravitazionale rispetto a quella elettromagnetica, spiega la difficoltà di osservare con i mezzi di laboratorio onde gravitazionali"( S. Liberati.).

Il fenomeno marea, sebbene studiato da moltissimo tempo - da Posidonio , Dondi fino a Keplero e poi Newton - risulta abbastanza complesso. Non solo per l'eterogeneità della terra, l'acqua risente meglio la marea a differenza della terra ferma, ma anche per la differenza dei fondali. Inoltre nel fenomeno delle maree entrano come componenti chiave, la distanza della luna e del sole che non è costante per le orbite ellittiche, l'inclinazione e la rotazione della terra, i piani di rotazione (eclittiche). Basta solo ricordare che la luna ha qualcosa - lo dimostrano le tavole di E.Brown - come 1475 termini di perturbazioni. Pur nondimeno il fenomeno marea è abbastanza conosciuto. Tanto che si può prevedere al minuto la marea di un dato luogo. Le maree possono essere considerate come onde estese con periodo di 12h e 25m e lunghezza d'onda pari a circa una semicirconferenza terrestre. La variazione di livello di marea nel corso del tempo si può considerare come un fenomeno oscillante risultante dall'interazione di un gran numero di termini periodici semplici (maree parziali), ciascuno con periodi, ampiezze e fasi costanti. Nella rappresentazione armonica delle maree l'evoluzione di livello è la somma di tante onde sinusoidali semplici del tipo

h = a cos (A . t +B)

in cui "A", la pulsazione di marea dipende dalle condizioni astronomiche considerate e pertanto risulta costante nel tempo per ogni località, mentre "a" e "B", rispettivamente l'ampiezza e la fase, rappresentano le costanti armoniche, non prevedibili astronomicamente, variabili da luogo a luogo e deducibili solo dall'analisi di lunghe serie di osservazioni. Note le costanti armoniche è possibile prevedere (previsione armonica delle maree) l'andamento di marea nel tempo per ogni luogo. Le maree più evidenti avvengono quando il Sole e la Luna sono allineati alla terra; in questo caso le onde gravitazionali dei due astri si sommano e l'acqua si alza notevolmente (Sizigie). Il sole partecipa alle maree meno della luna pur avendo una massa notevolmente maggiore, ma in questo caso è la distanza che determina alla Luna oltre il doppio di efficacia.

Il problema ora è se è vero che nella fase di esatta congiunzione visiva Terra - Luna - Sole o Luna - Terra - Sole - oppure semplicemente quando soltanto il Sole o la sola Luna si vedono passare sul meridiano del luogo - si produce l'effetto di attrazione maggiore. Da tutti gli studi ufficiali e dai calcoli degli uffici delle capitanerie marittime ciò è considerato un assioma; infatti dal passaggio visivo dell'astro sul meridiano si calcola l'ora di porto per conoscere l'arrivo dell'onda di marea; Newton nei suoi "Principi" afferma che quando il Sole è allo Zenit si ha la massima attrazione. Per cui ne discende che essendo l'allineamento solo un effetto ottico in quando nel momento in cui noi vediamo Sole e Luna allineati in effetti la nostra stella ha già percorso più di un suo diametro di spazio (Luna e Sole in apparenza hanno le medesime grandezze in cielo) allora ci troviamo di fronte ad un effetto ondulatorio. In realtà l'esatto momento reale dell'allineamento avviene 8 minuti e mezzo prima della congiunzione visibile ai nostri occhi. Se il sole infatti sparisse, noi lo vedremmo ancora 8 minuti e mezzo nel cielo. Ma le maree sizigiali come dimostrano le formule di emeriti studiosi in materia (Bernoulli, Laurin, Eulero, La Place, Proudman e ovviamente Newton), avvengono esattamente al momento dell'allineamento (c'è a dire il vero uno sfasamento dovuto all'inerzia di rotazione, all'attrito dell'acqua con il fondo e alla morfologia costiera, l'alta marea non sempre si verifica al momento esatto in cui la Luna o il Sole transitano sul meridiano del luogo considerato, ma si può presentare con un certo ritardo; questo ritardo, che è costante per ogni singola località e varia da luogo a luogo, si può estrapolare e prende il nome di ora di porto). Questo dimostra che la forza di Gravità del Sole non è istantanea, ma come la luce viaggia a 300.000 Km/sec. E' quindi dallo studio attento delle maree che possiamo ora decidere se ha ragione Newton o Einstein; o se addirittura la Gravità sia un tipo di energia particolare. Se controllando attentamente i tempi di alta e bassa marea attraverso magari sistemi telemetrici satellitari (un gravimetro a frange d'interferenza dovrebbe essere sufficiente) si notasse che le sizigie avvengono prima della congiunzione avremmo onde più veloci della luce (escluse dalla Relatività); se invece, come risulta dagli studi ufficiali (teoria Statica e Dinamica) le maree e quelle vive in particolare, avvengono al momento dell'allineamento o del passaggio sul meridiano del posto, ciò significa che il Gravitone esiste e viaggia come un'onda elettromagnetica. Del resto tutti i procedimenti di analisi derivano dall'applicazione del noto principio del minimo quadrato. Newton aveva dimostrato che la forza di attrazione gravitazionale di due corpi è diretta lungo la linea retta che li congiunge. Ma la realtà ci conferma che non ci sono sfasature fra le maree lunari e quelle solari nel periodo delle quadrature o nelle fasi intermedie isolate. Queste avvengono quando l'astro passa sul meridiano del posto o sul suo opposto; la Luna infatti è talmente vicina alla terra che la sua luce impiega poco più di un secondo, perciò la si può considerare "a contatto". Le maree solari dovrebbero dare invece sfasature temporali ( noi lo vediamo con oltre 8 minuti di ritardo sulla sua reale posizione); ciò però non si verifica - la massima marea si forma all'esatto passaggio visivo dell'astro sul meridiano - e quindi la Gravità è una forza viaggiante a 300.000 Km/sec.come la luce. La forza di Gravità agisce a distanza infinita e, come avviene anche per il campo elettromagnetico, l'intensità dell'interazione gravitazionale diminuisce all'aumentare della distanza tra i corpi interagenti con una legge della proporzionalità inversa al quadrato della distanza.Anche lo stesso Newton si era accorto – dai suoi studi sull’ottica - che il campo luminoso di una sorgente diminuiva con proporzionalità inversa al quadrato della distanza.La bilancia a torsione di Cavendisch, per la misura della forza gravitazionale , ha l’equivalente nella bilancia a torsione di Coulomb per il campo elettrostatico.

Risultano forti indizi di correlazione perciò tra fotone e gravitone : medesima velocità relativistica , medesimo campo infinito d’azione , medesima massa nulla a riposo e medesima vita praticamente infinita.Ma mentre il fotone nasce soprattutto dall’interscambio leptonico - eccetto il processo di annichilazione e la transizione nucleare - il gravitone emergerebbe dallo scambio barionico del nucleo atomico dove si concentra oltre il 99,9 per cento della massa e proporzionalmente alla massa, vengono mediati più gravitoni.Einstein, nella sua Relatività, fece un esplicito distinguo tra materia e campo gravitazionale, includendo però nella materia anche il campo elettromagnetico: Egli intendeva la Gravità più che un campo di forze, una peculiare capacità della massa di modificare lo spazio e il tempo che la circonda( effetti lente e Lense-Thirring); una sorta di intrinseca caratteristica della realtà spazio-temporale. Anche se non in modo esplicito egli predice un mediatore di forze che poi si chiamerà gravitone e che risulterebbe un bosone vettore di gouge.Tale mediatore essendo in grado di influenzare il fotone ( effetto lente gravitazionale ) dimostrerebbe la possibile connaturalità delle due forze.Il campo elettromagnetico e il campo gravitazionale sarebbero perciò legati da un interscambio relazionale energetico di quanti che ci porterebbe vicino alla tanto ricercata unificazione delle forze fondamentali della natura.La Gravità ,o meglio il suo campo di forza, non curverebbe lo spazio come neppure influnzerebbe il tempo ( spaziotempo ) , ma semplicemente interferisce indirettamente con i due parametri e li influenza, in virtù della connaturalità del gravitone di essere un'onda di natura elettromagnetica, capace infatti di cambiare la direzione del fotone.Così come Faraday affermò che la luce polarizzata subendo l'influenza del magnetismo era della stessa natura e Maxwell per la concordanza della velocità dei campi delle varie radiazioni che essi erano del medesimo stato, lo stesso possiamo affermarlo per le onde gravitazionali che concordano in velocità, campo d'azione e d'esistenza con la luce.

Mach e Tesla sono stati sempre molto scettici sulle interpretazioni relativistiche della Relatività;del resto lo stesso Einstein, inizialmente favorevole, non accettò mai la Meccanica Quantistica. Da una sintesi scientifico-letteraria possiamo definire gravifotone il mediatore della forza di Gravità. (il presente studio dimostrativo - in sintesi - è stato presentato a RAI UNO Mattina nell'ottobre del 1991 e prima, nel 1989, sul quotidiano "La Tribuna di Treviso " e anche su " Il Quindicinale" di Vittorio Veneto, sul mensile "La Gazzetta dell'Etna " , discussa a Radio Conegliano e scritta su una pubblicazione nel 1990 dal titolo " Questioni di scienze" a cura del sottoscritto e M. Bolgan e consegnata al premio Nobel Carlo Rubbia, nell'ottobre del 2008 in Scienza e Spazio de " Il Corriere della Sera " web).

I sistemi binari, cioè le stelle doppie che orbitano una sull'a1tra (nane bianche), sono un tipo di sorgente gravitazionale che molti laboratori di fisica tengono sotto controllo; ma la loro enorme distanza fa si, per la legge dell'inverso dei quadrato, che l'intensità è debole per un tipo di energia che è debolissima per sua natura.Nel 1922 A. Eddington , interessandosi alle onde gravitazionali ipotizzate da Einstein, calcolò la potenza radiante di un’asta che ruotava alla massima velocità compatibile con il limite di snervamento del materiale stesso e l’energia risultante era pari a quella calcolata per un’atomo di idrogeno . Ciò portava alla conclusione di escludere la possibilità di osservare l’emissione di onde gravitazionali da parte di un qualsiasi rilevatore. Calcolò anche l’energia gravitazionale prodotta da una stella doppia e trovò che tale energia era ancora sotto ogni limite di osservabilità. Bisognerà forse attendere un evento eccezionale, tipo supernova, per sperare di poter intercettare qualche segnale.Essendo però questo un esperimento osservativo di un fatto raro diventerebbe difficile replicarlo in laboratorio per cui verrebbe meno, in un certo senso, il principio galileano della dimostrazione ripetitiva e in ogni caso anche qui le probabilità di intercettare una supernova sono estremamente infime. Non solo per l'enorme distanza, ma anche perché in un'esplosione stellare ad una massa che si avvicina ne corrisponde una che si allontana (un'esplosione è in genere un fatto di dimensioni totali) per cui il centro di gravità rimane quasi fermo.

Inoltre esiste sempre il rischio che eventuali segnali vengano cancellati dalla relativa potenza gravitazionale della Terra,dai micro movimeti tellurici esterni e dalle vibrazioni atomiche e molecolari interni dell'antenna stessa.

Le onde gravitazionali indurrebbero infatti variazioni di densità( e quindi vibrazioni) su tutto. Per tale motivo è estremamente difficile tentare di captare e produrre onde gravitazionali sulla Terra perché il principio di equivalenza, secondo Bergmann, impedirebbe di poter utilizzare qualsiasi strumento che diventa esso stesso parte attiva nell'esperimento a meno di attente estrapolazioni e sofisticate precauzionì come nel progetto Virgo con l'utilizzo di raggi laser riflessi per individuare le interferenze e la tecnologia dell'ultra alto vuoto. Attualmente il progetto Virgo opera nell'ambito del laboratorio Ego (European Gravitational Observatory), appositamente costituito dall'Infn e dal Cnrs. 'La difficoltà di captare le onde ipotizzate da Einstein dimostra che dobbiamo ancora comprendere molto sulla forza di gravità, nonostante essa abbia attirato l'attenzione dell'uomo da tempo immemorabile, dato che fra tutte le forze è quella che manifesta gli effetti più evidenti nella vita quotidiana, dice - giustamente - Filippo Menzinger, direttore di Ego.

Esiste poi LISA che è un esperimento spaziale - progettato dall'ESA (Agenzia Spaziale Europea) e dalla NASA (National Aeronautics and Space Administration degli Stati Uniti), per la ricerca delle onde gravitazionali - e prevede il lancio, probabilmente nel 2010, di tre satelliti destinati a ruotare attorno al Sole. Grazie al calcolo accurato delle orbite, i tre satelliti manterranno per anni una formazione a triangolo equilatero di 5 milioni di chilometri di lato tale da formare un interferometro. L'intervallo di frequenze per la detection del rivelatore si estende da 0.0001 a 0.1 Hz. L’elevata sensibilità sarà tale - dicono i progettisti - che rivelerà una grande quantità di segnali gravitazionali provenienti dalle sorgenti più diverse (sistemi binari di stelle, pulsars, buchi neri,…). LISA dovrebbe essere operativo entro una decina d’anni e certamente - dicono gli studiosi - aprirà la strada ad un nuovo modo di studiare l’universo attraverso il “suono” delle onde gravitazionali. In Italia c'è anche il progetto AURIGA a Legnaro di Padova dove e' installato un rivelatore di onde gravitazionali basato su un'antenna ultracriogenica (cioe' mantenuta a bassissima temperatura quasi allo zero assoluto - 273 C).Quando un'onda gravitazionale passa attraverso il rivelatore, provocherebbe una sorta di distorsione con un incremento della distanza fra le masse di test in una direzione e una diminuzione nell'altra. I cambiamenti previsti sono comunque estremamente piccoli - dell'ordine di 10-21 metri -

Una conferma indiretta dell'emissione di onde gravitazionali è venuta dall'osservazione di un sistema di stelle binario (attraverso l'osservazione di una coppia di stelle di neutroni ruotanti l'una attorno all'altra e destinate con l'aumento della loro velocità angolare a fondersi) ), studi effettuati da Russel Hulse e Joseph Taylor - che per questa scoperta hanno ricevuto il premio Nobel nel 1993 -.

Partendo dalle nostre riflessioni possiamo considerare il sistema Sole - Terra e Luna - Terra un sistema binario; la loro debolezza gravitazionale è pienamente compensata in questo caso dalla vicinanza. Le maree diventano perciò segnali concreti e tangibili della Gravità. Se supponiamo - giustamente - che l'energia gravitazionale fa parte della Fisica relativistica e della Meccanica quantistica, dobbiamo considerarla un insieme di Gluoni che dal sole e dalla luna giungono sulla Terra e viceversa. A proposito vale tutto il discorso sulle fasi di marea.In pratica noi stiamo applicando, per traslazione, il metodo dell'astronomo Olaus Roemer (e prima di G. D. Cassini ) che attraverso le osservazioni delle discrepanze sull'apparizione e gli occultamenti delle lune di Giove in avvicinamento e allontanamento rispetto alla Terra, dimostrò che la luce si propagava ad una velocità finita, e la determinò osservando le eclissi delle lune di Giove, in particolare sugli effemeridi di Io.

Tutto ciò spiegherebbe in modo definitivo l'avanzamento mancante del perielio nelle orbite dei pianeti con un effetto Doppler delle onde gravitazionali in fase di avvicinamento del pianeta (aumento della frequenza, dell'energia e quindi della velocità; è quello che viene chiamato Gravit assist o frusta spaziale che ha permesso alla sonda Woyager I ( e poi ad altre ) di superare la barriera del sistema solare sfruttando appunto le accelerazioni dei pianeti che avvicinava) e viceversa in fase di allontanamento ( può anche essere definito redshift gravitazionale e può essere calcolato quantitativamente tramite la teoria della Relatività Generale; si può dimostrare che, come ordine di grandezza, la variazione frazionaria di lunghezza d'onda dλ/λ è pari a G×M/(R×c2), dove G è la costante di gravitazione universale, c è la velocità della luce, M è la massa del corpo emittente ed R è il raggio della superficie emittente. Si provi a verificare che per il Sole (R = 700000 km, M = 2×1030 kg) si ottiene dλ/λ ≈ 2×10-6.( D. Malesani) -. Viene perciò ridimensionato il concetto di orbita ma si dovrà parlare di percorsi vincolati in cui all'ellisse di Keplero viene sostituito un ovale aperto, determinato dalle forze, in cui il Sole occupa una posizione mediana della zona in cui l'ovolo si restringe. Il restringimento dell'orbita è dovuto alla variazione del campo. Una conferma ci viene dall'aumento della circonferenza di un elettrone quando si muove da una regione di campo magnetico forte ad una più debole.

Il presente lavoro può risultare estremamente semplice ed immediato anche per la sua dimostrazione e forse questo, che sembra un pregio, può diventare in fisica un difetto; come dice anche lo studioso R.Ruffini, e senza voler fare irriverenti confronti : "La Relatività Speciale è estremamente semplice sia nella sua struttura matematica che nella sua struttura concettuale: essa si sviluppa da un ristretto insieme di considerazioni fisiche elementari, fortificate e illustrate da alcuni esperimenti ideali (Gedanken experiments), usando concetti matematici elementarissimi. Pur tuttavia, l’accettazione della Relatività Speciale da parte dei fisici fu impedita proprio dalla difficoltà di cogliere questa semplicità estrema della teoria e di superare quei pregiudizi radicati nelle loro menti da concetti estremamente ristretti acquisiti nell’ambito della cultura tradizionale. "Il nobel R. Feynman afferma che la verità risulta sempre essere più semplice di quello che si crede e la si può riconoscere dalla sua bellezza e dalla sua semplicità".A distanza di quasi vent'anni dalla sua prima pubblicazione, questo lavoro rimane ancora l'unico studio dimostrativo diretto sull'esistenza e sulla velocità del campo tensoriale di questa forza fondamentale dell'Universo.

Applicando in maniera similare anche alla frequenza il metodo della misura della velocità delle onde gravitazionali arriviamo a definire in modo abbastanza realistico, la lunghezza d’onda e la frequenza delle onde di materia del nostro pianeta.La ricerca delle caratteristiche fisiche delle onde gravitazionali in questi lunghi decenni si è basata sull’utilizzo di antenne e interferometri atti a percepire la risonanza di tali onde. In definitiva sia Weber che tutti gli altri ricercatori, fino ad oggi, tentano di intercettare le deboli onde di massa e poi tramite un trasduttore di registrarne le caratteristiche. Tutto questo oggi non ha prodotto grandi risultati perché le antenne e i ricevitori sono “ disturbati “ da una miriade di segnali presenti a Terra e nel nostro universo malgrado tutte le precauzioni messe in atto.Tentiamo perciò di invertire il ragionamento.Invece di filtrare e annullare i segnali gravitazionali esistenti in attesa dell’arrivo di un evento probabile ( esplosione di una supernova ), analizziamo gli eventi presenti in loco prima di esplorare quelli lontani.Studiamo cioè gli effetti gravitazionali del nostro pianeta Terra o della Luna.Sappiamo che gli effetti della forza di gravità sono notevoli.Noi siamo incollati sulla Terra grazie a questa forza e la Luna rimane ancorata nella sua orbita per lo stesso motivo.Trasferendo la metodologia delle antenne risonati al nostro pianeta , possiamo considerare la Terra come una potente e formidabile antenna risonante capace di farci sentire le vibrazioni della forza gravitazionale che l’attraversa. Considerando che gran parte del magma terrestre è in continuo movimento e che per attrito diventa ionizzato e capace di creare elettricità possiamo a questo punto raccogliere le onde elettriche prodotte dalla Terra e considerale come conseguenze trasduttive delle onde gravitazionali di cui è investita. Edmond Halley e prima W. Gilbert, notarono che l'interno della Terra era costituito da strati di materiali diversi; sfere dentro altre sfere.Ogni sfera era magnetizzata indipendentemente e ciascuna ruotava lentamente rispetto alle altre. Sappiamo che Il nucleo della Terra è costituito essenzialmente da ferro e nichel allo stato fuso e si ritiene che da qui abbia origine il magnetismo terrestre. Esistono nel nucleo forti correnti di ferro e nichel ionizzati, e la differente velocità con cui ruoterebbero, l’uno dentro l’altro, spiegherebbe in modo soddisfacente, oltre che il magnetismo terrestre, anche la corrente risonante.

Nikola Tesla ( 1856 – 1943 ), autore di non meno di 300 brevetti nel campo applicativo dell’elettricità, che ha dato il suo nome alla misura della densità del flusso magnetico, tentò di sviluppare onde stazionarie di frequenza molto bassa nel circuito elettromagnetico della terra. Basandosi su osservazioni realizzate, riportò che un tipo di risonanza terrestre – coinvolgente l'energia vibrazionale della terra – poteva essere eccitata con un trasmettitore d'amplificazione. Egli scoprì che la frequenza di risonanza della terra è di circa 8 Hz. Nel 1950 ricercatori confermarono che la frequenza risonante della cavità ionosferica della terra era in quella portata. Questa fenomeno di risonanza elettromagnetica globale prende il nome oggi dal fisico Winfried Otto Schumann che lo previde matematicamente nel 1952. La risonanza di Schumann - ma sarebbe più giusto dire anche di Tesla - avviene poiché lo spazio tra la superficie della Terra e la ionosfera conduttiva agisce come una guida d'onda.Una sorta di corrente simmetrica speculare. Le dimensioni limitate della Terra fanno si che questa guida d'onda si comporti come una cavità di risonanza per le onde elettromagnetiche nella banda ELF ( banda di frequenze radio compresa tra 3 e 30 Hz.). La cavità è, secondo alcuni studiosi, naturalmente eccitata dall'energia delle scariche dei fulmini. Le risonanze di Schumann sono osservabili nello spettro di potenza del rumore elettromagnetico naturale di fondo, come picchi separati nelle frequenze estremamente basse (ELF) attorno a 8, 14, 20, 26 e 32 Hertz.Ed è su quest’ordine di grandezza di frequenza che molti sforzi fra gli astrofisici, sono orientati per captare le onde gravitazionali delle diverse stazioni di ricerca nel mondo. Studiosi propendono per interpretare l’energia risonante della Terra come una diretta conseguenza dell’attività temporalesca dell’atmosfera. I fulmini e i lampi che si generano in tutto il mondo sarebbero poi riflessi dalla ionosfera e costituirebbero il campo risonante. Tale interpretazione non concorda con le frequenze elettromagnetiche dei fulmini che oscillano dai KHz alla soglia dei MHz. Una semplice radio ricevente sintonizzata su queste lunghezze d’onda è capace di farci ascoltare il classico creptio dei fulmini. La Frequenza fondamentale e più intensa della risonanza di Tesla- Schumann è un'Onda stazionaria nella cavità Terra-Ionosfera con una lunghezza d'onda uguale alla circonferenza della Terra. Questa frequenza fondamentale più bassa (e di maggiore intensità) della risonanza di Tesla-Schumann avviene ad una frequenza di circa 7.8 Hz. Il nono ipertono ( armoniche ) si pone a circa 60 Hz. La risonanza di Schumann è stata usata anche per la ricerca e il controllo della bassa ionosfera sulla terra e fu suggerita per l'esplorazione dei parametri della bassa ionosfera sui corpi celesti. Possono anche essere usate per tracciare disturbi geomagnetici e ionosferici. Recentemente, le risonanze di Schumann sono state utilizzate per monitorare eventi luminosi transitori – sprite, elfi, getti ed altri fulmini dell'alta atmosfera. Un altro campo di interesse nell'uso della risonanza di Schumann è relativo alla previsione a breve termine di terremoti.La sorprendente coincidenza del valore delle frequenze risonanti di Tesla e Schumann ci indicano che potrebbero essere queste appunte le frequenze di lavoro delle onde gravitazionali eliminando così parte dell'alone di mistero creato attorno a queste interazioni elettromagnetiche di bassa frequenza sempre presenti attorno alla Terra. I tracciati dell'ampiezza della risonanza di Schumann mostrano variazioni diurne e stagionali significative, che in genere coincidono nel tempo con i tempi della transizione giorno-notte. Questa corrispondenza temporale sembra supportare il suggerimento di una significativa influenza della asimmetria ionosferica sulle ampiezze della risonanza di Shumann ( o delle maree diciamo noi ). Ci sono tracciati che mostrano l'accuratezza di un orologio nei cambiamenti di ampiezza diurni [Sátori G., M. Neska, E. Williams, J. Szendro"i (2007). Signatures of the non-uniform Earth-ionosphere cavity in high time-resolution Schumann resonance records. Radio Science in " print".].

In linea teorica tutte le frequenze della materia ( dai moti browniani ai quark,dai fenoni all'accelerazione di una pulsar, dalla traslazione di un pianeta come alla semplice rotazione di una turbina ) diventano frequenze o meglio variazioni di frequenze gravitazionali,ma tra queste prevalgono ovviamente le più forti in rapporto alle masse e alla distanza.Ma potremmo anche avere una banda ampia di frequenze gravitazionali , tante quante la materia nucleare possa esprimerne.

Nel recente mese di ottobre 2008 la Comunità Economica Europea ha assegnato tre milioni di euro nel programma FP7 per lo studio preliminare dell’Einstein Telescope (ET) ; un osservatorio per onde gravitazionali pan-europeo ( il progetto vede coinvolti otto istituti di ricerca).Tale strumento dovrebbe essere sensibile a onde gravitazionali nell’intero intervallo di frequenze accessibile sulla terra, da 1 Hz a 10 kHz.Come dire che la Comunità Europea e gli scienziati degli otto istituti di ricerche sono anch'essi sulla nostra linea di ricerca, sono perciò dell'idea che la frequenza di lavoro delle onde gravitazionali debba coincidere , o essere vicina, con la frequenza di Tesla-Schumann, anche se la loro intercettazione sarà cosa ardua per i motivi prima esposti. Ma anche se le onde risonanti di Tesla-Schumann sono in piena considerazione teorica della ricerca, fin dall’inizio dell’attuale progetto già si parla di una terza generazione di antenne risonanti per il prossimo ventennio.

Alle onde gravitazionali viene riconosciuta la natura trasversale di propagazione e il doppio stato di polarizzazione e nella loro trasmissione dovrebbero provocare, nelle masse che incontrano, variazioni fisiche perpendicolari alla loro direzione di viaggio. Nel 1919 Eddington, durante un' eclisse solare, verificò la deflessione della luce stellare nel passare vicino alla superficie della nostra stella e ciò diede grande notorietà ad Einstein.Secondo la Relatività, un campo gravitazionale creato da una massa, curva lo spazio e il tempo.Una frase di Eddington : “ Non fidatevi troppo dei risultati di un esperimento, a meno che non siano confermati dalla teoria” ,potrebbe tornarci buona per le nostre considerazioni che partendo da Newton comprendono pienamente anche la teoria della Relatività Generale. Le onde gravitazionali ( o le variazioni di queste) vengono create dai corpi massivi sottoposti ad accelerazioni;dal principio relativistico di covarianza generale, che tratta lo spazio quadri dimensionale, il continuo spazio - temporale non può essere rettilineo ma curvo. Tale curvatura risulta dalla conseguenza geometrica dei campi gravitazionali che pur debolmente sono ovunque. Non esistono infatti schermi antigravità. " Un'onda gravitazionale trasporta un momento angolare specifico che è il doppio di quello di un'onda elettromagnetica di pari intensità, perché i quanti dell'onda - i gravitoni - hanno uno spin intrinseco pari a 2 in unità di Planck ( anzichè 1, come i fotoni ) . Questa è un'importante proprietà che segue dal carattere tensoriale dell'interazione gravitazionale, grazie al quale due masse dello stesso segno si attirano -anziché respingersi, come accade in elettromagnetismo tra due cariche dello stesso segno - ( M. Gasperini e Aa.Vv.) ". Inoltre questi campi Newtoniani sono ad intensità disomogenea. Non esiste perciò un sistema a coordinate rettilinee perché non esiste una situazione priva di forze o con forze sempre omogenee. Esistono dei procedimenti matematici che servono a calcolare l'energia gravitazionale . Un sistema massivo binario si pensa che ad esempio abbia un'energia potenziale a riposo mc2 e un' altra cinetica mv2. Tale sistema si muove rispetto al proprio centro di massa sull'equilibrio dinamico della forza di gravità e da quella risultante dalla rotazione V2. Questo equilibrio ci porta alla terza legge di Keplero dei movimenti planetari che afferma come il periodo di rivoluzione è proporzionale alla lunghezza dell'asse maggiore elevato alla potenza di 3.

Poiché l'energia meccanica di un sistema binario è equivalente all'energia cinetica MV2 e I 'energia cinetica è il risultato

della potenza delle onde gravitazionali, si arriva a formulare (secondo Bergmann) così:

* *

Em = mV2 = c2 R /G .R c2 / d

*

Nell’ ultimo secolo si è parlato tanto e forse anche troppo, della teoria della Relatività al punto che ognuno di noi può tranquillamente chiedersi : che cosa è cambiato con la Relatività? E la risposta disarmante è : “ praticamente nulla!”. Anche nell'attuale era spaziale per lanciare missili e satelliti, per calcolare velocità di fuga e orbite di rientro basta Keplero, Galilei e Newton.Diversa la situazione con la scoperta della corrente elettrica di Alessandro Volta e l’impiego della pila e dei generatori e di conseguenza la nascita dell’era dell’elettricità: la nostra vita è radicalmente cambiata nelle abitudini.Oggi non si riesce a concepire una società moderna priva di corrente elettrica.Lo stesso vale per Guglielmo Marconi che riprese gli studi di Hertz ( il quale affermava che le onde da lui scoperte non sarebbero servite a nulla ) per costruire la Radio e poi i telefoni di Meucci.Chi riesce a fare a meno dell'algoritmo di Viterbi per il funzionamento del proprio telefono portatile in mezzo alla folla di tutti i telefonini dopo che Martin Cooper inventò il primo cellulare? Grande impatto sociale ha avuto pure la scoperta della radioattività con i coniugi Curie e l’utilizzo pacifico nelle centrali atomiche con Enrico Fermi.E’ obbligatorio qui citare anche l’uso bellico e nefasto della forza nucleare. Karl Ferdinand Braun non prevedeva certo che dallo studio dei suoi tubi catodici il mondo sarebbe stato invaso poi dagli schermi televisivi, come pure Eugenio Barsanti e Felice Matteucci mai avrebbero ipotizzato che il motore a scoppio da loro inventato avrebbe dominato su tutte le strade del mondo.Lo stesso per il motore a campo magnetico rotante inventato da Nikola Tesla.

Oggi si fa un tantissimo rumore attorno alle onde gravitazionali più, credo , per desiderio di scoperta che per eventuali applicazioni pratiche. Ci sono investimenti massicci in questa direzione e si parla di antigravità, di effetto casimir, di teoria di Evans e altri effetti più o meno mirabolanti o fantascientifici.La scoperta delle onde di massa però non dovrebbe cambiarci la vita: la gravità nasce dalla materia e per generare onde gravitazionali occorre massa e movimento. E la gravità è per sua natura tenace ma in se stessa abbastanza debole.Un'onda gravitazionale che attraversasse il Sole, perderebbe solo un decimilionesimo di miliardesimo (una parte su 10 elevato a 16) della sua energia; un fascio di neutrini, che sono le particelle con la più debole interazione con la materia, nell'attraversamento del Sole perderebbe cento miliardesimi (una parte su 10 alla 7 ) della sua energia. Le onde gravitazionali potrebbero forse aiutarci nelle comunicazioni, visto che rappresentano l'unica forma di energia a non conoscere praticamente ostacoli e risultano all'atto pratico essere anche le onde più veloci come chiariremo meglio più avanti.Occorre scegliere una frequenza libera fra tutte quelle che la materia e la dinamica impegna.L'effetto piezoelettrico suggerisce un legame di relazione simmetrica fra vibrazione del cristallo e formazione di elettricità, tra campo elettromagnetico e campo di gravità.Similmente si possono trovare correlazioni tra la magnetostrizione o l'effetto Matteucci o Wiedemann con i campi elettromagnetici capaci di vibrazioni e torsioni nel materiale.Anche un campo elettrostatico è capace di modifiche di massa e spostamenti nei materiali raggiunti dalla sua forza.

Una delle teorie più accreditate sulla fine dell’universo post Big Bang, è quella della morte termica dovuta all’aumento d'entropia in conseguenza del secondo principio della termodinamica (fatto salvo il principio cosmologico dell’isotropia e dato per acquisito il principo di Hubble sull’espansione globale e per il quale Einstein commise il banale errore di inserire un arbitrario fattore gravitazionale come costante di vincolo al risultato inflazionario del cosmo ). La densità e la composizione della materia e dell'energia nell’Universo sono di importanza fondamentale – dice Carlo Rubbia -. Oggi sappiamo- continua - che la materia luminosa contribuisce solamente con una piccolissima frazione, lo 0.5% della massa dell’Universo, mentre la materia ordinaria, quella di cui è costituito il mondo a noi visibile, rappresenta solo il 6%. Quantunque le stelle siano straordinariamente interessanti e attraenti alla vista, esse rappresentano in realtà solamente una frazione piccolissima della materia e dell’energia complessive presenti nell’Universo.La risposta, secondo il premio Nobel ,a questo problema è da ricercarsi nei grandi laboratori delle particelle elementari.Insomma dal microcosmo delle numerose , variopinte e infinitesimali particelle nucleari sarà possibile avere le risposte per il macro cosmo .

Tracciare la materia oscura osservando l’effetto di lente gravitazionale è ciò che ha fatto Yannick Mellier, che ha osservato, con la sua équipe, le deformazioni delle galassie situate a 5 miliardi di anni luce. «Tutta la materia che si trova lungo questa linea diciamo di “tiro” induce delle deformazioni -spiega Yannick Mellier -. Noi ne vediamo l'effetto accumulato lungo la traiettoria della luce».La luce perciò a distanze cosmiche è costretta a curvature direzionali o a schermature in forza delle masse avvicinate.Taluni scienziati avanzano l'ipotesi che esista anche, assieme alla materia oscura, una forma di energia oscura, una forza di gravità negativa per spiegare l'enorme esplosione di una supernova distante 11 miliardi di anni luce. Il telescopio spaziale Hubble fotografò l' esplosione di tale stella, la più distante mai osservata, nel 1997.

C'è un principio generale nella scienza, affascinante per la semplicità e la potenza concettuale che possiede, che ha quasi la forza di un paradigma assoluto: il principio di minima azione e ciò suggerisce il principio di Fermat . Formulato nella maniera più essenziale, il principio di minima azione stabilisce che, per qualsiasi fenomeno fisico, le leggi che ne governano la dinamica sono definite semplicemente dal fatto che questa rende minima una particolare grandezza ad esso associata: l'azione. E l'azione a sua volta è legata ad una funzione delle variabili dinamiche del sistema, la "Lagrangiana", una funzione che Lagrange ha insegnato a calcolare.Assieme a questo principio merita con più forza indicare quello di simmetria; Steven Weinberg affermava: "Siamo sempre di più a credere che l'elemento mancante che occorre aggiungere alla meccanica quantistica sia un principio di simmetria o più principi di simmetria, ( di questo già parlava Archimede a proposito delle leve n.d.r.). Un principio di simmetria è un enunciato che afferma che il nostro «punto di osservazione» sui fenomeni naturali può essere trasformato in varie maniere, le quali, benché modificano effettivamente la direzione del vettore di stato, lasciano però invariate le leggi che governano la sua evoluzione in funzione del tempo.L'insieme di questi cambiamenti di punto di osservazione costituisce ciò che viene detto il "gruppo di simmetria" della natura. Il teorema di Amalia Noether ci conferma che ovunque in natura esistono simmetrie e che le leggi della conservazione nascono dalle simmetrie e viceversa.Dirac nel 1928 ipotizzò l'antimateria applicando questo principio,quattro anni più tardi Anderson scopri il positone o antielettrone; poi fu la volta dell'antiprotone e via via poi tutte le altre antiparticelle.Il gruppo delle simmetrie dello spazio-tempo costituisce, com'è ovvio, il paradigma per tutte le altre simmetrie di natura. Esso è formato dalle simmetrie che ci garantiscono che le leggi naturali sono indipendenti dall'orientazione del nostro laboratorio, dalla sua posizione nello spazio, dalla sua velocità o dal modo in cui abbiamo regolato i nostri orologi". La forza di massa sembra sfuggire al principio naturale di simmetria - non esiste infatti l'antigravità - ma non a quello della minima azione e non può confinare e annullare se stessa - non può cioè essere causa ed effetto contemporaneamente di sè stessa - pena la violazione del principio di conservazione dell'energia.

La forza di gravità essendo più debole ed " evanescente " del neutrino, percorrerà un tragitto praticamente rettilineo attraversando la materia e a parità di confronto spaziale percorrerà, principio di Fermat, la distanza più breve e meno dispendiosa; ciò vuol dire che a grandi distanze cosmologiche non ci potrebbe essere più assonanza e coerenza tra fotoni e gravitoni.Vedremo cioè dopo, quello che possiamo prima sentire fisicamente con la Gravità e l'effetto Shapiro dimostra che i fotoni radioelttrici di una pulsar rallentano, o percorrono più spazio, quando attraversano un intenso campo gravitazionale ;basta ricordare L'esplosione della Supernova 1987° che fu osservata sulla Terra in luce visibile il 23 febbraio 1987, i fotoni però avevano impiegato 160.000 anni per giungere fino a noi dalla Grande Nube di Magellano. Nell'esaminare le registrazioni , si constatò che un impulso di neutrini era pervenuto sulla Terra prima della luce della supernova. Le particelle furono identificate come neutrini emessi dalla stella morente nel momento del collasso del suo nucleo, circa tre ore prima che l'energia sprigionata dal collasso stesso spazzasse via gli strati esterni della stella liberando l'intenso fulgore della luce visibile. I neutrini sono partiti prima oppure, presumibilmente, hanno percorso uno spazio più diretto e meno tortuoso dei fotoni considerata la loro natura scarsamente energetica ? Inoltre “possiamo annullare localmente l'effetto della gravità, tuttavia non possiamo in alcun modo annullare le forze di marea, che anzi costituiscono la vera misura dell'intensità del campo gravitazionale: in termini moderni, diciamo che esse misurano la curvatura dello spaziotempo”(G. Milanesi).Qui potremmo chiederci allora come mai ,visto che sia la Gravità che la forza Elettromagnetica essendo ambedue della medesima natura non prelave tra esse la più forte, cioè il campo Elettromagnetico. La risposta la troviamo ancora nella simmetria.Nel campo Elettromagnetico troviamo i due poli antagonisti cioè + e - o Nord e Sud che si annullano per cui l'atomo e la materia tende sempre alla neutralità.Per la forza gravitazionale questo non avviene, essa è solo attrattiva e non governabile e alla fine riesce a condizionare tutto l'Universo e la vita.

E' noto che un fotone di frequenza ν trasporta una energia E = hν ( legge di Planck ) ed ha una lunghezza d'onda pari a c/v. Dall'effetto fotoelettrico, che evidenzia il comportamento corpuscolare della radiazione elettromagnetica, si deduce che la dualità onda-particella è sempre presente.Infatti è indeterminato affermare che il fotone viaggia da onda ma poi si comporta da corpuscolo nell’effetto Compton o fotoelettrico.Del resto tale eventuale passaggio dovrebbe avvenire in modo istantaneo o in modo più veloce di c, il che viola la stessa Relatività ristretta. D'altronde , affermare che il quanto elettromagnetico ha massa a riposo nulla, fa nascere un conflitto palese portando all’annullamento dell’ equivalenza E= mc2 ; perché se m=0 tutto va a zero. L’effetto perciò “lente gravitazionale” risulta dalla necessaria presenza di massa anche nel fotone o dalla considerazione assiomatica di Einstein che la materia curva lo spazio e il tempo o più semplicemente, diciamo noi, che la Gravità interferisce sul fotone perchè sono aspetti simili ,anche se diversi, della medesima natura elettromagnetica .

Per evitare che la formula relativistica

E= mc2

si annulli per il campo elettromagnetico si suole introdurre il concetto arbitrario del fotone che possiede massa cinetica.In pratica si fa confluire la legge di Planck per sostituire il termine E .

m=hv/c2

un altro limite della formula E= mc2 è che questa è costruita per masse immobili , un pò come fece Newton per la sua formula della Gravità, per renderla dinamica occorre dividere per radice di 1 - v2 / c2.

La legge di Planck

E = h. ν

chiarisce bene il dualismo, togliendoci dall’imbarazzo, ed identifica tutta l’energia ondulatoria con la frequenza per la costante universale 6,6 .10-27 erg. s.Dalla classica formula dell' energia cinetica

E = 1/2 mv2

alla formula relativistica

E = mc2

fino a quella quantistica di Planck si ripercorre in sintesi tutta l'evoluzione fisica dell'energia.Dalla considerazione classica che l'energia appartiene alla massa e al suo dinamismo cinetico , alla coesistenza dell'energia che può essere sia massa che campo con la formula relativistica E=mc2, fino alla formulazione quantistica di Planck dove ormai è il campo il soggetto principale e l'energia dipende esclusivamente dalla frequenza.Come dire che la massa rientra in un aspetto di densità massima del campo di forze foto-elettro-gravitazionali. Per Einstein, che mai accettò l'idea indeterministica della Meccanica Quantistica, questo soccorso sembra quasi provocatorio.Del resto scienziati come Mach e Tesla presero sempre le distanze dalla Relatività Generale perchè non accettarono l'idea che la Gravità potesse curvare lo spazio e il tempo, entità che da soli non si reggono se non legati alla materia e alla sua velocità.Oggi i fisici tendono a semplificare la costante della velocità della luce. Del resto in astrofisica si misura lo spazio con il tempo della luce ( anno luce ). Dopo l’avvento della Relatività , il tempo è inteso come dinamica degli eventi al punto che utilizzando come misura la velocità della luce ,si semplifica con 1 perché questa è una costante. Il tempo perciò non viene solo ridimensionato ma annullato. Rimane però il baluardo causale della successione degli eventi. Si può annullare o ridurre la velocità degli avvenimenti ma non si può intervenire nella successione degli eventi stessi. Insomma un essere vivente non può morire prima di nascere.Su questo la Meccanica Quantistica , che ritiene la freccia del tempo invertibile, non può dare risposte.Esiste una freccia del tempo obbligata dalla successione degli eventi e dagli effetti derivati dalla causa. Rimane ancora valida l’affermazione di Aristotele secondo cui il tempo è la misura del movimento tra il "prima" e il "poi" .Vale , in un certo senso, la considerazione di Newton che distingueva tra il tempo assoluto, che scorreva uniformemente e quello relativo legato alla velocità degli avvenimenti.Per il padre della forza di gravità esistevano addirittura due tipi di tempo. Planck ci dice invece che esiste solo un tipo di tempo, quello legato alla cinetica energetica dei quanti.Nell'esperienza quotidiana anche noi spesso utilizziamo lo spazio per calcolare il tempo e certamente il tempo è legato al dinamismo ma non possiamo annullarlo del tutto per il semplice fatto che come diceva Galilei: " tutto in natura si muove"; anche se la frase era stata citata prima a Londra, nel 1757, da Giuseppe Baretti, scrittore e giornalista .

Se riconduciamo perciò il tempo al solo dinamismo e alla velocità esso si può, per comodità, anche annullare.In autostrada viaggiando a velocità costante posso identificare i Km nei minuti, non mi occorre perciò nessun orologio,a 60 Km/h ad ogni mille metri corrisponde un minuto e pur viaggiando a velocità non uniforme posso lo stesso, con un calcolo di velocità media, conoscere il tempo trascorso dai Km percorsi. La costante di Planck o meglio, il tempo di Planck, mette in relazione la frequenza, ( inverso del tempo se accettiamo la velocità c come costante ) e la sua lunghezza d'onda con l'energia del fotone.La lunghezza di Planck è la lunghezza minima universale, vale circa 10-33 cm, ossia 10-20 volte il diametro del protone. Il Tempo di Planck è l’intervallo di tempo impiegato dalla luce a percorrere nel vuoto una lunghezza di Planck. Poiché quest’ultima misura è 10-33 cm, il tempo di Planck vale 10-43 s. Dovrebbe essere il tempo più breve che può scandire l’orologio dell’universo.

Attraverso la Relatività ristretta e la Meccanica Quantistica possiamo definire tutte le caratteristiche naturali attraverso le varie costanti planckiane.

Oggi è scontata l'affermazione che l'Universo nasce dal Big Bang e che da questa esplosione ne fuoriesce il tempo e lo spazio.

Sappiamo che la formula dettata di Newton è sempre valida soprattutto se riferita a masse non relativistiche. Nel nostro sistema solare la formula

F=Mm/d2

è nella pratica empirica esatta , considerata la relativa scarsa velocità dei corpi nel sistema solare e anche perché pensata in un periodo in cui i campi elettromagnetici non facevano parte ancora della scienza sperimentale. Ora così come si è resa relativistica ( o meglio quantistica ) la formula E=mc2 per campi elettromagnetici, sostituendo alla massa nulla del fotone la formula di Plank E= f nella quale l’energia di un’onda si identifica tutta con la frequenza possiamo similmente intervenire sulla formula di Newton per relativizzarla aggiungendo la velocità della luce c e ± la variazione Δ della velocità delle masse in modo che la formula diventa

F=Mm/d2▪c± Δv/c

Ciò significa che tutto rimane invariato per masse relativamente immobili, mentre per masse in forte avvicinamento o in elevato allontanamento applichiamo l’effetto Doppler ( questo perché le masse in movimento generano variazioni di onde gravitazionali ) per cui se una delle due masse tende ipoteticamente alla velocità della luce in allontanamento la lunghezza d’onda gravitazionale da essa prodotta si dilata verso l’infinito e la frequenza tenderà allo zero concordando con il concetto che non si può raggiungere con la gravità un’onda della medesima velocità. Al contrario, una massa relativistica in avvicinamento aumenta in frequenza gravitazionale ,mantenendo costante la velocità che è uguale a quella della luce, e di fatto tende a raddoppiare in energia e forza.Dalla realtà delle onde gravitazionali ne scaturisce una ricosiderazione della "pesatura " dell'Universo; non basta più conoscere la massa e la distanza per poter calcolare la forza gravitazionale, occorre anche saoere se le masse prese in considerazione si avvicinano o si allontano o se sono relativamente ferme. Da ricordare che la meccanica quantistica si applica alle onde elettromagnetiche e che questa disciplina fisica considera tale energia costituita da entità discrete; mentre Maxwell considera i fotoni campi di energia ondulatoria continua, Planck li intende pacchetti discreti di energia discontinua. Tale diversificazione nell’approccio delle onde di massa spiega anche la difficoltà nella loro intercettazione. Nelle onde elettromagnetiche ad alta frequenza ( raggi γ, x ) è predominante l’aspetto quantistico e quasi assente quello ondulatorio, viceversa nelle onde a basse frequenza come le gravitazionali ,l’aspetto quantistico è quasi assente a favore di quello ondulatorio.Dando ragione a Liebiniz e a Mach non occorre perciò contrarre lo spazio o dilatare i tempi ma tutto rientra nella velocità e nell'accelerazione.

Ritorniamo a Mellier e ai suoi calcoli; le deformazioni a queste distanze sono normalmente infime e, visto che le galassie non sono quasi mai perfettamente rotonde, è stato necessario osservarne molte per vedere in che direzione queste piccole deformazioni avevano tendenza ad orientarsi: un analisi statistica enorme, condotta su tantissime galassie dai telescopi Canada-France-Hawaï e VLT (Very Large Telescope). Alla fine questa pesatura gigantesca ha reso il suo verdetto: la materia nell'universo raggiunge il 30% della densità detta critica, quella al di là della quale l'espansione del cosmo finirebbe per invertirsi in un gigantesco big crunch. Annunciato nel marzo 2000, questo risultato ha fatto molto rumore in quanto conferma che grandi quantità di materia sono ancora da scoprire; l'insieme della massa realmente osservata non supera infatti il 5% di questa densità critica.In questa enorme materia oscura e sconosciuta potrebbe trovare finalmente posto anche tutta l'antimateria fin'ora mancante secondo la legge di simmetria.Non è del resto la prima volta che la scienza è costretta a riformulare o produrre ipotesi di fronte a fenomeni che sembravano violare o sfuggire alle leggi universali della fisica ( fusione a bassa energia o fredda, dimostrata in laboratorio - anche se non mancano dilemmi e contraddizioni - e in attesa di una chiara teoria esplicativa ; la superconduzione scoperta nel 1911 dall'olandese H. K. Onnes raffreddando il mercurio a 260 gradi sotto zero e notando che improvvisamente spariva ogni resistenza elettrica e più recentemente la superfluidità, dove l'elio liquido criogenico scorre senza attriti,sfida la gravità e fluisce dal freddo verso il caldo ).Mentre la Relatività rimane ferma al determismo dell’evento come risultato dell’effetto dovuto alla causa, il tutto legato dalla relazione spazio-tempo; nella fisica quantistica gli scenari si moltiplicano : dal dualismo onda-particella si sviluppano le sovrapposizioni degli stati ( Schrödinger), l’aspetto “granulare” dell’energia ed il principio di Heisenberg. In fisica classica, date le caratteristiche di una particella e le forze in gioco, ne risulta una traiettoria specifica che conduce la stessa da una posizione ad un’altra. In meccanica quantistica tutte le configurazioni sono possibili per il passaggio della particella da un punto all’altro. L’impressione è che dove finisce il determinismo nascono tutte le teorie che la mente umana è in grado di produrre e che la matematica riesce a sostenere.E’ anche vero però che l’effetto tunnel rimane mistero eccetto che nella meccanica quantistica.Ma alla fine di ogni possibile discorso il risultato di laboratorio ha la forza galileana di eliminare le ipotetiche interpretazioni. “La scienza, per definizione, è conoscenza certa”, ed è “una conquista positiva dell’uomo”, che permette di rendere “la vita più umana” dice mons. Rino Fisichella. Ma dal passaggio della fisica relativistica a quella quantistica dobbiamo metabolizzare il concetto che una particella in un dato spazio e in un certo punto può essere anche rappresentata da un’onda che non ha uno spazio preciso né un punto ben definito.Sappiamo che esiste, per lo meno, una proporzionalità fra i due sistemi. Già lo stesso effetto doppler crea una diversità in funzione agli osservatori.Un osservatore che viaggia assieme ad un suono ( lo stesso vale per un fotone ) sentirà sempre la stessa frequenza acustica se questa è costante; un osservatore in avvicinamento, un suono più acuto e un altro in allontanamento una frequenza più grave.Eppure tutti e tre possono dimostrare di sentire cose diverse pur avendo il fenomeno la stessa unica sorgente.La stessa onda viene percepita in modo diverso perché diversa è la situazione di analisi.Anche il relativismo non può essere assoluto ma è legato alla realtà dell’osservatore, è quello che chiamiamo relatività della simultaneità..Lo stesso avviene per il conclamato esempio relativistico del raggio luminoso visto da un passeggero dentro una carrozza ferroviaria e da un osservatore inerziale sulla banchina della stazione.Einstein propose a riguardo, nella Relatività , l'esercizio teorico del raggio luminoso sul vagone ferroviario visto da due differenti osservatori.Egli dette forza così al concetto di tempo locale.Anche qui abbiamo la relatività della simultaneità tra il sistema inerziale K e quello in velocità del treno k’.Essendo costante la velocità della luce c si agisce sul tempo applicando le trasformazioni di Lorentz in un ambiente a quattro dimensioni , comprensivo del tempo locale ( spazio di Minkowski ).

x = x - vt

v 1 - v2/c2

y’ = y

z’ = z

t’ = t - vx/c2

v 1 - v2/c2

Per Lorentz la velocità è:

V=V+v/1+V*v/c^2

ecco perchè nella Relatività

V= Spazio relativo / Tempo relativo

Per Mach , d'accordo con Liebniz sull'inconsistenza dello spazio assoluto, è l'accelerazione il paradigma dell' Energia e identifica la materia con l'accelerazione. Rientriamo nel vagone di Einstein per dire che anche questo è un esempio solo teorico perché anche l’osservatore inerziale è in movimento assieme al sistema Terra e questa attorno al Sole e tutti in viaggio radiale nella nostra Galassia. Inoltre l’osservatore fermo sulla stazione non può vedere il famoso raggio di luce perché i fotoni viaggiano in linea retta.Il raggio di luce visto dal passegero dentro la carrozza non può perciò essere visto contemporaneamente dal passeggero in attesa alla stazione e anche se i due osservatori potessero essere direzionati verso la medesima sorgente, lo stesso non potrebbe verificarsi perchè non coinciderebbero le coordinate spaziali.

Oggi si è passati dal principio della simmetria alla supersimmetria che estende la Relatività generale dalla gravità alla supergravità relegando così la teoria di Einstein come a cosa surclassata.La teoria della supergravità tenderebbe al sogno finale dell’unificazione delle forze e pertanto fornisce le stesse previsioni sperimentali . A livello microscopico però la supergravità differisce dalla Relatività Generale per la "simmetria" che correla due ampie classi di particelle elementari, cioè i fermioni e i bosoni, e viene indicata anche come supersimmetria introducendo una relazione fondamentale tra essi. Per la supersimmetria, bosoni e fermioni sarebbero due aspetti di un'unica particella mediatrice o "superparticella". La supergravità descrive la Relatività Generale nell'ambito della meccanica quantistica, introducendo, nella sua forma più semplice, un tachione a spin 2 (bosone) e un gravitino a spin 3/2 (fermione); Fin’ora non esistono conferme sperimentali a tale teoria. La teoria che oggi è più discussa per la Gravità quantistica è la teoria delle supercorde, nella quale i punti materiali sono sostituiti da oggetti estesi unidimensionali (le corde) dove la supersimmetria gioca un ruolo fondamentale. Le supercorde prevedono una serie di particelle leggere ,e ciò coincide con la formulazione della supergravità e quindi giustifica, dai principi primi, un'estensione supersimmetrica del modello standard. La teoria delle corde (string) si sviluppò negli anni settanta.E’ anche vero che possiamo ipotizzare la supergravità ma è anche più vero che sappiamo ancora poco della classica forza di Gravità.Oggi siamo in grado di confermare, attravesrso le onde di marea, che l'energia gravitazionale viaggia come il fotone e per mezzo dell'energia risonante della Terra indicare anche una frequenza di lavoro e una potenza.

“La quantizzazione della teoria debole del campo gravitazionale suggerisce che le onde gravitazionali siano costituite da fasci di gravitoni, che sono particelle di massa nulla, per i quali vale la relazione E = h. ν . Ciascun gravitone ruota o in senso orario o in senso antiorario rispetto alla direzione del moto. A causa del maggior numero di potenziali, il momento angolare del gravitone è uguale a 2, cioè la radiazione gravitazionale ha una simmetria di quadrupolo. Le maree oceaniche della Terra hanno origine dalla non-uniformità del campo gravitazionale newtoniano della Luna e del Sole. Le forze agenti sul rivelatore dalle onde gravitazionali sono quindi forze di marea, dovute alla non-uniformità del campo gravitazionale associato all'onda ” ( A. Chiancarini e G. Gemme - INFN, Istituto di Fisica Università di Genova; E. Picasso - Scuola Normale Superiore, Pisa - conferenza 11/7/2003 ), una conferma perciò dei tre ricercatori sulla nostra metodologia.

Mentre nel recente passato l'esperimento precedeva la teoria e su questo poi si costruivano le leggi, oggi, spesso si parte da una teoria per cercare il sostegno nella sperimentazione e nella ricerca ; come se lo scienziato pretendesse di piegare le leggi dell'universo alle sue intuizioni o alle sue regole.Da quasi due secoli, nel campo biologico, l'evoluzionismo di Darwin attende inutilmente conferme , e rimane teoria , perchè le mutazioni genetiche, anche quelle spontanee, sono sempre nefaste o costituiscono difetti gravi come si è dimostrato nelle catastrofi nucleari ( Iroshima, Nagasaki e Cernobyl) , mentre le caratteristiche acquisite di un essere vivente mai si trasmettono alla discendenza.Sappiamo con fondata certezza che la vita nasce dalla vita e che ogni specie genera sempre se stessa e che gli ibridi sono infertili.L'evoluzione biologica ( in questi anni si è fatta voluta confusione tra selezione ed evoluzione ) si dimostra essere un fatto intrinseco alla specie e mai una avvenimento oltre la specie stessa e alcuni fossili viventi lo dimostrano come anche l'attuale presenza di antichissimi organismi unicellulari.Il corredo cromosonico è determinante nella speciazione e " le inversioni o le traslocazioni cromosomiche non sempre hanno un significato evolutivo, in quanto spesso danno origine a organismi non vitali o sterili " ( A. G. Drusini Università Padova ).In base alla specie, il nucleo cellulare può contenere da uno fino a diverse centinaia di di cromosomi e questo numero è caratteristico di ogni specie.Insomma, anche forzando con irraggiamento gli organi riproduttori, posso avere una mutazione nefasta nell'interno della specie, ma ogni specie non si distingue solo per i geni ma soprattutto per il proprio corredo cromosomico. E' innegabile che esistono comunanze e similitudini tra i vari mammiferi o tra vari ordini di viventi ma il passaggio tra una specie all'altra rimane nel mistero e nell'impossibilità dimostrativa.Tra l'uomo poi e gli altri animali si aggiunge un'ulteriore diversità di ordine spirituale che esula dal campo scientifico.

Nella fisica il principio di equivalenza forte della Relatività generale non può coincidere esattamente con le previsioni, a causa della realtà delle forze di marea o di deriva e rimane infatti come postulato. Ma se tutta la materia decade ( come si prevede anche per il protone , pur senza conferme ) e se c'è un interscambio di forze fra le particelle ed un'equivalenza secondo la formula E = mc2 e se perfino la luce è vincolata dalla debole forza gravitazionale che diventa quest'ultima preminente nella "singolarità nuda" dei tanto discussi , ma ancora teorici, buchi neri ( S. Hawking ) al punto d' impedire l’uscita di qualsiasi forma di energia, eccetto la gravità, è questa alla fine l’unica forza che sfugge a tutte le altre. Non esistono infatti né barriere né schermi capaci di confinare la Gravità - né fenomeni tipo Compton o Faraday o di scattering in grado di interferire con le altre realtà fisiche ; la forza di massa non fa ancora parte del modello standard ( MS ) -, ed essendo questa un’onda e facendo parte della meccanica quantistica, vincola sempre meno la materia di frontiera , vicina a parametri relativistici di c, che si trova ai confini del nostro universo , fatto questo osservabile con i nostri attuali mezzi di astrofisica; materia che si espande con velocità via via sempre più elevata.Inoltre la forza di gravità tende allo zero per particelle viaggianti alla medesima velocità, direzione e verso, perché non vengono praticamente più raggiunte dalle deboli particelle ( gluoni vettori ) della forza d’attrazione.L'applicazione delle trasformazioni di Lorentz e del gruppo di Poincaré inserisce nella dimensione relativistica il comportamento dei gluoni vettori .

L. Martina afferma: " il campo generato da masse in moto deve presentare delle perturbazioni dipendenti dal tempo, che si possono pensare come sovrapposizione di oscillazioni armoniche. La frequenza di tali oscillazioni può assumere tutti i valori reali. Tuttavia dei veri e propri pacchetti o treni di onde gravitazionali saranno generate da distribuzioni di masse in rapida evoluzione, quali sistemi stellari implodenti rapidamente per effetto della propria gravitazione (supernovae), o sistemi binari di stelle a neutroni o di buchi neri. La loro versione quantistica prevede delle particelle (gravitoni) prive di massa a riposo, propagatesi alla velocità della luce e con peculiari proprietà di polarizzazione ".

L’universo visibile si avvierebbe perciò ad una inarrestabile espansione continua verso l’infinito, un'evaporazione di fotoni in un' immensa onda gravitazionale.Lo stesso Einstein formulò delle equazioni per un campo gravitazionale privo di materia e ipotizzò , in accordo con Newton che prevede in linea teorica un universo finito con una massa infinita, che la radiazione emessa dai corpi celesti possa uscire radialmente per perdersi all'infinito senza azione.

E' la Gravità, che agli albori della nascita dell'Universo, addensando il più semplice degli atomi - l'idrogeno - ha innescato con il calore che si produceva e la pressione che si sprigionava, la fusione nucleare delle stelle per formare poi via via tutti gli altri elementi ( R. Feynman ). La Gravità è la forza che governa l’Universo, che ne conferisce la forma ( galassie, stelle, comete e pianeti ) , la dimensione e il tragitto, come dimostra anche l’attuale realtà cosmologica anche se rimane il problema dell'incognita della materia oscura.Ma è stata la velocità eccessiva di rotazione delle galassie, a causa della forza di massa e l'effetto lente gravitazionale a farci scoprire la materia oscura, invisibile con altri strumenti. Alla fine la Gravità sarà l’ultima forza predominante che rimarrà nel cosmo; essa determinerà lo spazio e il tempo è sarà la memoria conclusiva del nostro Universo che risulterà dall' infinita corsa dei fotoni vincolati dalla tenace forza gravitazionale.Il buon Dio - padrone del cosmo - pare abbia deciso che sarà la forza più debole dell’Universo la grandezza che ultima testimonierà la nostra esistenza.

Tutta la storia della nostra conoscenza ,la si può paragonare ad una complessa catena che si allunga man mano che le scoperte avanzano; ma tutta la catena ha bisogno dei singoli anelli anche se tante volte gli errori umiliano la ricerca e gli scienziati e la catena sembra rompersi o accorciarsi. Democrito e altri filosofi ebbero l’intuizione dell’atomo ma non avevano i mezzi e le conoscenze per dimostrarlo,passarono più di due mila anni per avere il concetto moderno di atomo. l’Etere, nei secoli scorsi, ha riempito interi tomi ma poi si decise di eliminarlo; anche se con i bosoni di Higgs in un certo senso si tenta di farlo rientrare da una finestra quantistica.Del resto si ipotizza con forza che l'universo sia nato dalla rottura di simmetria del nulla inteso come risultato di creazione e distruzione simultanea di particelle. Il tempo si credeva assoluto ma con la teoria della Relatività ha perso la sua impassibilità. Galileo Galilei enunciò i primi principi fondamentali della fisica come il principio di inerzia e il principio di relatività (che tre secoli più tardi verrà generalizzato da Einstein); i suoi studi sulla caduta dei gravi vennero poi ripresi e formulati dal grande I. Newton.Come Galilei quasi tutti gli scienziati antichi e moderni ritengono, per logica elementare, che l’universo è regolato da leggi matematiche e non certamente dal caos o dalla casualità.Il prof. Antonino Zichichi ( scopritore assieme alla sua equipe dell'antideutone ) parla della matematica e della scienza come di forme rigorose di logica. Affermare che il caos o il caso siano alla base del cosmo o della vita è come affermare banalmente che la matematica è una disciplina casuale.Famosa la frase di Einstein:” Dio non gioca ai dadi “ e ancora: “ "Voglio sapere come Dio ha creato questo mondo. Non sono interessato a questo o quel fenomeno, nello spettro di questo o quell' elemento. Voglio conoscere il suo pensiero, il resto sono dettagli". In modo più esplicito dirà il geniale Nikola Tesla, con una sua frase emblematica che descrive la sua natura di scienziato : "Il dono della forza della ragione ci viene da Dio, dall’Essere Divino, e se concentriamo le nostre menti su questa verità, stabiliamo un’armonia con questa grande forza. Mia madre mi aveva insegnato a cercare ogni verità nella Bibbia".

Il premio Nobel per la fisica Robert Laughlin, per esempio, nel suo recente libro Un universo diverso (2006), ammette alcune manifeste illogicità di fondo della teoria della relatività generale. Egli infatti afferma testualmente: “Per colmo d’ironia, l’intuizione più brillante di Einstein, ovvero la teoria della relatività generale, può essere riassunta nel concettualizzare lo spazio come un mezzo, mentre la sua premessa originaria era che tale mezzo non esistesse affatto. L’idea che lo spazio possa essere costituito da una sostanza materiale di qualche tipo è in realtà molto antica e risale addirittura agli antichi greci, che l’avevano definita etere”. Einstein ha quindi escluso l’esistenza dell’etere, ma per farlo è stato costretto a ricorrere a contraddizioni logiche che hanno letteralmente trasformato la fisica in filosofia.


Queste parole fanno eco a quanto già dichiarato sulla teoria della relatività da una delle più grandi mente matematiche della storia, Nikola Tesla: “Una magnifica architettura matematica di grande fascino, che rende le persone cieche sugli erori che sono alla base di questa teoria. Questa teoria è come un barbone vestito di porpora che individui ignoranti considerano un re, i suoi esponenti sono uomini brillanti, ma sono dei metafisici piuttosto che scienziati… Sono convinto che lo spazio non possa essere curvato, per la semplice ragione che esso non ha proprietà. Di proprietà noi possiamo parlare solo quando ci riferiamo alla materia che riempie lo spazio. Affermare che in presenza di grandi corpi lo spazio diventa incurvato è equivalente a stabilire che qualcosa agisce sul nulla. Mi rifiuto di credere a questa teoria. La supposta curvatura dello spazio è interamente impossibile. E anche se esistesse non spiegherebbe il moto dei corpi come li osserviamo. Solo l’esistenza di un campo di forza può spiegarlo e la sua assenzione dispensa la curvatura spaziale dall’esistere. Tutta la letturatura scientifica su questo oggetto è destinata all’oblio”.

La visione dello spazio-tempo come una non-sostanza dotata di proprietà analoghe a quelle di una sostanza non è né logica né compatibile con i dati sperimentali. Potremmo piuttosto considerarla un’ideologia, scaturita da vecchie battaglie e un merito alla correttezza della relatività. Robert Laughlin, Nobel per la fisica nel 1998

Harald Frtzsch constata che scienza e tecnica non possono trasmettere valori etici e che è finito il tempo ingenuo in cui si credeva che con l'aumento del sapere e il dominio sulla natura si potesse arrivare ad un mondo più giusto.Il senso della vita non lo si trova nell'avanzamento delle conoscenze.Scienza e religione - come dice anche la Chiesa Cattolica - non si escludono ma anzi sono aspetti complementari della verità.Se noi riusciamo a comprendere un universo che si basa sulla matematica e sulle altre discipline vuol dire , come dice Benedetto XVI, che anche noi siamo creati dalla stessa mano e in grado perciò di comprendere il linguaggio di cui siamo tutti permeati, cosmo e uomo.

Personalmente non mi gratifica tanto il sapere che esiste un Dio , sommo creatore di tutto se poi siamo distanti, se siamo isolati, lasciati al nostro umano destino e abbandonati, se siamo senza amore.Ci voleva un Dio che si facesse piccolo come l'uomo e che desse una risposta definitiva agli atavici quesiti dell'esistenza umana,dalla sofferenza alla morte e dalla vita all'amore .Questo Dio è solo Cristo.Tutto il resto, scienza compresa, come dice anche Einstein, è semplice dettaglio.

…Egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste ( Salmo 33 ).

* Laudani Orazio

Insegnante di Tecnologia

Conegliano ( TV ) *

laudaniorazio@virgilio.it

Ultimo aggiornamento marzo 2014

consulenza al testo

Dr. Ing. El ettr.co Federico Laudani ( Università Padova )

***copyrait © 1990

Tutti riservati i diritti .

E’ ammessa la riproduzione, solo parziale, della ricerca

e citando sempre ed espressamente la fonte

come da Licenza Creative Commons ");

* Contacts to the site :

----------- ------go *

Statistiche gratis