Data pubblicazione: Sep 14, 2019 8:20:30 AM
Journal of the American Viola Society / Vol. 35, No. 1, Spring 2019
Recording Reviews
Carlos María Solare
In Alto—Bloch: Suite for Viola Solo; Bach (arr. Kodály):
Fantasia Cromatica; Penderecki: Tempo di Valse; Bozzi:
Der psychophysische Bogen, Mumford: Revisiting
Variazioni Elegiache, S. Stravinsky: Suite for Viola Solo,
Britten: Suite op. 72. Laura Menegozzo, viola. Stefano
Sciascia Production SSP 2019
As with previous recordings by this engaging violist, I was
instantaneously drawn in by the intoxicatingly beautiful
sounds she draws from her 1699 Carlo Giuseppe Testore
instrument.
Letting oneself be carried away by the
full-bodied double stops in the recurring Canto from
Benjamin Britten’s First Suite is bliss indeed! This is the
first time I have come across this cello piece in a viola
version; the musical text has been transcribed one-to-one,
resulting in some very high passages, which—needless
to say—are not in the least tonally compromised in
Menegozzo’s hands.
Her pizzicato playing in the 3rd
movement (Serenata) resounds happily, as does the lefthand
plucking over a sustained open D in the 5th one
(Bordone), and she is remarkably agile in the concluding
Moto Perpetuo.
Menegozzo’s weakness—which may not worry other
listeners at all—is a carefree attitude towards agogics that
is felt throughout this ambitious recital. Compared to
Paul Neubauer’s recording reviewed above, the Baroque
dance rhythms hidden in Bloch’s Suite are here harder to
pin down, and the rushing arpeggios in Kodály’s Bach
transcription sound quite mannered. A more recalcitrant
recreation of Baroque style, Soulima Stravinsky’s serial
Suite fares better, as it gives the interpreter less leeway for
indulgence. Penderecki’s Tempo di Valse—another cello
transcription—rounds off Mengozzo’s program alongside
two vignettes that explore and extend the viola’s sound
world: Jeffrey Mumford doing so in a more adventurous
way than the psychologist-cum-composer Paolo Bozzi in
his intimidatingly titled The Psychophysical Bow, where
Menegozzo’s sharp spiccato is prominently featured.
This enterprising recital will be an inspiration to violists
seeking rare repertoire, as well as to anyone wishing to
indulge in some gorgeously colorful viola sound.
In Alto — Bloch: Suite per Viola Solo; Bach (arr. Kodály):
Fantasia Cromatica; Penderecki: Tempo di Valse; Bozzi:
Der psychophysische Bogen, Mumford: Revisiting
Variazioni Elegiache, S. Stravinsky: Suite per Viola Solo,
Britten: Suite op. 72. Laura Menegozzo, viola. Stefano
Sciascia Production SSP 2019
Come nei precedenti CD di questa incantevole violista, sono
stato attratto immediatamente dall'inebriante bellezza
dei suoni che crea con la sua viola Carlo Giuseppe Testore del 1699.
Lasciarsi trasportare dalle corpose doppie note del Canto
ricorrente dalla Prima Suite di Benjamin Britten è pura gioia! Questa è la prima volta che mi sono imbattuto
in questa trascrizione dal violoncello alla viola; la trascrizione,
viene eseguita accuratamente nota per nota con alcuni passaggi nei registri molto acuti, senza intaccare
minimamente la prospettiva tonale.
Il pizzicato nel 3 ° movimento (Serenata) risuona felicemente, così come quello eseguito con la mano
sinistra sulla corda vuota di RE sostenuta dal bordone nel 5° movimento, straordinariamente agile il
conclusivo Moto Perpetuo.
Forse un punto un pò debole della Menegozzo, che potrebbe non
preoccupare gli ascoltatori, è un‘attitudine libera
per l’agogica che si fa sentire in questo suo ambizioso
recital. Rispetto alla registrazione di Paul Neubauer recensita sopra,
i ritmi di danza barocca nascosti nella Suite di Bloch sono qui più
difficilmente decifrabili, mentre gli arpeggi impetuosi di Bach nella
trascrizione di Kodály appaiono più controllati.
la Suite di Soulima Stravinsky, composizione in stile barocco,
è suonata maggiormente in stile, poiché offre all'interprete, per la sua struttura, una libertà di esecuzione
minore.
Completa il programma della Menegozzo Il Tempo di Valse di Penderecki, un'altra trascrizione dal
violoncello e altri due pezzi che esplorano ed estendono il mondo sonoro della viola. Jeffrey Mumford
eseguito in un modo pioneristico e Paolo Bozzi psicologo-compositore con il suo intimidatorio titolo
L'arco psicofisico, dove il chiaro e preciso spiccato della Menegozzo viene
alla ribalta.
Questo intraprendente recital sarà d'ispirazione per tutti i violisti
che sono alla ricerca di un repertorio inconsueto, così come per chi
desideri ascoltare perdendosi in una sonorità di viola così meravigliosamente colorata.