Data pubblicazione: Apr 25, 2014 2:38:53 PM
Review by Carlos Maria Solare
Colori e Suoni del Novecento : 20th Century Music for Solo Viola .
Stravinsky: Élégie; Britten: Elegy; Hovhaness: Chahagir; Reger:
Suite n 1; Penderecki: Cadenza , Sarabanda; Hindemith:
Sonata op . 25 , n. 1 . Laura Menegozzo , viola . SSP 2013.
Colori e Suoni del Novecento è il titolo di questo
CD di debutto della violista napoletana Laura Menegozzo, e il colore
è il vero protagonista in una registrazione che contiene alcune
esecuzioni particolarmente belle e ha come secondo protagonista
lo strumento della Menegozzo, una viola Carlo
Giuseppe Testore del 1699. Ci sono da ascoltare delle sonorità davvero
inebrianti in questo disco, che coprono l'intero spettro dinamico
e che vanno da una morbidezza velata fino ad un robusto, ma
mai urlato, fortissimo. Il momento culminante in assoluto del disco
secondo me è il brano Chahagir di Alan Hovhaness, simile ad una preghiera,
in cui Menegozzo evoca le visioni di un cantore solitario la cui litania
viene ripetuta dalla congregazione fino a
raggiungere un travolgente culmine. Allo stesso modo, la Cadenza
di Penderecki si sviluppa crescendo fino a raggiungere un apice centrale
prima di ritirarsi di nuovo nel silenzio, mentre nella giovanile Elegy
l'espressività di un precoce di Britten sembra ondeggiare attraverso
le quattro corde della viola.
Nella Suite in Sol minore di Reger, Menegozzo trova efficaci
sonorità contrastanti per gli accordi arpeggiati del movimento
iniziale, i bicordi nettamente articolati del secondo movimento
a guisa di scherzo, le terze cantabili del terzo, ed il perpetuum mobile
del finale. Lei ovviamente è una sensualista del suono, e fa
parte di una categoria per la quale nutro una speciale predilezione.
Meno efficace ho trovato la sua resa di Hindemith, troppo
libera nel suo rubato, tale da non convincere e provocare sconcerto
nell'ascoltatore. Hindemith esigeva che dietro i suoi rubati il ritmo
dovesse sempre esser riconoscibile! Inoltre, Menegozzo
rallenta in maniera massiccia nelle terzine del Sehr frisch und
straff determinando un effetto alquanto strano. la Sarabanda
di Penderecki soffre in modo simile di qualche rubato manierato,
e nell' Élégie di Stravinsky Menegozzo presta un'eccessiva attenzione
alle numerose virgole nella partitura , a scapito della continuità melodica.
Ma ancora, questa è senza dubbio una questione di gusti personali, e
non vorrei indurre nessuno a rinunciare a godere della registrazione
di Laura Menegozzo (e della sua Testore!) che è tecnicamente
una registrazione di prim'ordine.