Non c’è “Tempo”

di Alfonso Coppola

Nel precedente articolo «Facciamo “Spazio”», per motivi di sintesi, non si è discusso di “tempo”. Però, come Einstein aveva ampiamente teorizzato oltre un secolo fa, noi non possiamo separare il tempo dallo spazio, dobbiamo, invece, abituarci a pensarli come un unico insieme: lo spaziotempo. Per cui in questa sede affrontiamo l’argomento momentaneamente lasciato in sospeso. Se, infatti, nell’articolo citato si è discusso dell’idea che avevamo riguardo allo “spazio”, immaginato erroneamente come un’enorme contenitore vuoto nel quale erano posti gli uomini, gli animali, le piante, i pianeti e tutte le altre cose, ora affrontiamo il concetto di “tempo”, comunemente visto come un flusso continuo, lungo il quale si dipanano gli eventi storici che contraddistinguono la nostra realtà.

Pensiamo al “tempo” come qualcosa di semplice, qualcosa che diamo per scontato. Ed abbiamo, fin dalla tenera età, imparato ad immaginarlo come qualcosa che scorre, in maniera inarrestabile, dal passato verso il futuro e che facilmente misuriamo con i nostri orologi, vale a dire con degli oggetti ideati perché siano in grado di tenere un ritmo sfruttando un qualche fenomeno ripetitivo. Quello che l’uomo ha fatto è stato notare la ritmicità mostrata da alcuni fenomeni naturali, come la periodicità delle fasi lunari o del Sole, per poi produrre manualmente oggetti che avessero una loro ritmicità da studiare come fossero ad essi collegati, con lo scopo di ottenerne un paragone. Abbiamo così stabilito un corso del tempo nel quale si succedono avvenimenti ordinati secondo una sequenza che dal passato giunge al presente e che poi continua verso il futuro. Ma è realmente così?

La prima convinzione da abbandonare è quella di pensare al “tempo” come qualcosa di universale, che scorre in maniera fissa, sempre uguale per tutti e ovunque, e comprendere invece che esso, proprio come lo “spazio”, può allungarsi e accorciarsi a seconda della vicinanza di una massa. Abbiamo visto precedentemente che lo spazio vicino ad una massa si distorce. Ora si ammette che a distorcersi con esso è, di conseguenza, anche il tempo, il quale più è vicino ad una massa e più tende a rallentare. Ogni corpo rallenta il tempo nelle sue vicinanze. Come giustamente aveva predetto Einstein, ad esempio, il tempo sulla Terra passa più lentamente in basso, perché più vicino alla massa, che in alto. Se avessimo l’opportunità di avere due orologi di massima precisione, come quelli adoperati nei laboratori scientifici, e mettessimo uno su un tavolo ed uno a terra, scopriremmo che quello sul tavolo misurerebbe molto più tempo rispetto a quello sul pavimento. Allo stesso modo, se due gemelli vivessero uno al mare e uno in montagna, scopriremmo che il gemello in montagna invecchierebbe più velocemente del gemello al mare. Ovviamente stiamo parlando di effetti estremamente esigui, di infinitesime frazioni di secondo, ma ciò non toglie che la differenza sia reale e misurabile.

Abbiamo in questo caso, quindi, due tempi diversi. Ma la verità è che i “tempi diversi” non sono solo due, ma centinaia, migliaia. Ogni punto, ogni luogo nello spazio, ha un ritmo diverso, un suo tempo che dipende dalla massa posta nelle proprie vicinanze. Il mondo “reale” è molto lontano da quello che percepiamo e che ci è familiare. Non c’è uno “spazio” vuoto che ci contiene, e non c’è un “tempo” lungo il quale accadono le cose.

Comunque, la realtà è ancora più inaspettata e sconcertante, perché oltre a comprendere che il tempo in sé non esiste, la fisica moderna ha compreso anche che, allo stato microscopico delle cose, non esiste alcuna differenza fra passato e futuro. La conclusione sconcertante che emerse dal lavoro di Boltzmann, lo scienziato austriaco che ha fondato la meccanica statistica, è che la differenza fra passato e futuro è frutto solo di una nostra visione parziale e sfocata del mondo. Può sembrare incredibile perché tutto ciò mina le fondamenta stesse sulle quali abbiamo costruito il nostro modo di comprendere il mondo, ma l’evidenza mostrata in laboratorio non lascia dubbi: tutti i fenomeni che sembrano fluire nel tempo dal passato verso il futuro sono solo il frutto di una nostra erronea prospettiva dalla quale osserviamo le cose. Ma Einstein aveva compreso anche qualcos’altro di ancora più illuminante per la nostra comprensione del tempo: il tempo rallenta in base alla velocità a cui ci muoviamo. Prendendo come esempio sempre i due gemelli di prima, che abbiamo spedito uno al mare e uno in montagna, facciamo in modo che uno sia fermo e uno, invece, cammini. Il risultato sarà che il tempo per il gemello che cammina passerà più lento del gemello fermo. Più veloce è l’oggetto in moto, più il tempo si contrae. Non solo il tempo, quindi, non è uguale in ogni luogo dell’universo, ma può differire anche nello stesso luogo, perché la sua durata va associata al movimento di qualcosa. Il “tempo” non dipende solo dalla vicinanza o meno di una massa, ma anche dalla velocità a cui ci spostiamo.

L’idea che esista un adesso uguale in tutto l’universo è il risultato di un’altra illusione dovuta alla nostra esperienza della realtà. Tra i primi a comprenderlo è stato Kurt Gödel, il quale disse: “La nozione di «adesso» non è al più che una certa relazione di un certo osservatore con il resto dell’universo”. Non c’è uno stesso momento definito nell’universo, non esiste un “presente” comune. Abbiamo la tendenza a dare una struttura a tutto. Ordiniamo i fatti nel tempo e nello spazio e giustamente ordiniamo il tutto nelle nostre agende giornaliere piene di appuntamenti, ma dobbiamo comprendere che il tutto non è altro che una costruzione umana e che lo spazio e il tempo sono solo forme intellettive prodotte dai nostri sensi. Persino Einstein lo ammise scrivendo queste parole in una lettera di condoglianze alla vedova del suo amico più caro: “Ora Besso ha lasciato questo strano mondo un po’ prima di me. Non fa niente. Le persone come noi, che credono nella fisica, sanno che la distinzione fra passato, presente e futuro è solo un’illusione testardamente ostinata”.

(Articolo pubblicato sul periodico Zonagrigia.it il 03/06/2019)