Nel dicembre 2016, (a nome della Famiglia Rombi Campobasso), in ricordo di mia sorella Milena (Tempio 23 settembre 1961 - Roma 27 novembre 2016), studiosa di storia e filosofia (autrice di un prezioso volume 1 / 2 / 3 pubblicazione della sua tesi di dottorato di ricerca, si veda QUI), ma soprattutto straordinaria insegnante – per ultimo al Liceo classico Vivona di Roma che tanto amava e che considerava il suo punto di arrivo –, ho pubblicato il libro E VOLO... e con me i miei ragazzi. Milena Rombi.
Il libro non è in commercio ed è vietata la vendita al pubblico
Copyright Guido Rombi
Il libro è stato presentato al pubblico il 27 gennaio 2017, in occasione della dedica a suo nome di un'aula/laboratorio del Liceo Vivona (cliccare QUI 1 - QUI 2).
Inoltre - fatto mirabile - l'ottimo Liceo Vivona, ha indetto in suo ricordo, a partire dall'anno 2017/2018, anche un prestigioso Concorso nazionale di Storia contemporanea "Premio Milena Rombi" giunto alla quinta edizione, introdotto da Convegni storici di grande rilievo.
Che la Sua memoria, il suo esempio e la sua passione, possano favorire la formazione di bravi docenti e studenti.
Tra gli altri scritti che la ricordano, mi piace segnalare il seguente:
Addio Professoressa, LEI è stata IL MIO MITO VERO
Non so perché abbia sentito il desiderio di curiosare sul web per trovare notizie sulle mie vecchie professoresse. A volte mi prende una voglia irresistibile di tornare nel mio passato, forse perché mi piacerebbe rivivere certi anni della mia vita. Sono a caccia di un happy end che non ho mai avuto, chissà. Allora provo a ricordare il nome della professoressa di italiano alle medie. Quella di scienze o latino. Che faccia hanno adesso, sono su Facebook, posso chiedergli l’amicizia?
Purtroppo ho scoperto che la mia adorata professoressa di latino, Milena Rombi, è morta un anno fa. Ho cominciato a piangere neanche fossi un’adolescente in crisi. Mi è venuto naturale. Alla prof. Rombi ho voluto un bene dell’anima. E non perché con lei prendessi sistematicamente 8 e 9, no. Perché è stata una delle prime a trasmettermi quella sana voglia di conoscenza che mi ha portata fino ad oggi a vivere con le stelline negli occhi. Lei e tante altre professoresse, ovviamente.
Era bellissima. Il mio era un istituto privato gestito da suore morigerate, simpatiche il giusto. Come può esserlo una suora, insomma. Si presentava in classe vestita sempre come una top model e il fisico glielo permetteva. Truccata di tutto punto, mai niente fuori posto. Armonica ed elegante. E quando spiegava eravamo tutte ipnotizzate dalla sua voce e da quella lieve inflessione sarda.
Era simpatica, nel senso più pieno della parola. Sentiva davvero quello che provavi e se stavi giù, una lacrima scappava anche a lei.
E quel profumo. Paris di Yves Saint Laurent, il suo marchio di fabbrica. Una spremuta di rose, lo chiamava. Ci parlava sempre di sua figlia Diana e del marito Claudio a cui mi legava un rapporto speciale di tifo sportivo. Non l’ho mai visto in vita mia, ma grazie a Milena eravamo entrati in contatto spontaneamente. Un giorno la professoressa mi portò perfino un regalo da parte di suo marito, un portachiavi della nostra squadra del cuore che ho tenuto sempre con me.
Era molto giovane la mia professoressa. Se l’è portata via una malattia odiosa.
Mi dispiace aver perso i contatti con lei. So però che ha proseguito brillantemente la sua carriera nell’insegnamento in un liceo di Roma, che le ha anche dedicato un’aula scolastica. Ho letto che i suoi studenti l’hanno amata tutti incondizionatamente. E non è la classica dichiarazione che si fa per ricordare una persona cara che non c’è più. Ci credo che l’amassero tutti. Non poteva essere altrimenti.
Sono state tutte preziose, le mie professoresse. E ogni volta che mi succede qualcosa di bello penso sempre a loro. “Chissà cosa direbbero se sapessi che ho scritto un libro…“.
Non so cosa direbbero. So che parte del merito è loro. Tra una riga e l’altra, tra una parola e l’altra, si è nascosta colei che un giorno mi diede un voto bassissimo in un tema. C’è anche quella che un giorno disse a mia madre, “Francesca è un fiore che è sbocciato!“. Grazie a tutte voi. Grazie professoressa Rombi.