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Sito Grande Guerra Sardegna

DALL’ALBO D’ORO DEI CADUTI DELLA SARDEGNA

AD UN AGGIORNATO DATABASE IN UN SITO INTERNET APPOSITAMENTE DEDICATO

www.grandeguerrasardegna.it

di Guido Rombi

GLI OBIETTIVI E LE TAPPE DEL PROGETTO

1) Digitalizzazione dell’Albo d’Oro della Sardegna e allestimento del “database Albo d’Oro della Sardegna” per effettuare le più diverse ricerche (per nome e cognome, luogo di nascita, comune di residenza, anno di morte, causa di morte, grado, reggimento, ecc.).

2) Mappatura comune per comune dei caduti della Sardegna per integrare e ampliare il “database Albo d’Oro della Sardegna” con: a) dati acquisiti dalle lapidi ai caduti e da tutte le fonti documentarie utili, a cui far rimando attraverso un articolato sistema di iperlink.

3) Conseguimento, quindi, di un database dei caduti sardi nella grande guerra quale prodotto totalmente nuovo e diverso e assai superiore rispetto ad un semplice “database Albo d’Oro”, con l'aggiunta alle schede personali dei caduti di vari nuovi campi di interesse.

4) Allestimento del sito internet www.grandeguerrasardegna.it in cui "ospitare" il costituendo database e altri documenti sui Sardi e la Sardegna nella Grande guerra.


PRESENTAZIONE


Tra il 2011 e il 2014 in alcune importanti regioni italiane come Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto, fu avviata la digitalizzazione e messa online dei loro Albi d’Oro [1], fornendo così agli studiosi preziosi strumenti di analisi e riflessione e alle famiglie che persero i propri cari nella Grande guerra la possibilità di attingere informazioni su di essi. I lavori presentavano importanti patrocini istituzionali.

In Sardegna invece – nonostante studi e celebrazioni abbiano sempre a lungo indugiato su quel momento storico anche per la grande importanza che esso ebbe nella dimensione identitaria e culturale dei sardi negli anni avvenire – incredibilmente, e nonostante la Brigata Sassari, ancora alla vigilia del centenario della Grande guerra non si registrava alcuna notizia di un sito e un database appositamente dedicati.

Allo stesso tempo io mi ero occupato di questo argomento in modo sistematico dal 2001, quando avevo iniziato a lavorare all'elenco dei caduti del comune di Tempio Pausania, territorialmente uno dei più grandi nell'Italia del primo Novecento, ricerca poi allargata a tutta la Gallura e segnalata anche nella sitografia allestita dall'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione alla vigilia del centenario [2].

A quel punto si trattava solo di estenderne la dimensione lavorativa su scala regionale, ma con una più chiara e matura coscienza di quel che serviva per realizzare un censimento davvero ottimale.

Fu così che nel dicembre 2014, in previsione del centenario della prima guerra mondiale, decisi di proporre all'attenzione di alcuni tra i migliori studiosi sardi l’ambizioso progetto della realizzazione di un database e un sito internet a “valenza istituzionale” sui soldati sardi caduti nella Grande guerra.

Il Progetto prevedeva la digitalizzazione dell’Albo d’Oro (per la Sardegna il volume XIX del 1938), ma non si esauriva in ciò: andava ben oltre. Alla pubblicazione online di tutta la collezione degli Albi d’Oro stava d'altronde provvedendo l'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea di Reggio Emilia (Istoreco)[3], di cui al sito www.cadutigrandeguerra.it, di certo il più importante ed esteso lavoro di digitalizzazione in Italia, indispensabile base e supporto per quelli a livello locale (sicché alcuni dei siti regionali sopra indicati, se non avranno nuova implementazione, rischiano d’esserne una sorta di doppione) [4].


LACUNE, INSUFFICIENZE E REVISIONI DELL’ALBO D’ORO: METODI E MODALITÀ PER UN CENSIMENTO DIGITALE DAVVERO AFFINATO E PRECISO


Per la Sardegna, il Progetto poteva e doveva essere pensato e svolto in modo assai più articolato e quindi preciso e corretto, scientificamente parlando, rispetto a quelli di cui ai siti sopra riportati, grazie ad un quadro demografico-onomastico, storico-amministrativo e culturale di comuni e paesi e province della Sardegna più coeso e identificabile di altre più vaste regioni).

L’Albo d’Oro dei caduti, infatti, sebbene sia la più importante e diffusa fonte storica di riferimento dei vari progetti di digitalizzazione (e anche la base di questo), è pur tuttavia una fonte che non sempre è precisa e completa, e necessita di molteplici integrazioni, specialmente per una più soddisfacente e accettabile messa a punto della memoria dei caduti a livello locale.

Si tratta di un aspetto storico/scientifico da mettere in gran rilievo (e questa è una lacuna informativa dei siti storici regionali sopra indicati): i limiti di una digitalizzazione sic et simpliciter degli Albi d’Oro sono molteplici. Sebbene fonte di primaria importanza da cui partire, questi dati hanno necessità infatti d’essere poi arricchiti e precisati, talvolta corretti, attraverso una combinata integrazione/comparazione di tante altre fonti: i documenti dello stato civile e d’archivio dei comuni, i ruoli matricolari presso gli archivi storici provinciali, le foto di gruppo dei caduti e reduci, le targhe commemorative, eventuali compilazioni di interesse già esistenti (edite e non edite, a stampa e su internet), e nondimeno e innanzitutto con le lapidi dei caduti.

Per spiegare meglio: il comune di nascita riportato dagli Albi d’Oro non è il più delle volte il vero paese/comune di nascita, ma solo quello che io più opportunamente definirei il “comune amministrativo di nascita”, che è ben altra cosa del paese di nascita. Molti paesi e comuni oggi autonomi non lo erano tra l’800 e i primi del ’900, ed erano frazioni di più grossi comuni. Prendendo ad esempio in Sardegna la sub regione geografica della Gallura, si pensi a Tempio Pausania che fino alla prima metà del Novecento comprendeva paesi e comuni oggi autonomi come Arzachena, Luogosanto, Aglientu, Palau, Telti, Loiri-Porto San Paolo e varie altre frazioni fra cui Bassacutena e San Pasquale: tutti i nominativi dei caduti sono identificati come nati nel comune di Tempio. E così è per molti altri paesi della Sardegna, così è per tutta l’Italia.

E poi ulteriori riflessioni possono farsi sempre in riferimento al comune di nascita.

Una volta anche accertato il vero luogo di nascita di un soldato, è proprio corretto assumerlo come elemento di vera cittadinanza di quella comunità? No, a voler essere precisi. Il solo elemento del luogo di nascita non può bastare a identificare quel soldato come veramente “cittadino” di quella località: si può infatti nascere in una località e spostarsi poi a vivere in un’altra. Grande importanza assume quindi l’elemento della residenza (che raramente veniva annotato in calce ai ruoli matricolari), ma a cui con pazienza si può però tentare di risalire.

E poi per “attualizzare” l’Albo d’Oro si è provveduto all'aggiornamento dei nomi dei comuni ai sopraggiunti cambiamenti toponomastici (non si poteva certo oggi proporre Terranova Pausania invece che Olbia!).

Solo chi si è cimentato davvero sul campo, con strumenti storici e critici adeguati, sa bene quali e quante difficoltà e problematicità vi siano passando dal livello “macro” degli Albi al livello “micro” della concreta verifica locale dei nominativi.

(In tal senso è di interesse quanto ha scritto Gerardo Unia, I Caduti cuneesi, metodologia di una ricerca, in www.cimeetrincee.it/cuneo.htm).

Insomma, pur se molto impegnativo, l’obiettivo è stato fin dal principio di realizzare un ambizioso e scientificamente corretto progetto storico di censimento dei caduti che – integrando e comparando i dati dell’Albo d’Oro della Sardegna con varie altre fonti storiche – restituisse alle varie comunità, grandi e piccole, la più completa memoria dei suoi caduti (inserendo anche quelli che ebbero a soffrire le pagine “nascoste” e “poco evidenziate” della guerra, per esempio i fucilati e suicidi), offrendo allo stesso tempo dati certi di analisi agli studiosi.


DIGITALIZZAZIONE DELL’ALBO D’ORO E SPOGLIO E TRASCRIZIONE DEI NOMI ISCRITTI NELLE LAPIDI


Pur senza poter contare sul sostegno e contributo delle Istituzioni, ma fiducioso in una successiva partecipazione, il sottoscritto pensò di affrontare con i suoi mezzi un così ampio e ambizioso progetto. Quanto detto sopra è stato fatto.

Primo step. Non è stato facile riportare l’Albo d’Oro sul supporto elettronico di un foglio excel. Lavoro lento, noioso, delicato, faticosissimo. La cosa più difficile e pesante è stata rileggere, dopo una pur attenta prima digitalizzazione, uno ad uno i nomi (che poi non sono solo dei “nomi”, ma tutta una serie di dati in più campi), in comparazione col libro Albo d’Oro: assicurarsi che fossero corretti. Ora, noi sappiamo quanto sia facile scrivendo commettere degli errori di battitura o incorrere in qualche banale svista. Solo che in una narrazione scritta una banale svista rimane tale, e può essere comunque decifrata e compresa; in un lavoro informatico come questo basta davvero poco: una lettera, un numero e… un piccolo errore è compiuto; insomma in un lavoro informatico tutto è sostanza, perché altrimenti la parola non viene individuata nella ricerca e ogni elemento concorre per eventuali statistiche ecc.

La digitalizzazione dell'Albo d'Oro fu effettuata su foglio excel e completata in tempo per presentarla in formato Pdf insieme ad uno studio statistico sullo stesso Albo d'Oro della Sardegna (e in questo formato caricato e presente per alcuni mesi nel sito grandeguerrasardegna.it) in un convegno a Tempio Pausania il 23 maggio 1915. [5]

Secondo step. Una volta digitalizzato, l’Albo d’Oro è stato implementato, sempre su foglio excel, con tutta una nuova serie di campi per fare in modo di colmarne le lacune e attualizzarlo, per ottenere insomma quanto detto nel progetto; in particolare:

a) campi in cui annotare le fonti di riferimento per ciascun nominativo: le lapidi e i monumenti innanzitutto, ma anche elenchi di comuni o di archivi, o di appassionati studiosi, libri, targhe, foto ecc.);

b) campi come “comune di nascita”, “comune di residenza”, “mandamento”, “circondario”, “provincia”, “sub-provincia storico-geografica”, “sepoltura”.


Terzo step. Ci si è quindi avviati, nel settembre 2015, in un secondo lungo e faticosissimo lavoro, durato oltre un anno: la raccolta di altre fonti, soprattutto delle immagini delle lapidi dei comuni, col relativo spoglio e inclusione nel catalogo elettronico dei nomi lì indicati [6].

(Al momento del Convegno istituzionale del centenario a Sassari del 15-17 dicembre 2015, cui partecipai per segnalazione del compianto professore Manlio Brigaglia - di certo il più illustre intellettuale sardo degli ultimi 60 anni - che subito per primo e più di altri colleghi comprese la portata del progetto, questa nuova importantissima implementazione era stata quindi avviata da soli tre mesi).

Sono tanti “i problemi” di annotazione e registrazione informatica che questo lavoro pone, soprattutto in riferimento ai nomi iscritti nelle lapidi: come indicare un nuovo nome non presente nell’Albo d’Oro; come indicare un caduto iscritto nelle lapidi di due (talvolta tre) comuni diversi; come indicare/segnare le discordanze, i punti critici ecc.?

Spieghiamo meglio. Ci sono soldati con stesso nome e cognome ripetuti in più di una lapide, mentre nell’Albo d’Oro il caduto con quel preciso nome e cognome è uno solo. Come rapportarsi? Nel caso in cui la ripetizione riguardi due soli nomi, e magari non molto diffusi, è probabile che si tratti dello stesso uomo semplicemente iscritto in lapidi diverse (solitamente ricordato sia dal paese/città dove nacque, sia dal paese dove invece poi effettivamente viveva).

Altra però è la questione per quei nominativi identici che si riferiscono a nomi e cognomi tra i più diffusi: se cioè nell’Albo d’Oro abbiamo iscritti cinque Giovanni Sanna, ma nelle lapidi sono sei e magari otto, come attestare i nuovi nominativi?

A volte in certe lapidi l’attestazione è possibile (ci sono delle lapidi che oltre al nome riportano i genitori e il grado, alcune la data di morte, e ciò favorisce l’identificazione), in altre invece no; e allora non resta che procedere con prudenza (può darsi che alcuni soldati siano iscritti con stesso cognome ma diverso nome, che poteva essere il secondo nome, o a volte proprio un nome diverso: tutti conosciamo persone che chiamiamo per vari motivi con nomi diversi da quelli con cui sono registrati allo Stato civile).

In questo momento il compito di chi effettua un simile censimento dopo cento anni – il mio compito quindi – è solo registrare, annotare, non tentare arbitrarie attribuzioni di luoghi di nascita o residenza, ma usare tutta la prudenza possibile per tracciare le possibili affinità e discordanze. Tentare una attribuzione sicura a distanza di cento anni è cosa molto ardua. Meglio fermarsi ad annotare e poi verificare questi nominativi iscritti nelle lapidi. Innanzitutto coinvolgendo le stesse amministrazioni.

(Molte lapidi coi nomi sono recenti, realizzate tra gli anni Novanta e oggi. Se quei nomi vi sono iscritti qualcuno se ne sarà occupato, qualche elenco ci deve essere, dei criteri – si spera – sono stati seguiti).

Grazie a questo secondo step, è stato possibile acquisire tutta una ulteriore importantissima messe di informazioni: a) quanti i caduti iscritti nei monumenti; b) quanti iscritti nei monumenti sono compresi nell’Albo d’Oro; c) quanti iscritti nei monumenti non sono compresi nell’Albo d’Oro.


Altri step in previsione. Il Progetto prevede poi work in progress l’attivazione di tutta una serie di link collegati per essere il più possibile interattivo ed offrire altre informazioni e documenti:

- un click e si apre la pagina dell'Albo d'Oro collegata al caduto:

- un altro e si apre l’immagine della lapide del comune e quelle individuali (fra cui quelle conservate nelle scuole ma anche nei cimiteri);

- un altro e si apre il curriculum matricolare;

- un altro e si apre il libro pubblicato sui caduti di quel paese;

- un altro e si aprono gli elenchi stilati dell’Ufficio anagrafe o di una associazione ecc.;

- un altro e si apre il luogo dove quei poveri soldati persero la vita combattendo (monte Zebio, Altipiano di Asiago ecc.);

- un altro e si apre il cimitero o il sacrario dove è sepolto;

- un altro e si apre il sito del comune;

- un altro e si apre il sito della provincia;

- e altri ancora


Da metà novembre 2016 il Progetto e il lavoro interamente da me svolto su un articolatissimo foglio excel di 15.194 caduti, al momento censiti, ha avuto rappresentazione su database (aperto alla visualizzazione di soli 709 nomi) ospitato nel sito www.grandeguerrasardegna,it.


CONCLUSIONE


Come ora è di tutta evidenza, se già è una cosa “grande” digitalizzare un Albo d’Oro, e digitarlo con precisione (lo hanno fatto solo Lombardia, Toscana, Emilia, Veneto, Trentino), qui si è andati molto oltre. Qui si è concepito un Progetto e si è svolto un lavoro finalizzato ad un database articolato e multimediale come altri in questo momento non sono in Italia, indispensabile supporto ai tanti studi e alle relazioni dei conferenzieri sulla grande guerra e su quegli anni (si pensi solo alla possibilità di ottenere statistiche su qualsivoglia elemento storico e demografico di interesse), ma che soprattutto ha ampi margini di crescita. Un Progetto pensato per divenire regia centralizzata e unificatrice di altri progetti che nel frattempo sono sorti e di altri che sorgeranno, ma soprattutto capace di dar vita ad un “sistema partecipato”: un lavoro cioè "work in progress” che cresce ogni giorno e nel tempo, e può ben diventare collettore di tutta una più grande quantità di documenti (lettere, immagini e altro) sia con la partecipazione dei tanti cultori e studiosi dell’argomento e sia, soprattutto, con la partecipazione attiva delle famiglie dei soldati caduti e in generale dei soldati che parteciparono alla Grande guerra.

Negli anni il Progetto e il lavoro conseguente si è imposto all'attenzione regionale e nazionale.

Onorandomi di una apposita menzione, il compianto illustre Professore Manlio Brigaglia definì «Straordinario database» - in un commento nella sua rubrica quotidiana La parola ai lettori su «La Nuova Sardegna» il 30 ottobre 2017 - il mio Progetto e Lavoro svolto di digitalizzazione; quindi il 21 dicembre 2017 esso meritò l’intera pagina cultura del quotidiano «Unione Sarda» (L’Albo d’Oro dei nostri caduti. L’immenso lavoro ora sul web. I dimenticati della Grande Guerra raccolti grazie al lavoro di Guido Rombi. Ora serve lo sforzo pubblico, a firma di Carlo Figari; e successivamente seguirono, sempre sulla «Unione Sarda» altre tre importanti menzioni (in un articolo del 26 maggio 2018 sempre di Figari: Vittorio Veneto rende onore ai diavoli rossi di Sardegna; poi in Cent’anni dalla Guerra. Iniziative dell’Esercito in onore dei Caduti sardi, 27 giugno 2018, e ancora in Un convegno per ricordare i 14 mila sardi morti durante la Prima guerra mondiale, 29 ottobre 2018).


E tuttavia, sebbene un simile lavoro mancasse e fosse imbarazzante la sua assenza tanto più per una regione come la Sardegna dove la memoria e l'orgoglio per le gesta dei nostri soldati sono sempre stati assai vivi; sebbene un simile lavoro fosse necessario perché capace di accompagnare in senso più vero e con ancor maggiore orgoglio le iniziative istituzionali (ma come: sindaci e rappresentanti delle istituzioni politiche, militari, e amministrative, da anni si recano ad Asiago, a Caporetto, e per i cimiteri e sacrari dove riposano i nostri soldati, e spesso assistiamo a gemellaggi tra comuni sardi e comuni delle regioni in cui i nostri giovani soldati caddero), l’intervento delle Istituzioni Sarde - pur sollecitato dall'«Unione Sarda» - non c’è stato. Non dell’Anci Sardegna, non e ancor più della Regione Sardegna che pure aveva dichiarato all'«Unione Sarda» il proprio interesse.


E allora a supplire ad una simile grave mancanza delle Istituzione sarde, è sopraggiunta – con straordinario merito e lungimiranza – l’Unione Sarda (il più antico quotidiano sardo, prezioso custode e testimone delle radici, dell'identità e storia del popolo sardo, e quindi per molti aspetti Istituzione culturale anche più prestigiosa delle altre sopraccitate). Non più con una nuova pagina "Cultura", ma acquisendo in proprio il Progetto e il Lavoro illustrato: nello specifico la digitalizzazione su foglio excel, articolato in ben 29 campi, di circa 15.500 nomi di caduti sardi nella Grande guerra, svolto, come spiegato, con l’ambizione di costituire il più completo corpo documentale e la più articolata “ossatura” elettronica di una banca dati dei caduti nella grande guerra in Italia. Altresì l'Unione Sarda ha acquisito il dominio grandeguerrasardegna.it


Sicché, a partire dal 15 novembre 2020, l’Unione Sarda ha avviato un incredibile piano editoriale (che terminerà nell’aprile 2021) fondato sulla pubblicazione dei nominativi sul quotidiano e, contestualmente, sul caricamento delle più complete schede biografiche nell’apposito splendido Suo database Eroi e Caduti Sardi 1915-1918. [7]




NOTE

[1] Sulla storia degli Albi d’Oro della grande guerra si veda in modo particolare il saggio di Fulvio Zagaro, L’Albo d’Oro dei caduti per l’Italia nella guerra mondiale, in «Bollettino dell’Ufficio storico - Stato maggiore del R. esercito», Anno I, n. 4. pubblicazione bimestrale 1" luglio 1926 (in http://www.albodorolombardia.it/img/Fulvio_Zugaro_1926.pdf).


[2] Cfr. I Caduti della Gallura nella prima guerra mondiale in http://www.archgall.it/homecaduti.html.; lavoro segnalato nella sitografia per l’Iccd a cura di Patrizia Aloisi e Marco Lattanzi: iccd.beniculturali.it/getFile.php?id=3091 («All’interno del sito “Archivio digitale della Gallura” figura una sezione dedicata ai caduti galluresi con riferimenti ai monumenti e alle lapidi»).


[3] Il sito www.grandeguerrasardegna.it ora collegato al sito https://grandeguerra.unionesarda.it/

ha meritato un apposito link di rimando nel sito www.cadutigrandeguerra.it dell’Istoreco, con cui il sottoscritto ebbe poi un rapporto di feconda collaborazione


[4] Ai siti regionali dell’Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto, sostanzialmente costituiti solo dal database dell’Albo d’Oro, si è poi aggiunto il sito del Trentino, anche esso con qualche innovazione rispetto agli altri).


[5] Cfr. Domani il convegno “La leggendaria Brigata Sassari”, «La Nuova Sardegna», 22 maggio 2015

La Sardegna nella Grande guerra, «La Nuova Sardegna», 1 giugno 2015.


[6] Sebbene contestualmente un simile lavoro sulle lapidi fosse al centro di altri due studi/censimenti (di cui ai siti istituzionali del governo http://luoghi.centenario1914-1918.it, e http://iccd.beniculturali.it/index.php?pageId=501), la mancanza di molte immagini hanno persuaso il sottoscritto della necessità di non attendere il compimento di quei lavori, ma di acquisire personalmente le tante immagini di lapidi mancanti; altresì talune lacune e incertezze relative allo spoglio dei nomi “derivati”, hanno convinto il sottoscritto a verificare personalmente ogni immagine e ogni nome.


[7] Quei ragazzi del '99 che resteranno per sempre gli eroi della Sardegna. Il nostro omaggio a tutti i soldati morti o decorati nella Grande guerra, «l'Unione Sarda», 15 novembre 2020.

Articolo di Carlo Figari sull'Unione Sarda del 21-12-2017

Articolo di Carlo Figari sull'Unione Sarda del 26-05-2018.pdf

Articolo di Carlo Figari sull'Unione Sarda del 26-05-2018

Articolo di Manlio Brigaglia sulla Nuova Sardegna del 30-10-2017.pdf

Articolo di Manlio Brigaglia sulla Nuova Sardegna del 30-10-2017

Articolo di Carlo Figari sull'Unione Sarda del 03-11-2018

Articolo sull'Unione Sarda del 27-06-2018

Articolo sull'Unione Sarda del 28-10-2018.pdf

Articolo sull'Unione Sarda del 28-10-2018

DOMENICA 15 NOVEMBRE 2020 COMINCIANO SULL'UNIONE SARDA LE PUBBLICAZIONI DELL'INSERTO DEDICATO AI CADUTI

Giovedì 25 marzo 2021 - mio scritto su Francesco Raimondo Fadda - Inserto speciale de L'Unione Sarda

In memoria di un Eroe. Francesco Raimondo Fadda. Prima medaglia d'oro dei Sardi nella grande guerra

«Almanacco Gallurese» 2021-2022, pp. 239-249

Francesco Raimondo Fadda - Rombi Guido - Almanacco.pdf

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