Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
"Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il
pensatore.
"Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò
un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile
parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna
convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona
quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i
loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna
gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte
dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede
quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E
perché?
Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A
volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente
sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno
sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che
accade quando due persone che si amano si avvicinano."
Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate
che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano
distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta
che non incontreranno mai più la strada per tornare."
Mahatma Gandhi
INCREDIBILE MA VERO!
Quando il sogno dell’uno incontra la realtà dell’altro
Forse c'è del vero quando si commenta a volte che non conosciamo tutto il potenziale di due menti alienate. La profonda sintonia fra due persone che si conoscono nel profondo è un mondo che le neuroscienze stanno da qualche decennio studiando con scoperte spesso incredibili da immaginare in altri tempi.
A questo scopo sono stati portati avanti diversi esperimenti. Ad esempio, coppie di coniugi molto affiatati da tempo, hanno dimostrato ad esempio che se veniva indotta una scossa elettrica al uno dei due, mentre si stringevano le mani, il dolore accusato era vistosamente più tollerato rispetto a coppie che, pur tenendosi le mani, non si conoscevano affatto.
ANTEFATTO
Tre settimane fa mi è accaduto un fatto strano, direi incredibile.
La mattina come di consueto mi reco nel mio studio per ricevere i miei pazienti. Prima di iniziare il lavoro do uno sguardo al planing della agenda e constato che anche il pomeriggio sarò impegnato a visitare tre persone. Così inizio il lavoro quotidiano.
Da un po' di giorni ho il desiderio di passare un rilassante pomeriggio al lago, ma spesso devo rimandare a causa degli appuntamenti già fissati.
Torno a casa per il pranzo e poi mi concedo il solito riposino.
Al risveglio chiedo a mia moglie se le va di andare al lago, dimenticando del tutto il fatto che la mattina avevo guardato la mia agenda dove avevo notato che c'erano segnati in realtà tre appuntamenti.
Lei mi chiede se non sono impegnato al lavoro. Dico di no. Ci avviamo con la macchina verso il lago e appena usciamo da casa mi chiede ancora se veramente non ho nessun appuntamento. La rassicuro.
Ero caduto in un Black Out totale di memoria.
Alle 17 mentre godevo di un bagno fresco e rilassante arriva una telefonata della mia collega che mi comunica che a studio c'è qualcuno che mi aspetta.
Un brivido freddo mi attraversa la schiena. Mi assale il dubbio che forse ho dimenticato gli appuntamenti fissati, li ho cancellati letteralmente dalla memoria.
Mi agito e di corsa vado a prendere la macchina per andare a studio. Ero ancora bagnato e vestito appunto come uno da spiaggia. Il primo appuntamento era saltato, potevo almeno non deludere le due persone che venivano dopo.
Il fatto mi ha dato da riflettere perché mi chiedevo come era possibile che pur avendo preso visione del lavoro e degli appuntamenti della giornata ne avessi cancellato una parte. Il desiderio di prendermi qualche ora di svago per andare al lago non giustifica certo un black out di questo tipo.
In realtà ho sempre combattuto con le mie agende poiché spesso è successo di confondere gli orari. I numeri che segnano le ore del planing settimanale sono troppo piccoli per la mia vista, così a volte mi capita di confondermi.
L'INCUBO
Tre settimane dopo sono in ferie in montagna. Il fattaccio oramai è lontano dalla mia mente. Non ho più avuto occasione di riparlarne o ripensarci consapevolmente, ma una notte faccio questo incubo.
Devo andare al Lavoro, ma mi sento molto agitato nel cercare di capire quali appuntamenti mi aspettano a studio, a quale ora, con chi. Non riesco a raccapezzarmi tra le molte agende che sfoglio (in realtà ne ho solo una che ho sostituito durante l'anno). Sono sicuro intanto che c'è già qualcuno che mi sta aspettando a studio. Questo pensiero mi agita ancora di più, chiedo anche a mio figlio di aiutarmi a trovare fra le tante agende gli appuntamenti del giorno che, di certo, da qualche parte ho segnato. Intanto l'ansia aumenta fino al punto di sentirmi così attivato che un risveglio improvviso e rapido mi viene a salvare dall’angoscia. Ho il cuore in gola. Un incubo orrendo. Di solito non mi preoccupo così tanto per queste cose, ma è certo che avrò probabilmente qualche conto in sospeso con la mia agenda cartacea di lavoro.
Si dice che il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi! Come a dire, il diavolo non riuscirà a prevalere. Troverò comunque un modo di risolvere la confusione relativa alla organizzazione del lavoro, in un modo o nell’altro!
E infatti....
LA SOLUZIONE
Al risveglio racconto l'incubo a mia moglie che ascolta attenta e stupita, poi mi comunica ciò che ha pensato, non sognato, proprio al suo risveglio, esattamente qualche minuto dopo il mio incubo.
Mi racconta di aver immaginato al primo risveglio di essere sulla piazza di Frascati e sta guardando la cartolibreria nella quale da sempre io compro annualmente la mia agenda Quo Vadis. È decisa di acquistarne una. Ragiona sul fatto che ad agosto io potrò usarla solo per cinque mesi, ma è comunque intenzionata ad acquistarla per me.
Ci guardiamo sconcertati, stupiti e meravigliati di come un incubo notturno dell'uno possa incontrare quasi nello stesso momento il pensiero consapevole dell'altra, in questo caso una decisione che mi veniva in soccorso. Una connessione che sembra impossibile tra sogno e realtà, ma è ciò che è avvenuto. Come se il mio inconscio onirico avesse trovato una risposta consapevole nella realtà, una soluzione intenzionale, grazie all’altra persona.
Al mio incubo notturno mia moglie aveva risposto con una decisione cosciente e voluta che aveva lo scopo di risolvere il dramma angosciante che avevo vissuto nel sogno durante la notte.
Come è possibile?
Eppure nei giorni precedenti nessuno aveva fatto riferimento alcuno al tema del mio lavoro, del modo di organizzarlo, ne' alla necessità di sostituire l’ipotetica agenda.
Questo fatto, se non è una pura coincidenza, suggerisce, al di là di ogni logica, come sia possibile un collegamento fra la domanda di aiuto implicita nella scena dell'incubo e la risposta reale della soluzione a quell’incubo.
La forza delle connessioni non è solo della pubblicità dei cellulari o degli operatori telefonici! La forza della connessione sta nella conoscenza e nella profonda sintonia che due persone vivono, per cui le loro menti si allineano facilmente.